𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨

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Welcome to your life, there's no turning back

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Welcome to your life, there's no turning back.
Even while we sleep, we will find you.

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La luce dell'aurora faceva capolino rosea nella stanza di Miriel, scappata dalle maestose tende color porpora che adornavano la grande stanza in pietra, arrivando dritta agli occhi della ragazza. 

Miriel, ancora avvolta nelle pesanti coperte, venne svegliata da quel primo bagliore mattutino. Aprì lentamente gli occhi, faticando ad abituarsi alla luce della stanza. 

Si alzò svogliatamente, raggiungendo la vetrata e spostando la tenda, per ammirare uno spettacolo che aveva da sempre amato: Minas Tirith in balia delle prime luci dell'alba. Un sorriso le sorse spontaneo, osservando la sua amata città dall'alto della sua stanza, all'interno della maestosa torre di Ecthelion. Essendo la figlia del sovrintendente, sia i suoi alloggi che quelli dei suoi familiari più stretti, ossia il padre e i due fratelli maggiori, erano stati costruiti nella grande Torre. 

Benché la sua vista fosse mozzafiato, qualcosa turbava da alcuni giorni l'animo della ragazza: un presentimento oscuro. A ciò avevano seguito sogni bizzarri, confusi, apparentemente senza significato, e più il tempo passava, più l'angoscia che attanagliava Miriel cresceva. Guardava l'Anduin, Osgiliath e la grande distesa di terra che separava la città da Mordor: sentiva che qualcosa era all'opera, qualcosa si stava muovendo. 

Decise di scacciare ancora una volta quei pensieri che nell'ultimo periodo le avevano avvelenato la mente e di prepararsi, per recarsi come di consueto all'interno dei sei livelli della città, riservati al popolo, cercando di dare una mano ai suoi sudditi. Questi, grazie all'aiuto a loro fornito da Miriel,  provavano molto affetto nei suoi confronti: Faramir e Boromir, i suoi fratelli maggiori, non erano soliti far visita ai cittadini, poichè troppo occupati nel reclutamento di nuovi soldati e nell'addestramento delle truppe, necessari a causa dei continui attacchi da parte di Mordor; il sovrintendente Denethor, suo padre, preferiva passare le giornate in solitudine, amministrando la città lontano dal suo turbinio.

Miriel, a causa dei tanti impegni dei suoi familiari, passava molto tempo da sola, che le piaceva occupare dando una mano ai suoi compaesani oppure nella grande biblioteca della fortezza. Le era sempre piaciuto leggere, conoscere storie di quel mondo che aveva osservato solo da lontano. Sognava di viverlo intensamente, un giorno, ma suo padre era contrario a tale viaggio: pensava che il posto della ragazza fosse nella cittadella, protetta dalle sue possenti mura bianche. Ma qualcosa dentro Miriel le suggeriva che suo padre si sbagliasse sul suo conto, che qualcosa di importante la aspettasse nell'Arda. Sognava di essere una delle protagoniste delle store di cui tanto aveva letto. 

A destarla dai suoi pensieri, fu Milya, la nutrice della ragazza, che fin dalla morte della madre la aveva accudita ed educata. Tra una chiacchera e l'altra, la aiutò a prepararsi, permettendo a Miriel per un momento di scappare dai suoi bui pensieri. Vestita e pettinata, la ragazza congedò Milya, ringraziandola calorosamente per l'aiuto. 

𝐋𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐨𝐧𝐝𝐨𝐫 ୵୵ 𝐋𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora