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Dal capitolo precedente:

《Mi coricai con in testa questa domanda: cosa cazzo dirò domani a Jacopo?

DRIIIIIN! La sveglia comincio a suonare non volevo che questo accadesse poiché oggi avrei dovuto dare una spiegazione a Jacopo.

Feci la solita doccia mi vestii e feci colazione con il cappuccino. Uscito mi accorsi che avevo dimenticato la cartella. Sono proprio sbadato pensai.

Arrivato a scuola salutai Deborah e Jacopo dopodiché quest'ultimo mi chiese spiegazioni. Cazzo.

Scelsi la verità.

《Allora Jacopo è un po' complicato. Fin da quando sono arrivato...》

Dopo avergli raccontato tutto egli mi guardò, rivolse uno sguardo a Deborah per poi alzarsi dalla panchina e andare via.

《Jacopo!》Gli urlai seguendolo, ma non ottenni risposta.

La mattina a scuola trascorse in fretta nonostante il dubbio che avevo. All'uscita finalmente Jacopo si decise a parlare.

《Sei una merda! Mi hai mentito per tutti questi anni. Io mi fidavo ciecamente di te e tu mi mentivi. Non ci posso credere. Ci conosciamo da quando avevamo 6 anni! Tutte le avventure, i sogni, le escursioni in bicicletta pur di non fare i compiti; tutto mandato al cesso. Cazzo ma ti rendi conto! Sei riuscito a spezzare il cuore ad un tuo amico che potresti definire tuo fratello. Se fossi in te mi vergognerei tantissimo come hai potuto! 》scoppiò a piangere come una fontana e io cercavo di tranquillizzarlo trovando delle scuse per le quali non avrei dovuto dire che andavo dallo psicologo. Ma fu inutile.

Quel pomeriggio lo trascorsi in casa a piangere e a procurarmi ferite con il primo oggetto che mi capitava in mano da una sedia al rasoio.

Appena Johanna e Valentine mi videro scoppiarono in un pianto che mi fece capire che per qualcuno ero ancora importante e che non valeva la pena tagliarsi perché una persona ti aveva "lasciato".

Il giorno seguente decisi di non andare a scuola poiché ero moralmente instabile quindi le mie due mamme hanno preferito tenermi a casa. Così continuò per tutta la settimana, poi compresi che era venuto il momento di affrontare la paura di essere isolato.

~.~.~.~.~.~.

Era venuto il giorno della gita. Tutto era pronto: zaino e cambio per il giorno dopo. Saremo andati a Londra per due giorni e una notte. La cosa mi emozionava tantissimo. Però ero anche triste per il fatto di aver perso un caro amico.

Arrivati al punto di ritrovo davanti a scuola vidi le ragazze con la valigia stracolma di vestiti mentre i ragazzi che chiacchieravano su quante poche cose avessero portato.

Io ero solo in un angolo quando i professori annunciarono che dovevamo salire sui pullman.

Dopo due orette passate come un asociale con le cuffiette nelle orecchie, arrivammo a Londra.

Dopo essere entrati nell'hotel i professori dissero le camere.

Io finii con un certo Nicolas, era più grande di me di un anno ma anche di corporatura. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi. Che belli erano i suoi occhi.

Arrivati in camera posammo le valigie e feci per salutarlo ma egli mi fermò e mi disse 《ah tu sei quello di 2°, quello delle due mamme》. Ciò mi irritó tantissimo poiché l'amore che mi davano Johanna e Valentine era l'equivalente a quello che mi potevano dare un padre e una madre.

Dopo una giornata di musei ritornammo in hotel dove ci aspettava la cena.

Dopo una doccia veloce scesi in "mensa" per cenare con un insalata mista (le mie due mamme erano vegetariane e non avevo mai assaggiato la carne).

Quando salii in camera sentii gemere qualcuno. Bussai perché non avevo la chiave della camera e mi aprì Nicolas con dei boxer neri e una ragazza a dir poco carina semi nuda.

《Disturbo?》chiesi anche se sapevo benissimo che stavano scopando e quindi non mi conveniva bussare. Ma ormai lo avevo fatto.

《No no, entra pure, io e Nicolas ci spostiamo in camera mia. 》mi rispose la ragazza che sembrava essere molto gentile e comprensiva.

《A-allora vi lascio rivestire e poi entro. 》gli risposi io.

Così dovetti aspettare altri 10 minuti accovacciato al lato della porta. Quando i due uscirono io rientrai in camera con una strana sensazione. Gelosia?

Non feci caso a quella sensazione, mandai un messaggio alle mie due mamme con scitto che eravamo a Londra e che avevamo visitato dei musei.

Un po' mi mancava il fatto di tornare a casa e non fare dei lavori del tipo: stendere, fare la lavatrice, apparecchiare... sì perché in casa davamo tutti una mano

Mi addormentai con l'immagine dei boxer neri di Nicolas in mente.

La mattina mi svegliai alle 6:30 feci il mio letto e guardai quello di Nicolas ed era intatto, non vi era traccia di alcun corpo che si fosse posato su quel letto.
Così aprii la porta della camera e vidi Nicolas sdraiato in mezzo al corridoio. Dopo averlo trasportato in camera lo posai sul letto. Era così bello quando dormiva. No aspetta un secondo che cazzo mi prendeva.

NOTA D'AUTRICE:
Ecco il secondo capitolo spero vi piaccia anche se non è molto lungo. Scusate se non ho pubblicato prima ma non avevo idee e wattpad era andato in pallone.
Beatrice♥

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