Le fiamme degli inferi

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"Io provo a dirtelo un'ultima volta Niffty" disse Husk portandosi il pollice e l'indice alla giuntura del naso crucciando la fronte "correre per l'hotel con un coltello in mano nel vano tentativo di ammazzare qualche scarafaggio non mi pare un buon metodo per tenere pulito questo posto"
"Te ne viene in mente qualcuno migliore?" chiese animatamente la piccoletta piantando la sua lama nel pavimento mancando la sua preda.
"Almeno un milione...ma dubito fortemente che comunque ne attueresti almeno uno" constatò perdendo le speranze nel momento stesso in cui terminava la frase.
In quel momento comparve alla cima delle scalinate il demone della radio che iniziò a scendere con passo quasi regale.
"Alastor!" esclamò entusiasta la piccola colf correndo verso la fine della scalinata.
"Oh oh oh salve mia piccola instabile domestica" disse con tono pacato passandole una mano tra i capelli prima di dirigersi verso il bancone del bar "Mio caro felino amico" continuò entusiasta aprendo le braccia "come stai?"
"Non credo ti interessi realmente, cosa vuoi?" rispose stizzito versandosi un bicchiere del primo alcolico che gli capitò sotto mano.
"Sempre dritto al punto come al solito, è proprio ciò che più mi piace della tua persona, sono qui per chiederti un favore"
"Ho la possibilità di rifiutare?" chiese retoricamente alzando uno dei lunghi e rossi sopraccigli.
"Hmm...Ovviamente no" ribatté divertito dopo aver finto di pensarci concretamente "ma mi piace sempre dare l'illusione della libera scelta, dovresti tenere le tue appuntite e pelose orecchie ben aperte nel caso sentissi qualsiasi cosa riguardante Vox, Velvette o Valentino, che sia dalla nostra graziosa principessa o dal tuo lascivo amico, chiaro?"
"Mi stai nuovamente mettendo tra l'incudine ed il martello vedo"
"Assolutamente no, questo modo di dire fa intendere che ci siano due pericoli tra i quali doverti districare, ma mi pare che non ci siano altre cose di cui dovresti preoccuparti al di fuori di me" disse mentre alle sue spalle comparivano delle inquietanti ombre demoniache, il suo angosciante sorriso diveniva più tirato ed una forte interferenza sibilava nella stanza.
"D-d-d'accordo" balbettò chinando pietrificato il capo.
"Perfetto, sapevo di poter contare su di te amico mio" salutò tornando ai suoi eleganti modi, andandosene seguito a ruota da Niffty.

