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Il pilota avvisò i passeggeri di allacciare le cinture poiché tra poco saremmo giunti all'aeroporto di Londra. I passeggeri ritornarono tutti al loro posto e la discesa ebbe inizio. Una volta atterrati, scendemmo dall'aereo e ci avviammo all'uscita di quell'enorme struttura. Ad aspettarmi c'erano due donne, intorno alla ventina d'anni, che mi accolsero con un caloroso abbraccio. L'accompagnatrice, una volta scambiate due chiacchiere con le due donne, mi salutò e mi abbracciò.
Così le due sconosciute si presentarono:Johanna e Valentine.
La prima aveva i capelli neri e corti e era nella media sia di altezza che di corporatura mentre Valentine aveva i capelli biondi e lunghi fino a metà schiena ed era particolarmente alta e tonica tanto che portò la mia valigiona pesante fino alla loro cabriolet nera.
Dopo un'oretta di viaggio in macchina giungemmo a Rochester, una cittadina nei pressi di Londra.
La casa era molto grande e si sviluppava in altezza. Aveva anche una grande piscina con tanto d'asdrai. La mia camera era molto ampia e il letto era comodissimo. (Quel letto! Non me lo scorderò mai.)

DRIIIIIN! Era la mia fottuta sveglia che interruppe il mio sogno. Non avevo per niente voglia di alzarmi così rimasi a letto ancora per un po' di tempo; forse anche troppo...

《Cazzo sono le 7! Mi devo muovere!》 dissi mentre mi toglievo il pigiama.

Mi feci una doccia-lampo per poi mettermi un paio di jeans neri accompagnati da una bella maglietta verde, per le scarpe optai per delle converse nere. Così presi la cartella, che avevo preparato il giorno prima, salutai le mie due mamme e mi diressi a scuola.

《Ciao Lucas》mi esclamò Jacopo tutto sorridente, eravamo molto uniti io e lui fin da quando ero arrivato a Rochester all'età di sei anni.

《Ciao Jacopo, come hai passato il weekend?》gli chiesi giusto per iniziare un discorso.

《Bene i miei erano fuori città, così mi sono divertito un po' con Deborah》mi rispose lui con la sua solita vocina da donnaiolo.

《Cosa!? Hai osato portarti a letto la mia migliore amica?!》esclamai io pur sapendo questa sua caratteristica.

Quella discussione fu interrotta dal suono della campanella che indicò l'inizio delle lezioni.

Dopo aver preso tutto l'occorrente dal mio armadietto mi diressi verso l'aula di chimica con Jacopo e Deborah che però sembravano non notarmi troppo.

L'ora di chimica fu uno spasso per me ma per Jacopo e Deborah sembrò molto noiosa perché per il lavoro a coppie furono divisi.

Dopo chimica mi aspettava l'ora di storia così pensai "finalmente potrò riposarmi un po'" ma mi sbagliavo. Infatti, appena tutti gli alunni furono entrati in aula, la professoressa annunciò che ci sarebbe stata un'uscita di classe il mese successivo.
A causa dell'emozione per quella gita non riuscii a concentrarmi per il resto della giornata.

Una volta finite le lezioni uscii da scuola e Jacopo, Deborah ed io ci dirigemmo verso il parchetto.

Qui cominciammo a chiacchierare sulla gita.

《Avete sentito la prof di storia?!》chiese Deborah sbalordita.

《Certo! 》 rispondemmo in coro io e Jacopo

《Ho scoperto che in gita verrà anche la terza superiore! 》esclamò Jacopo tutto felice.

Non feci in tempo a rispondere che il mio telefono squillò.

~pronto? ~
~ciao Lucas sono Johanna~
~ah, ciao Johanna, hai bisogno di qualcosa? ~
~no, io no. Ma ricorda di andare dalla psicologa oggi alle 15:00~
~Sisi non ti preoccupare ci andrò~

《chi era? 》mi chiese Deborah.

《Johanna. Vuole che torni a casa per finire i compiti perché stasera devo fare babysitting a mio cugino di tre anni》gli risposi io.
Già non gli avevo ancora detto che avevo degli appuntamenti con una psicologa esperta in questi casi, infatti ogni lunedì dovevo inventarmi una scusa valida per tornare a casa prima.

《Ok, vai pure il dovere ti aspetta》mi risposero in coro.

Così li salutai con un abbraccio e mi diressi verso quell'edificio che da piccolo tanto odiavo.

Ero costretto a seguire questo corso perché l'orfanotrofio da cui provenivo aveva paura che avendo due mamme avrei ricevuto attenzioni differenti, cosa che non era per niente vera; infatti le mie due mamme mi hanno lasciato fin da bambino la libera scelta se essere etero o omo.

Però purtroppo ero costretto quindi presi un bel respiro ed entrai nell'enorme struttura tutta di vetro.
Le stanze erano tutte grigie e ti mettevano un sacco di ansia quando ci entravi. Per non parlare delle psicologhe! Sembravano volessero farsi i cavoli tuoi! E a me questo non piaceva.

Una volta finita quella tortura tornai a casa e, una volta in camera feci tutti i compiti per il giorno seguente. Fino a quando il mio telefono non squillò.
Era Jacopo che mi aveva inviato un messaggio.

"Ho notato che ogni lunedì torni sempre a casa prima. Tutto ok?"

Che Cazzo gli rispondo, pensai. Così gli scrissi.

"È una cosa un po' complicata te la spiegherò domani."

Così ripresi a fare i compiti e sentii un'altra volta la suoneria del mio telefono però, questa volta, era quella per le chiamate. Guardai il contatto, Jacopo. Che faccio gli rispondo? Non riuscirei a spiegargli perché ogni lunedì torno a casa più presto così lo lasciai squillare.

《Lucas vieni è pronta la cena!》mi avvisò Valentine dalla cucina.

《Arrivo subito!》le risposi

Dopo cena mi misi il pigiama, preparai la cartella e mi coricai con in testa questa domanda: che cazzo dirò domani a Jacopo? .

NOTA D'AUTRICE:
Ciao a tutti ecco il primo capitolo della storia, spero vi abbia interessato!
È la mia prima fiction che scrivo quindi abbiate pazienza se non posterò regolarmente♥ ma vi prometto che mi impegnerò al massimo.
Beatrice

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