Dal capitolo precedente:
«Entrai nella stanza di Francesca ma non la vidi così chiesi ad un'infermiera dove fosse.
«è a fare degli esami tra poco dovrebbe ritornare» mi informò.»

Non riuscivo a sopportare tutta quell'ansia, lei da sola a fare gli esami per qualcosa di sconosciuto. Mi sentivo impotente, non avevo nessuna laurea in medicina o in quant'altro e mi sentivo abbastanza inutile. Riflettei per una buona mezz'ora quando entrò in stanza Francesca sdraiata sul suo lettino.
«Stai bene?» le domandai.
«scusateci ragazzo ma adesso Francesca è stanca, meglio farla riposare» mi rispose con tono uno dei medici che teneva in mano la sua cartella clinica.
«voglio solo sapere come sta e se avete scoperto cosa le causa l'abbassamento drastico della pressione!» gli risposi
«Prima di tutto si calmi, vieni a parlare fuori con me» mi propose.
Io accettai voglio solo sapere cosa sta succendo a Francesca pensai.
Il medico aveva in viso un'espressione seria cazzo.
«la situazione è stabile quindi la possiamo dimettere, ha bisogno solamente di tanto amore e deve stancarsi il meno possibile, non sappiamo bene cosa le è successo quel pomeriggio inoltrato ma ci contatti se dovesse ancora avere delle mancanze» mi informò l'uomo.
«certo non si preoccupi» gli risposi io.
Quello stesso pomeriggio Valentine ci era venuta a prendere in macchina.
Durante  la strada di ritorno nella mia testa ronzavano un sacco di pensieri.
Quel medico aveva un'espressione troppo seria, è impossibile che mi dovesse dire che la potevano dimettere. Forse era perché c'era qualcosa di più, qualcosa che non mi voleva far sapere. Boh se non me lo voleva dire era perché magari Francesca non lo voleva far sapere, e a me questo sta bene. Vero?
Non ero certo della mia riflessione ma ci ho buttato una pietra sopra e aiutai a scendere dall'auto Francesca a cui girava un po' la testa. Arrivati a casa mi misi a studiare per la verifica che avrei avuto il giorno seguente. Per cena insalata leggera in modo che potesse mangiarla anche Fra e poi andai in camera a leggere il mio diario.
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Con Inu andava tutto bene facevamo delle lunghe passeggiate nei parchi vicino a casa e così avevo modo di conoscere nuove persone con le quali vedersi per portare fuori il cane. Non male vero? Avevamo formato una piccola comunità formata da una decina scarsa di cani che si trovava ogni primo sabato del mese per andare a fare delle gite: in montagna, al mare, centro agility ecc. Erano tutti cani salvati dalla strada o adottati tramite canili locali, ognuno con le proprie paure e caratteristiche; ad esempio c'era Maggie un pastore tedesco salvato dal suo impiego nelle lotte clandestine, era un ex cane militare ma quando il suo primo padrone era morto in servizio lei era diventata molto aggressiva così l'avevano donata ad una famiglia che però la sfruttava per i combattimenti. Era piena di cicatrici e aveva perso in parte l'udito dall'orecchio sinistro ma dimostrava un affetto gigante a chi conosceva e, essendo stata un cane militare, era molto ubbidiente; inoltre insieme a Jane formavano una coppia inseparabile.
Poi c'era Toby un meticcio trovato in autostrada quando aveva 3 settimane malato e infreddolito. Portato dal veterinario e dopo 2 settimane accolto a casa da Emily, una ragazza di 13 anni.
Questi due insieme a me e a Inu formavano un trio inseparabile. Ci vadevamo anche durante la settimana e passavamo interi pomeriggi insieme ai nostri amici a quattro zampe.
Grazie a Inu sono completamente cambiato, sono molto più aperto e gli insulti che mi rivolgono raramente a scuola li prendo come fossero detti in un'altra lingua. In compenso dopo la partenza inaspettata di Nicolas è venuta a scuola una nuova ragazza Francesca, è molto simpatica anche se fa fatica ad aprirsi con le altre persone.
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Che bei ricordi!  Pensai, era da molto tempo che io e Fra non facevamo un passo indietro nel passato. Non eravamo più tanto aperti l'uno con l'altra soprattutto perché io le tenevo nascosto il diario e lei cosa le avevano detto i medici. Basta ho deciso domani mattina le devo parlare.  Con questo pensiero chiusi gli occhi e mi addormentai.

DRIIIIIIIN! Era la sveglia, oggi dovrò parlare con Francesca...
cominciai a vestirmi con un paio di jeans e una maglia verde oliva con il taschino e scesi per fare colazione.  Dopo il caffè mi lavai i denti e uscii in bici con dietro Francesca,  non volevo che si stancasse.
Arrivati a scuola, come sempre con largo anticipo, cominciai a parlarle.

<<Fra è da un po' che ci penso... è da tanto che non siamo più aperti tra di noi. Io prima di tutti non ti ho mai detto che ho ritrovato un mio vecchio diario e che spesso mi rifugio in soffitta a leggerlo, mi fa pensare al passato e mi fa vivere meglio il presente...>> le dissi, dopodiché lei mi rispose.

<< Lo so dove vuoi arrivate: vuoi sapere cosa mi hanno detto i medici all'ospedale.  Bastava chiedermelo senza troppi giri di parole,  ti avrei risposto, ora però sta arrivando gente va bene se te lo dico quando torniamo a casa?>> mi rispose con un tono di voce dolce che solo lei riusciva ad avere. Così ci mettemmo d'accordo per incontrarci a casa per le tre ed entrammo nell'edificio.
Il prof di fisica ci fece una verifica a sorpresa sul vecchio programma che, stranamente, sapevo. Le altre lezioni furono noiosissime ma dovetti stare attento perché quell'anno per lo studente migliore era in palio un viaggio per due,e  sarebbe stato il regalo per il diploma di Francesca, per me bastava averla a fianco.
Dopo le lezioni uscii a pranzo con Jacopo e andammo a prenderci un panino veloce,  non gli raccontai di Fra anche se lui continuava a chiedermi come stesse. Verso le due mi diressi verso casa e arrivai dopo un quarto d'ora,  Fra mi disse che stava arrivando con la moto di Deborah così l'aspettai.

<<ciao Amore>> mi saluto lei con un sorriso a trentasei denti, io le andai in contro e la abbracciai. Salutammo Deborah che in un batter d'occhio era già sfrecciata via ed entrammo in casa.

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