13.

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Lana

Mi chiedo come abbia fatto in tutti questi anni a non assaggiare mai questa prelibatezza. «Che carne è?», chiedo a Samuel, mentre me ne sto rannicchiata sul divano e addento un altro pezzo di Kebab, «Non lo vuoi sapere davvero», mi risponde sputacchiando qualche briciola qua e là.

Mi fermo, il cuore inizia a battermi forte, «Che vuol dire Samuel? E se mi facesse male?», dico rivelando la mia ipocondria, lui scoppia a ridere, «Fidati è meglio che io non te lo dica adesso». Alle sue parole mi alzo con uno scatto, mi pulisco le mani unte e afferro il cellulare per andare su Google, «Come vuoi, lo scoprirò da sola», dico con un aria di sfida, ma non faccio in tempo a scrivere la prima parola nella barra di ricerca che anche lui si mette in piedi, si avvicina a me e cerca di sfilarmi il telefono dalle mani.

Punto i piedi per terra e cerco di restare in equilibrio sulle punte, alzo le braccia più che posso, salgo sul divano, lo scavalco e scappo in cucina. Samuel ancora mi rincorre, ci ritroviamo entrambi ai lati opposti del tavolo, entrambi con il respiro affannato. «Nala, non farlo, fidati di me», mi dice stringendo le labbra per trattenere una risata, «Perché? Che cosa mi hai fatto mangiare?», il mio tono di voce è infastidito. Le mia dita digitano i tasti sul telefono, una lettera alla volta, cerco di non staccare gli occhi da lui che ha le mani sui fianchi. Finalmente riesco a premere la lente di ingrandimento per avviare la ricerca, ma mentre leggo il primo risultato, il telefono mi scivola dalle mani: Samuel me l'ha rubato, è a pochi passi da me, mi costringe a fare tre passi indietro, la mia schiena sbatte contro il ripiano della cucina, mi intrappola, non ho via di fuga. Lo sguardo mi cade sulle sue labbra, sono lucide, vorrei leccarle.

Samuel si avvicina con fare provocatorio, a pochi centimetri dalle mie labbra «Sai, Nala, non sempre le cose che ci piacciono fanno bene. Guarda la pizza, la Nutella, la frittura... Sono tutte cose che amiamo, ma non sono esattamente il massimo per la salute, vero?» dice, il suo respiro caldo quasi tangibile sulla mia pelle mi fa mordere il labbro inferiore per non soccombere al desiderio, «Ma il Kebab...», cerco di replicare con voce incerta.

«Anche il Kebab. È una di quelle cose che sappiamo non essere il massimo, ma il gusto è così irresistibile che ci facciamo sopraffare», i nostri nasi si sfiorano, «Come te Nala, sei irresistibile ma forse non sempre fai bene», Samuel sorride, la sua voce è un sussurro seducente.

Io sono sicura di essere arrossita, il calore ha preso possesso di tutto il mio corpo, sento qualcosa di strano anche nelle mie mutande, ma cerco di mantenere la compostezza, «E cosa suggerisci, Samuel?», chiedo, i suoi occhi sono fissi nei miei.

«Che forse dovremmo imparare a controllarci, a fare scelte più sane. Ma per adesso...», si avvicina ancora a un soffio delle mie labbra, «Posso concedermi un piccolo peccato», continua.

Stringo le mani al mobile, fino a farmi male. Il mio cuore batte forte nel petto, con i nostri volti a pochi centimetri di distanza. Sto per dare il mio primo bacio, ma so dentro di me che non è giusto. I miei pensieri si accavallano mentre Samuel interrompe il momento con la sua voce. «Quindi andiamo a finire la cena», dice allontanandosi da me.

Mi ritrovo appoggiata alla cucina, osservandolo mentre si allontana. La confusione mi avvolge come una nebbia fitta. Non capisco come una persona possa essere così complessa, così piena di contraddizioni. Samuel è arrogante, lo sa essere meglio di chiunque altro. È brutalmente sincero, a volte fino al punto di ferire. Ma poi, in un istante, si trasforma nella persona più sensibile del mondo, capace di accarezzare le mie emozioni più profonde con un semplice sguardo.

Ci odiamo e ci attraiamo, tutto nello stesso istante. È come se fossimo in guerra costante. Ma sotto quella facciata di indifferenza e sarcasmo, c'è una vulnerabilità che mi sorprende ogni volta. E forse è proprio questa lotta interiore che ci unisce, che ci spinge a cercare sempre di più l'uno nell'altro, nonostante le mille ragioni per cui dovremmo stare lontani. È un'attrazione magnetica che va oltre la logica e il buon senso, che mi trascina in un vortice di emozioni contrastanti. A volte vorrei solo poterlo odiare per rendere tutto più semplice.



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