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Dal capitolo precedente:
<<Salutammo Deborah che in un batter d'occhio era già sfrecciata via ed entrammo in casa.>>

Io e Francesca eravamo da poco rientrati quando lei mi chiese se potessi aspettare ancora qualche minuto prima di parlarmi, così mi chiesi cosa ci fosse da pensare dato che aveva avuto tutta la giornata davanti, ma non era il momento di litigare e quindi le concessi quei minuti.

Nel frattempo ero andato in camera a ripassare per le lezioni del giorno seguente, quando sentii della puzza di fumo. Inizialmente immaginai fossero i vicini che erano soliti fumare dopo pranzo ma poi mi venne in mente che se fossero stati loro la puzza sarebbe venuta dall'altro lato della finestra, così mi avvicinai alla porta di camera di Francesca sperando di trovarla su un libro o a controllare le ultime notifiche. Ma non fu proprio così, era sul balcone appoggiata sulla staccionata con una sigaretta in una mano e una cosa che sembrava un termometro nell'altra. Avvicinandomi realizzai che era un test per la gravidanza così indietreggiai e bussai alla porta per essere certo di essere il benvenuto.

<<Chi è?!>> disse con tono aggressivo.
<< Sono Lucas, Amore tutto bene?>> feci per entrare quando lei si volto e notai che aveva un aria  trasandata, il trucco era sbavato e aveva gli occhi stanchi. Si inginocchio, nascose la testa fra le gambe e scoppio in lacrime.
<<Cosa ho fatto per meritarmi questo?!>> urlò continuando a piangere.

Io non sapevo cosa risponderle allora mi avvicinai e la abbracciai cercando di parlare con voce dolce dicendo che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Ma quale "tutto"?

Lei continuava a piangere e a domandarsi il "perché" dovesse capitare sempre tutto a lei e io continuavo a non capire. Credo che fossimo rimasti lì per un po' perché ad un certo punto il campanello suonò ed entrarono Veronica e Johanna. Io mi alzai e cercai di adagiare sul letto Francesca che al momento sembrava essersi tranquillizzata. Le due mamme entrarono e vedendoci così ci chiesero se andasse tutto bene, io stavo per rispondere quando...

<<Sisi, è stata solo una giornata un po' pesante, ma adesso ci sentiamo meglio grazie. Ah e poi! Dopo cena vi posso parlare? Intendo con tutti?>> disse tutto d'un fiato Francesca cercando di non far sentire i singhiozzi.

<<Certamente piccola>> rispondemmo in coro tutti e tre.

Così ognuno si rintanó nella propria camera mentre Valentine preparava la cena, che passo più lentamente che mai. Verso le nove Francesca riunì tutti sul divano per parlarci di una cosa molto importante.

<<Allora come già sapete sono stata male a casa di Deborah circa due giorni fa. In ospedale mi hanno fatto diversi controlli e mi avevano detto che non era nulla di grave ma prima che mi dimettessero i medici mi hanno fatto fare un esame delle urine perché erano incerti su una cosa. Stamattina mi hanno chiamata e ho scoperto di essere incinta. Ho rifatto il test perché non mi sembrava vero ma risulta positivo anche questo. -mentre parlava ci stava mostrando il test che in effetti non smentiva i medici- Credo di avere una vaga idea di come possa essere successo ma non voglio crederci.>>

Johanna e Valentine mi guardarono con aria interrogativa e io ricambiai lo sguardo dato che non mi sarei mai permesso di mettere incinta la mia ragazza. Senza un minimo di ragionamento prima.

Qui Valentine intervenne dicendo una delle cose che più ci opprimeva la testa in quel momento << Ma Francesca com'è stato possibile tutto ciò?>>

Fra era sul punto di piangere così decidemmo di non insistere e io andai in cucina per prendere del gelato alla nocciola; il nostro preferito.
Mangiammo quel gelato per un sacco di tempo davanti alla TV, ma non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero che qualcuno avesse fatto del male alla mia ragazza.

Si fece mezzanotte così decidemmo di andare a dormire dato che il giorno dopo sia Fra che io dovevamo andare a scuola. Io tornai in camera dove mi aspettava il mio pigiama formato da dei pantaloncini di una tuta e da una canotta rigorosamente nera. Andai in bagno e, dopo essermi lavato e vestito, uscii dalla porta scorrevole e mi trovai Francesca davanti anche lei in pigiama e con un cuscino in mano.

<<Amore cosa ci fai qui? Vai a dormire che è tardi>> le dissi notando le sue occhiaie che di giorno erano state coperte da chili di correttore.

<<Vorrei dormire con te Lucas, se non è un problema ovviamente.>>

<< Ci mancherebbe altro vieni pure ma giurami che non ti vedrò mai più con una sigaretta in mano>> le risposi ancora scosso dalla scena di oggi pomeriggio.

<<va bene va bene, da che parte vuoi stare?>>

<<Verso la finestra come al solito>> le dissi dandole un bacio sulla fronte.

Ci coricammo verso l'una e dormi fino a quando, nel bel mezzo della notte, sentii un rumore, dei singhiozzi per essere precisi. Decisi di svegliarmi e a fianco a me trovai Francesca addormentata che piangeva e si dimenava, diceva frasi come "togli quelle manacce da me" "ti prego fermati" "ti do tutto quello che vuoi ma ti prego risparmiami" "noooo".
Non sapevo che fare, dovevo svegliarla? Forse era solo un brutto sogno e non ce n'era bisogno, ma se fosse vero? Se stesse sognando qualcosa che le è già accaduto? Meglio svegliarla.

<<Fra? Fra? Amore sveglia, tranquilla non succede niente>> le dissi dolcemente accarezzandola, ma lei cominciò a dimenarsi non voleva che l'accarezzassi. Così cominciai a chiamarla insistendo un po' di più con il tono dato che non voleva svegliarsi con le carezze.

<<Francesca, Amore svegliati è solo un sogno!>> Dopo svariati tentativi si svegliò; era tutta sudata e aveva gli occhi lucidi dal pianto.

<<Tutto ok Fra? Mi hai fatto preoccupare, piangevi e urlavi frasi come se ti stessero violentando, non volevi che ti accarezzassi...>> le raccontai com'era andata e lei mi continuava a guardare con la bocca aperta.

<<ok Lucas, credo che ti debba per forza dire questa cosa... il weekend scorso sono uscita con una mia vecchia amica e siamo andate in un locale fuori città. Era buio e lei era appena salita per le scale di casa sua quando da dei cespugli sono spuntati tre uomini sulla trentina che mi hanno presa e violentata davanti a casa sua. Lei non so se abbia sentito e non abbia voluto venirmi in soccorso o se le mie suppliche non le fossero arrivate, fatto sta che ora dentro di me sta crescendo un bambino vittima di stupro>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2018 ⏰

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