Fumo rosso fuoco

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Husk flette le ali atterrando in maniera alquanto goffa davanti agli studios di Valentino, erano anni che non volava per un tratto così lungo, sia per pigrizia sia perché non ne aveva necessità, raramente andava in giro se non per ordine di Alastor, e dopo tanti anni librarsi in aria non gli dava più la stessa sensazione di libertà che provava appena morto, anzi, non faceva che ricordargli come ormai non fosse altro che un uccello in gabbia.
Si diresse verso l'ingresso trovandosi davanti un grosso demone in giacca e cravatta dalle sembianze squalesche a bloccargli il passaggio.
"Ti sei perso gattino?!" disse con un timbro basso.
"No, sono qui per incontrare il tuo capo"
Il pesce sbuffò divertito.
"E pensi che io sia qui a fare da uscere? Nessuno entra senza il permesso di Val"
Il felino gli sferrò un violento calcio al ginocchio, prendendolo alla sprovvista, girandoglielo al contrario e facendolo finire a terra con un grido di dolore, lo prese per il collo della camicia e lo avvicinò alla sua mano dove teneva dei dadi che tremavano come pronti ad esplodere.
"Penso che dovresti fare un'eccezione per me, oppure puoi diventare sushi, sai non è la prima volta che lo faccio"
"Va bene, va bene" rispose spaventato "sai che cazzo me ne frega, entra pure"
"Ottima scelta" concluse con un cenno del capo lasciandolo a terra.
Entrò nell'edificio ed iniziò a girovagare inosservato per quella serie di stanze, più o meno ampie, ognuna preparata con un set ad hoc intervallate ogni tanto da ambienti adibiti al montaggio video o per il riposo del vario personale, che probabilmente avevano un senso logico per chi era solito lavorarci ma che per lui erano quanto più simili ad un labirinto. In quella confusione di persone, suoni e scene di natura carnale credette che si sarebbe perso se non avesse fatto attenzione.
"Ma dimmi un po' se questo non è il micetto della troietta, non che l'alcolizzato di quello schifoso hotel"
All'udire quelle parole si voltò di scatto preso alla sprovvista trovandosi davanti l'alto arcidemone che stava cercando con al seguito un folto gruppo di imp e demoni.
"Dimmi un po', cosa ti porta qui?" continuò piegandosi in avanti in modo da guardarlo bene negli occhi "Senza offesa ma non credo tu abbia il corpo adatto a questo settore, almeno che tu non abbia una particolare dote nascosta" disse maliziosamente.
"Non sono qui per questo" rispose con uno sguardo duro e freddo.
La falena si tirò su riacquisendo la sua solita attitudine altezzosa.
"E cosa ti porta qui? Non ho tutto il giorno, se stai cercando il tuo lascivo amico da monta non è qui"
"Lo so, sono qui per affari"
"Tu?" domandò stupito "Forse anni fa, quando ancora eri un pezzo grosso, ma ora non hai nulla per cui trattare"
"Fidati, ho qualcosa che potrebbe interessarti" ribatté nascondendo il bluff dietro un sogghigno.
"Va bene" rispose incuriosito "ma non parliamone qui, preferisco discutere in un luogo più tranquillo"
Fece un cenno con la mano invitandolo a seguirlo, Husk titubante si accodò.
Si mossero per quella lunga serie di stanze fino a sbucare in un portico interno riccamente addobbato di fiori rossi e bianchi che circondava su tre lati un piccolo spiazzo quadrato in terra battuta dalla quale era nuovamente possibile vedere il cielo, sul quarto lato si trovava quella che all'esterno appariva come una piccolissima casa in stile centro americano dal candido color bianco con due finestrelle speculari divise da una porta in legno.
Il demone alato si guardò intorno mal celando la meraviglia che gli provocava quel piccolo squarcio, così in contrasto rispetto a ciò che aveva visto finora.
"Bello vero?" disse altezzoso Valentino notando l'espressione dell'altro demone "mi ricorda tanto la mia casa d'infanzia di quando ero vivo, o almeno ciò che la morte non mi ha tolto dalla memoria"
Alzò un braccio ed il piccolo gruppo che lo seguiva si dileguò, aprì la porta invitando l'ospite ad entrare.
L'interno non era così dissimile da un qualunque ufficio, una grande scrivania finemente decorata di legno chiarissimo, qualche schedario e delle sedie dall'elaborata struttura, l'unica cosa che lo caratterizzava era una specie di camerino personale, con specchiera illuminata, un grande armadio ed una bacheca con tante foto e appunti appesi, che occupava il lato destro.
L'arcidemone chiuse la porta e girò intorno al tavolo per sedersi sulla poltrona, allungò le gambe sulla scrivania prendendo un lungo tiro dal suo inseparabile bocchino.
"Forza siediti" disse sbuffando fumo rosso "di cosa vorresti parlare?"
Il felino si appropinquò ad una delle sedie con aria guardinga.
"Volevo farti un'offerta"
"Per la parte di anima di Angel immagino" rispose quasi annoiato.
"Sì, non preferiresti un'anima completa?"
"Anche se da quando si sollazza con te il suo rendimento davanti alla videocamera è calato rimane la punta di diamante della mia industria, ti ci vorrà ben più per interessarmi"
"E se fosse l'anima di un arcidemone?"
"Tipo la tua?" domandò con un ghigno in viso "sei già un contenitore vuoto, non avrai mica creduto che non me ne sarei accorto?"
"No...tipo la tua"
Fece comparire nella mano tre carte che scagliò contro l'altro demone che, senza mostrare fatica, le deviò a terra con un colpo d'ala.
"Prevedibile"
Dispiegò le sue ali, mentre rilasciava una grossa quantità di fumo, e con un grosso battito ne inondò la stanza rendendo impossibile vedere a più di un palmo dal naso.
"Colpire per primo non serve a granché se non sai cosa fare dopo"
Husk si guardava agitatamente intorno nel tentativo di capire dove si trovasse il suo nemico fino a che non si sentì afferrare il braccio, si voltò solo per ricevere un violento pugno in viso, sarebbe caduto a terra se non fosse stato trattenuto, venne colpito da un calcio al fianco, tossì sentendosi mancare il respiro, per poi essere sollevato e scagliato sulla scrivania. Lanciò una manciata di dadi che scoppiarono diradando per un secondo il fumo ma non mostrando nessuno, percepì un movimento alle sue spalle e prontamente afferrò la poltrona e la spaccò addosso al demone falena.
"Hai idea di quanto mi sia costata?" gridò furibondo calciandolo dritto in petto e scagliandolo contro la parete dall'altra parte della stanza.
Il felino scagliò una manciata di carte alla ceca per guadagnare il tempo necessario a rimettersi in piedi.
"Perché non ti fai vedere codardo?" disse mentre del sangue iniziava a colargli dalla bocca.
Senza apparente motivo la testa iniziò a girargli e barcollò leggermente.
"Pare che il micetto abbia respirato troppo fumo" sogghignò comparendo dalla coltre rossa che inondava la stanza ed afferrandolo per il collo piantandolo con forza contro il muro a quasi un metro da terra "Fatti dare un'occhiata prima di morire" aggiunse ridendo osservando da pochi centimetri gli occhi del demone che lentamente si facevano più piccoli.
In quel momento la porta si spalancò rendendo meno pesante il fumo.
"Husk dove sei?" gridò Angel affannato.
Valentino si voltò verso il ragazzo, il demone alato ne approfittò e con le sue unghie feline lo graffiò al viso, istintivamente l'altro lo lasciò cadere portandosi le mani all'occhio ferito, da terra estrasse delle carte e le piantò nella gamba obbligandolo ad inginocchiarsi, lasciò a terra dei dadi e con le ultime forze che gli rimanevano si lanciò oltre la falena evitando l'esplosione.
Il demone con le fattezze di ragno si precipitò preoccupato verso il suo compagno e lo aiutò a mettersi seduto sostenendolo dalla schiena.
"Perché hai fatto una cosa del genere?! Io non ti ho mai chiesto di aiutarmi" disse in un misto di agitazione, apprensione e rabbia.
"L'altruismo non è tra le cose che cerca sempre di insegnarmi Charlie" sorrise faticosamente.
"Il tentare di morire nel farlo no però"
"Adesso basta giocare" gridò Valentino sbucando zoppicante dal fumo mentre una catena eterea compariva intorno ai polsi di Angel.
La porta si richiuse ed il ragazzo venne tirato con forza dal suo aguzzino che lo afferrò come scudo mentre tirò fuori una pistola, iniziò ad esplodere dei colpo contro l'altro demone che con fatica corse dietro la scrivania per pararsi. Si portò la mano al braccio sinistro sentendo un forte dolore e notò che uno dei proiettili gli si era conficcato qualche centimetro sotto la spalla.
"Che fai? Giochi a nascondino? Non eri qui per liberarlo?" istigò l'arcidemone "e tu smettila di dimenarti" aggiunse furioso al demone bianco e rosa che cercava disperatamente di liberarsi dalle catene.
Husk fu travolto da un senso di impotenza, non poteva colpire dalla distanza rischiando di ferire il suo compagno e sperare di vincere in uno scontro ravvicinato nelle sue condizioni era impensabile, per quanto fosse riuscito a ferire Valentino non era paragonabile al suo stato, i colpi presi erano stati pochi ma devastanti, non riusciva ad usare il braccio sinistro, continuava a sputare sangue e per via del veleno respirato fino a qual momento a stento riusciva a rimanere cosciente, era un pugile all'angolo e non sapeva come uscirne.
Un boato irruppe nella stanza, un'esplosione sfondò il soffitto sbalzando la falena ed il suo ostaggio e permettendo al fumo di uscire liberando l'aria della stanza.
La demone con un occhio solo entrò saltando dal soffitto.
"Finalmente sei arrivata Cherri" salutò il felino appoggiandosi alla scrivania concretamente felice di vederla.
"Hai idea di quanto sia stato difficile trovare questo posto, dai tetti sembra tutto uguale, ho fatto saltare almeno altre 4 stanze prima di arrivare"
"Si può sapere quanti di voi devo fare fuori?!" sbottò l'arcidemone rimettendosi in piedi.
"Forse non hai capito la situazione allora" rispose ridendo mentre preparava due granate.
Valentino prontamente sparò ai due esplosivi che scoppiarono praticamente addosso alla demone che venne scagliata contro il muro, fece in tempo ad alzare lo sguardo solo per vedersi afferrare per i capelli e trascinare in mezzo stanza. Un calcio violentissimo la colpì all'altezza dello stomaco, lasciandola senza fiato, seguito da un altro ed un altro ancora.
"Hai idea mi costerà rimediare a tutti i tuoi danni brutta troia del cazzo?" gridò furibondo mentre continuava a martoriare di colpi il corpo della ragazza che aveva iniziato a tossire fiotti di sangue ad ogni calcio.
Husk scagliò una manciata di carte verso Valentino con l'unico scopo di distrarlo e fermare quello che stava assumendo i crismi di un'esecuzione.
Nuovamente piantò a terra l'attacco del felino con un colpo d'ala e si voltò verso lui con sguardo omicida.
"E' arrivato il momento di mettere fine a questa pagliacciata" scandì pesantemente mentre si avvicinava.
"Non un altro passo" disse minaccioso il demone con quattro braccia.
Val si girò trovandosi a pochi centimetri dall'occhio sano la canna della sua stessa pistola che gli era caduta quando era stato travolto dall'esplosione.
"Tu non vuoi uccidermi" sorrise convinto.
"Non obbligarmi a farlo" chiese quasi supplichevole, sperando concretamente di non dover arrivare a tanto consapevole di non sapere se ne avrebbe avuto il coraggio.
"No, mi sono espresso male, tu non PUOI farlo"
Delle catene rosse strinsero nuovamente i suoi polsi e l'obbligarono ad abbassare l'arma, l'arcidemone gli strappò il ferro dalle mani e lo scagliò vicino al suo compagno.
"Direi che questa pagliacciata è durata fin troppo, se vuoi così tanto la sua anima puoi prendertela, ammesso che ci sia un inferno dopo l'inferno"
Sparò due colpi verso la coppia, prontamente il felino afferrò Angel e si buttò a terra cercando di coprire entrambi con le sue ali.
"Stai bene?" domandò preoccupato il ragazzo sdraiato sotto quella cupola di piume.
I proiettili avevano perforato l'ala ed uno di essi si era piantato nell'avambraccio del demone ragnesco, anche se in quel momento quasi non se ne era accorto.
Il viso di Husk lasciava trasparire tutta la fatica ed il dolore dello scontro mentre guardava fisso a terra con la mente che cercava disperatamente tra le miriadi di sconnessi e storditi pensieri una soluzione, all'improvviso, apparentemente senza motivo, poggiò una mano sul fianco del compagno ed accennò un sorriso.
"E' mai possibile che uno debba fare tutta questa fatica per ammazzare un paio di demoni" disse scocciato Valentino avvicinandosi ai due stesi a terra.
Allungò la mano per afferrare l'ala ferita del demone quando quest'ultimo si voltò di scatto colpendolo in viso con le ali, senza sufficiente forza per ferirlo, ma questo lo distrasse il tempo necessario perché l'ex-arcidemone riuscisse a caricarlo a testa bassa schiantandosi su di lui mentre iniziava ad accoltellarlo ripetutamente al fianco col coltello che Angel portava sempre con sé.
Sullo slanciò della carica la falena iniziò ad essere spinta indietro, tentò di sparare un colpo dritto alla testa del rivale che però gli afferrò il braccio impedendogli di avere la giusta angolatura di tiro mentre continuava ad estrarre e rinfilare la lama dal suo ventre. Sbatté di schiena contro la parete, scivolò seduto, sfinito, mentre il sangue scorreva vistosamente dalla sua bocca e dall'addome.
Il demone alato levò un'ultima volta il coltello dalla pancia di Valentino, lo girò in mano impugnandolo alla rovescia e lo conficcò nella spalla sinistra sorridendo vittorioso.
"Hai delle ultime parole verme?" disse respirando faticosamente.
"Adesso basta Husk" interruppe Angel aiutando l'amica a rimettersi in piedi e sostenendola "noi non lo uccideremo"
"Stai scherzando vero?!" sbottò furioso senza però abbassare la guardia.
L'arcidemone iniziò a ridere in maniera quasi delirante.
"Non l'hai ancora capito? Lui è mio. Per quanto tu possa impegnarti amerà sempre me"
"Vaffanculo Val" ribatté prontamente il ragno "non è quello il motivo, non lo uccideremo perché è la cosa sbagliata da fare, se tutto questo serve veramente a redimermi macchiarmi di un omicidio a sangue freddo non mi aiuterà"
"Che stronzata!" sentenziò sputando sangue "tu resti sempre la puttanella che ho raccolto dalla strada tanti anni fa, non è il contratto che ti vincola a me, sei tu che non puoi farne a meno, tu sei Angel Dust, una mia creatura e senza di me saresti niente, puoi raccontarti tutte le stronzate sulla redenzione che ti pare ma la verità è che prima o poi tornerai da me, con o senza vincolo"
Husk girò con forza il coltello nella ferita facendogli emettere uno strano mix di grida e risate.
"Avanti continua" lo sfidò ringhiando "dammi una ragione per tagliarti quella cazzo di gola una volta per tutte"
"HO DETTO BASTA" gridò facendo ritornare il silenzio "annulla il patto, non so per quanto ancora riuscirò a tenerlo a bada"
Il demone ghignò, lasciò cadere la pistola che teneva nel braccio immobilizzato e con un gesto della mano fece comparire il contratto, fissò dritto in viso il ragazzo con un maniacale sorriso e schioccò le dita, esso prese fuoco trasformandosi in cenere che delicatamente di disperse nell'aria.
Non seppe come ma percepì l'occhio destro schiarirsi lentamente tornando bianco come l'altro.
"Molto bene, ora possiamo andarcene" disse ostentando una sicurezza che dentro di sé non possedeva.
"Sei sicura sia la cosa migliore lasciarlo in vita? Un pezzo di merda come lui?" domandò Cherri poco convinta.
"No, ma è la cosa giusta, non giocheremo a fare i boia"
Il demone alato sfilò dalla spalla il coltello e lo pulì sulle rosse ali che l'arcidemone usava come mantella, guardò con rabbia un'ultima volta la sua espressione delirante prima di raggiungere barcollando gli altri due.
Angel accennò un passo verso l'uscita ma il suo interessa fu catturato da un piccolo luccichio, si chinò, facendo attenzione a non far cadere l'amica, e raccolse un paio di occhiali rossi scheggiati a forma di cuore con la montatura in oro incrinata, dovevano essere caduti a Valentino durante la lotta. Vi guardò attraverso e quasi gli sembrò di poter vedere tutta l'esistenza che aveva trascorso col suo aguzzino ed ora che era effettivamente libero percepiva uno strano senso di vuoto dentro di sé, aveva passato quasi tutta la sua vita negli inferi nella gabbia fatta di violenza, sesso, bugie ed abusi ed ora che la porta della sua cella si era aperta non sapeva se sarebbe riuscito a vivere al di fuori di essa, la libertà gli parve all'improvviso un peso incredibilmente grande da portare, l'aveva bramata con ogni fibra del suo corpo ed ora gli sembrò quasi che non sapesse cosa farsene.
"Sai devo ammettere che mi piaceva la tua eterocromia" rifletté ad alta voce Husk attirando nuovamente l'attenzione del demone ragno.
"Si, ti dava quel qualcosa in più" aggiunse Cherri.
Il ragazzo osservò i faticosi sorrisi che spiccavano sui loro volti ben più che stanchi, distrutti, e si sentì incredibilmente stupido per le riflessioni che gli stavano inondando la mente.
Buttò a terra gli occhiali e li pestò con forza, rompendoli in tanti frammenti.
"Ora però dobbiamo trovare un modo per uscire da qui" disse Angel ritrovando la sua convinzione.
"Non credo sarà un problema" rispose la ragazza con un occhio solo "Hanno svariati incendi e buchi nelle pareti di cui occuparsi"
"Questo spiega anche perché nessuno è intervenuto finora" notò il ragazzo "vi siete organizzati a dovere...ma perché non dirmelo? In fondo stavate rischiando la vita per me, perché farlo a mia insaputa?"
"Ce l'avresti lasciato fare altrimenti?" chiese retoricamente il felino.
Guardò per un attimo il suo compagno negli occhi riconoscendo il punto che gli era stato mosso.
"Touché" concluse fintamente stizzito distogliendo lo sguardo.
I tre si incamminarono lentamente fuori.

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