ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕔𝕚𝕟𝕢𝕦𝕖

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-Questo verde ti starebbe molto bene- disse Veritas, facendo vedere una bella camicia dal colore verde foresta all'omega.

Kakavasha la osservò e fece un piccolo sorriso -Mi piace- disse, prendendola per osservarla.

-Va bene, allora te la compro- disse, poi andò a vedere altri abiti.

Kakavasha lo seguì tenendo la camicia tra le mani, si guardò intorno e si fermò davanti a dei pantaloni color bianco sporco. Sorrise e li prese, però appena vide il prezzo li rimise a posto. Fece per andarsene, ma la voce di Veritas lo fece fermare.

-Ti piacciono tanto?- chiese, prendendo i pantaloni di prima.

-Oh, ecco... costano molto- rispose Kakavasha, insicuro.

-Sono solo 30 crediti... te li prendo-

Il biondo fece uno sguardo sorpreso -Sul... sul serio??-

L'alpha annuì, per poi sorridergli leggermente.

Kakavasha sentì un bel sentimento provenire dal suo petto. Era sicurezza, gli piaceva stare con lui... lo faceva sentire protetto.

-Grazie, davvero- disse poi.

-Non è niente- disse accarezzandogli la testa. L'omega sentì una sensazione molto bella nel petto per quella carezza, sorrise.

-Sei carino quando sorridi, sorridi più spesso- disse Veritas, andando a vedere altro.

Kakavasha curiosò in giro, non lo seguì perché era incantato a vedere altro. Osservò vari gioielli, anelli, collane e orecchini. Gli Avgin amavano mettere cose luccicanti addosso, sopratutto se erano dorate.

Voleva davvero tanto prenderli, ma esitò, non voleva usufruire di Veritas, dopo tutto ciò che faceva per lui. Sospirò e si allontanò dai gioielli, aveva preso solo un paio di anelli e ora stava cercando con lo sguardo l'alpha.

Appena lo trovò fece per andare da lui, ma si fermò di colpo per via di un uomo che sbucò davanti a lui. Si portò gli anelli al petto, gli occhi dell'omega si sgranarono appena riconobbero che l'uomo davanti a lui era proprio Aoran!

Si girò dall'altra parte, nella speranza di fuggire e avvicinarsi a Veritas, ma l'enigma lo afferrò per un polso, facendogli cadere gli anelli a terra.

Sentì il cuore fermarsi un attimo, lo aveva attirato verso di sé e ora gli stava tenendo una mano sulla bocca. Cercò di liberarsi, picchiando una mano sul suo braccio.

Venne trascinato all'uscita, mentre il poveretto cercò invano di liberarsi. La cosa orribile che gli occhi dell'omega potevano vedere era che a nessuno dei clienti importava della situazione dell'Avgin.

Appena fuori lo spinse contro un altro ragazzo, che lo resse subito.

-Finalmente ti ho trovato! Mi sei mancato così tanto, ho mandato molte persone a cercarti, e nessuno è tornato con te- disse, Kakavasha guardò meglio il ragazzo che lo stava tenendo, era Sunday, e stava annusando i suoi capelli, facendo disgustare l'omega tra le sue braccia.

Gli diede una spinta per farsi lasciare, ma venne subito preso per un braccio da Aoang.

-No! Lasciami andare!- gridò disperato, cercava di essere forte, ma stava cedendo al panico, ma non si arrendeva nel dimenarsi.

-Ti ho cercato per giorni, e ora che ti ho trovato non mi sfuggirai più tanto facilmente- disse, avvicinandosi l'omega a sé, facendogli uscire un verso.

Sunday si avvicinò a Kakavasha e gli afferrò il viso con una mano, lo fissò negli occhi.

L'Avgin non ci mise molto a capire che stava per usare la telepatia su di lui.

Due vite || RatiorineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora