"Silenziosi."

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Camille

È l'ultimo giorno di scuola, finalmente. Sono un po' in ansia perché probabilmente oggi rivedrò Dan dopo giorni. L'ho evitato il più possibile, senza rivolgergli neanche uno sguardo, ma oggi sarà difficile non trovarmi faccia a faccia con lui visto che tutte le classi si riuniscono nell'auditorio. La mia fortuna è che non sarò da sola, oltre a Jess che mi ha sostenuto molto in questi giorni, ci sarà anche Cal che, avendo fatto la primina è un anno avanti rispetto a me e per questo a scuola lo incontro di rado.

Mi vesto in fretta e, per l'ultima volta, entro in machina di mia madre e accendo la radio, perdendomi tra le note di una canzone estiva.

Appena arrivo davanti a scuola vedo Jess che mi corre incontro, con aria un po' apprensiva.
"Tutto bene Milla? Come ti senti?" Le sorrido per mascherare la mia ansia, ma devo essere forte e saper affrontare il nemico.
"Sto...bene. Vorrei parlare con Daniel." Affermo e mentre noto la faccia allibita della mia amica.
"Parlargli? Perché? Non devi neanche guardarlo! Devi farlo soffrire come lui ha fatto con te, devi essere la più stronza di tutti okay?"
"Ricevuto capo" le rispondo ridendo, ma tanto sa che farò a modo mio.

Nell'atrio scorgo Cal intento a parlottare con una ragazza mora e alta, talmente bella da sembrare una modella. Rimango a fissarli per qualche istante spaventandomi da morire quando capisco che la morsa in cui si trova il mio stomaco non è solo a causa di Dan. Mi accorgo con mio immenso stupore che la vicinanza della mora a Cal mi infastidisce.

Non sarai mica gelosa Fields?!

Domando a me stessa. Ma no, certo che no, sto solo scaricando dalla parte sbagliata la mia ansia pre-discorsetto con Daniel, deve essere solo questo, niente di più.
Mi auto convinco.

La campanella suona e io mi trovo catapultata in mezzo al gregge di ragazzi e, trasportata dalla corrente, raggiungo l'auditorio, prendendo posto accanto a Jess.
Dopo poco la sedia vuota accanto a me viene presa da Caleb, che mi stampa un bacio sulla guancia. Mi trattengo dal chiedergli chi è la sua amichetta mora e poi mi do mentalmente della stupida per aver anche solo pensato di dirgli una cosa del genere.

Il nostro stupido preside si mette a parlare al microfono insieme ai nostri stupidi professori e io, scollegando completamente il cervello da quella noiosa riunione, inizio a pensare a cosa dire al mio ex principino azzurro. Ho in mente diversi inizi ma nessuno di questi rispecchia appieno il mio stato d'animo.
Dopo un'ora di scervellamento giungo alla conclusione che troverò le parole giuste al momento, tanto quando è il caso di fare piani c'è sempre qualche inconveniente che mi distrae.

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Caleb

Camille è particolarmente silenziosa oggi, vorrei tanto sapere a cosa sta pensando in questo momento, a cosa stava pensando mentre parlavo con Carly (la mia amica mora) e ci fulminava con lo sguardo. Vorrei sapere se, quando è da sola, la sera magari, pensa mai a me, come qualcosa di diverso da "Cal-il-mio-stronzo-migliore-amico" o se, mentre l'abbracciavo sul mio letto, per consolarla, ha provato un brivido strano, come di qualcosa di nuovo e di meraviglioso.

Beh, io l'ho fatto.

E mi sento tremendamente in colpa per questo ma è la verità. Mentre lei piangeva per Daniel, io mi godevo la sensazione di averla tra le braccia, di poterla baciare sui capelli senza provare imbarazzo, di poterla proteggere dal mondo, perché in quel momento lei aveva bisogno di me.
E chiamatemi pure un egoista del cazzo per questo, ma sono innamorato di lei dal primo giorno della prima elementare, scusate se ho trovato solo adesso il coraggio di fare qualcosa per averla. Scusate tanto. Ma vorrei vedere voi, guardare la ragazza che amate così felice e pensare che non siete voi a farla stare in quel modo, tu le servi solo quando la magia finisce e rimangono le lacrime: allora arriva il migliore amico.

Ma adesso basta, è troppo dura continuare in questo modo. Ho deciso che le dirò quello che provo, in un modo o nell'altro, e la farò innamorare. Sembro così sicuro dei risultati vero?! C'ho messo due settimane di notti insonni per convincermi che sono alla sua altezza. Quindi, si, io dirò tutto a Camille, e poi la bacerò perché sono troppi anni che la sogno, e se mi respingerà troverò la forza di tornare da lei, finché non sarà pazza di me, o forse solo finché non sarà davvero troppo tardi.

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Camille

Okay, Milla è ora. È suonata la campanella che segna la ricreazione e io mi sto lanciando a passo di marcia verso il capannello di ragazzi in cui si trova Daniel.
Sono dietro di lui e cerco di attirare la sua attenzione, tirandolo per la maglietta. Visto che non mi sente (o che fa finta di non sentire) lo trascino via dai suoi amici e, tirandolo per un braccio, lo conduco verso un corridoio poco affollato.

"Dobbiamo parlare" inizio.
"Parliamo" replica lui, di nuovo con quell'odiosa aria strafottente in faccia. Non resisto.
"Levati immediatamente quell'espressione da essere superiore che c'hai e stammi a sentire o ti ritrovi un labbro spaccato" lo minaccio.
"Che paura..." fa lui sarcastico e sorride. Fantastico, il suo sorriso mi frega ancora.
"Ascoltami Daniel, non voglio metterci troppo quindi ascolta quello che ho da dirti e poi ti saluto okay?!" Dan annuisce e mi fa segno di continuare, come se la cosa non lo riguardasse.

"Per prima cosa devo sapere se per te ci siamo lasciati oppure no. Perché per come la vedo io hai sprecato ogni occasione di riavermi."
"Cosa intendi, Milla?" Non mi bevo neanche per un attimo la sua finta aria innocente. Sospiro e riprendo.
"Intendo dire che io ti avrei perdonato per ciò che hai fatto, se solo tu ti fossi sforzato di dimostrarmi che ti importava ancora. Ma tranquillo ci sono arrivata da sola."

Vedo nei suoi occhi qualcosa accendersi, finalmente.
"Non stavo facendo niente di male, Camille. Lo sai anche tu. sei la solita esagerata, te la sei presa per niente." il suo tono pacato mi da sui nervi.
"Cos'è che non ti è chiaro, Hastings? Ti ho detto che quello non il modo di trattare una come me e comunque ci sarei passata sopra se tu mi avessi dimostrato qualcosa. Non te ne frega un cazzo, Dan. Ammettilo."

Ormai non sto più male per lui, non mi interessa cosa pensa. Mi dispiace solo di aver dato a uno così il mio primo bacio, ma si sa, sbagliando si impara.

"Senti Camille, ti levi dal cazzo per piacere? Se proprio te lo vuoi sentir dire, ecco, all'inizio mi importava ma poi ho perso ogni interesse. Puntavo al fatto che magari mi avresti fatto fare i miei comodi ma neanche quello quindi..."
"Ma i tuoi comodo fatteli fare da qualcun'altra e levati di qui o giuro che quel labbro te lo spacco davvero" mormoro tutto d'un fiato, fiera di me e di come mi sono comportata.

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Caleb

Appena sento il racconto di Camille sulla sua conversazione con Daniel non posso far altro che piegarmi in due dalle risate, orgoglioso di come ha saputo gestire la situazione.

"Pronto per partire?" Mi chiede lei.
"Altroché, non vedo l'ora, come sempre." Come ogni anno io e Milla andiamo in una specie di campeggio al mare, siamo gli unici della nostra città e tutti gli altri, che ormai conosciamo da una vita, vengono un po' da tutto il paese.

Non vedo davvero l'ora di partire perché ho bisogno di staccare la spina e concentrarmi su ciò che voglio dire a Camille, probabilmente è il discorso più importante della mia vita e, mentre la guardò camminare spedita, penso che voglio solo che sia tutto perfetto, come lei.

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