"STOOOOP" esclamò furibondo Valentino calciando a terra la sedia da registra sulla quale spiccava l'abbreviazione del suo nome.
Mise il suo bocchino da sigaretta in bocca e prese un lungo tiro sbuffando poi una leggera nuvola rosa.
"COSA CAZZO HO APPENA VISTO?!" gridò prima scagliare via una delle luce da set lì vicino addosso ad uno degli imp che stava manovrando la cinepresa.
Si avvicinò con passo lento verso il letto al centro della stanza dove vi era coricato Angel Dust con accanto due grossi demoni dalle fattezze cinghialesche, i cui unici indumenti erano i grossi collari borchiati dai quali partiva una corda di cuoio nero tenuta saldamente nella mano del ragazzo.
"Caro Angel posso parlarti un attimo nel tuo camerino?" disse con un tono stranamente pacato rispetto a quello precedente.
Mentre il demone col lungo mantello rosso si dirigeva verso una porta bianca su cui campeggiava una piccola targhetta rettangolare dorata con su inciso il nome del ragazzo ragnesco che nel mentre si era coperto con una vestaglia in morbido cotone datagli da uno degli imp e lo aveva raggiunto con passo rapido.
Val aprì la porta ed attese che l'altro demone entrasse prima di seguirlo e richiuderla dietro di sé, Angel rimase fermo con un'evidente aria di paura nei suoi occhi mentre il proprietario della sua anima gli girava intorno scrutandolo, come un avvoltoio che vola vorticosamente su un animale prossimo alla morte.
"Tu sai vero che per fare un buon porno non basta mettere un cazzo in un buco finché qualcuno non viene, no? Sai che serve pathos, erotismo, sensualità...devi farmi venire il cazzo duro prima ancora di iniziare a scopare, capito?" sproloquiò con una udibile e crescente irritazione.
"Sì, Val" rispose con lo sguardo fisso a terra.
"Ed allora dove cazzo era tutto ciò STUPIDA PUTTANELLA DA POSTRIBOLO?!" sbottò tirando un pugno al muro, dalla quale si staccò parte dell'intonaco.
"No-non-non lo so Val" balbettò terrorizzato.
Valentino prese un respiro profondo pulendosi la mano, gli afferrò il voltò in modo che lo guardasse dritto nei suoi lucenti occhi rossi schermati, come sempre, dagli occhiali a forma di cuore. Scrutò il suo sguardo spaventato e percepì il respiro accelerato ed affannoso, tirò fuori la lunga lingua e la passò sulla guancia, quasi volesse assaporare la sua paura. Lo spinse via, il ragazzo indietreggiò sbilanciato fino ad appoggiarsi alla porta.
L'arcidemone si avvicinò alla toeletta tirando leggermente indietro la sedia che c'era davanti come per invitarlo a sedere.
"Vieni qui" ordinò con una voce che non lasciava comprendere le sue emozioni.
Angel si appropinquò titubante ed intimorito ma obbedì e si sedette. Iniziò ad accarezzare il ragazzo col retro della mano partendo dalla guancia, scendendo lungo il collo per poi afferrargli la spalla, il tutto mentre il demone teneva gli occhi socchiusi in un misto di timore e disgusto.
"Cosa vedi mon amour?" gli sussurrò all'orecchio.
Il ragazzo continuò a guardare in basso non sapendo cosa rispondere finché una mano non gli strinse il viso dal mento obbligandolo a guardare lo specchio.
"COSA.VEDI." ripeté quasi ringhiando.
Angel osservò il riflesso nello specchio vedendo il suo volto terrorizzato con gli occhi umidi pronti a piangere in contrasto col sorriso compiaciuto del suo padrone che lo fissava da dietro la sue lenti rosse.
"Non-non so cosa dovrei vedere Val"
"Beh ti dico cosa vedo io" disse mentre toglieva la mano dal viso del ragazzo per passarla delicatamente tra i folti capelli di color bianco e rosa e fermarsi poco più in su del collo.
"Io vedo IL FALLIMENTO!"
Il demone ragnesco sentì la mano sulla nuca afferrarlo e spingerlo violentemente contro lo specchio rompendolo.
"CAZZO...guarda cosa mi fai fare!" sbraitò furibondo Valentino mentre scagliava con forza il ragazzo contro la parete.
Cadde a terra portandosi le mani al volto, il dolore per il colpo alla testa si mischiava a quello per le tante schegge di vetro che si erano conficcate in faccia, provò ad aprire le palpebre ma un frammento più grosso dello specchio gli si era conficcato nell'occhio nero.
"Ora non possiamo neanche continuare le riprese con te ridotto in questo stato...FANCULO" continuò camminando nervosamente per la stanza "vattene e vedi di renderti presentabile per domani" concluse uscendo sbattendo la porta.
Angel tentò di alzarsi ma una forte fitta alla schiena, probabilmente dovuto al lancio contro il muro, glielo impedì. Si guardò attorno con l'occhio sano per accertarsi di essere rimasto solo per poi rannicchiarsi e lasciarsi andare ad un pianto sommesso, le lacrime facevano bruciare come fuoco ardente la scheggia di vetro ma quello non era comunque il dolore peggiore che stesse provando.

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