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Lana

Seduta davanti allo specchio nella mia camera, osservo Keyla intenta a farmi la piastra. I miei capelli, naturalmente mossi e a volte talmente crespi da sembrare senza senso, si stanno lentamente trasformando in una cascata di seta lucida sotto le mani esperte della mia amica. Guardo distrattamente intorno: la mia camera è così familiare che non mi soffermo sui dettagli. Il letto ha lenzuola di seta color menta, sul comodino c'è una lampada spenta e un libro lasciato a metà, e le pareti sono decorate con foto e poster di concerti a cui non ho mai partecipato.

Devo stare a riposo e non posso fare sforzi, una situazione che mi tormenta di noia. Da quando Samuel è tornato, ci ignoriamo. Pranziamo e ceniamo in orari diversi; lui fa sempre più serate da DJ e dorme fino a tardi.

«Con Leonardo va alla grande,» racconta Keyla, rompendo il silenzio. «L'altra sera siamo andati a cena in quel ristorante nuovo vicino al Colosseo. Era tutto perfetto: il cibo, l'atmosfera... e poi mi ha portata a fare una passeggiata. Ha detto che non si è mai sentito così felice.»

«Beata te,» rispondo con un sorriso tirato, cercando di nascondere la mia tristezza.

Keyla mi osserva nello specchio, notando la mia espressione malinconica. «Lana, perché non provi a provocare Samuel? Fagli vedere cosa si perde. Sei bellissima.»

Ci penso su, poi annuisco. «D'accordo. Aiutami a truccarmi, allora.»

Keyla inizia a spalmare qualche prodotto sul mio viso, poi si ferma un attimo e mi osserva. «Da quando hai fatto l'intervento sembri diversa. Più sicura di te... ora fai anche delle battute,» mi prende in giro. «Non so,» rispondo, riflettendo. «Forse è per il sogno che ho fatto, dove parlavo con la nonna e la mamma... o forse no. Forse il donatore, o la donatrice, mi ha trasmesso qualcosa,» scherzo.

Keyla si allontana e lascia che mi specchi. Il trucco che ha creato è perfetto: la matita nera accentua l'azzurro dei miei occhi, le gote rosate danno un po' di colore al mio incarnato candido e le labbra sono di un rosso carminio.

Finisco di prepararmi. Indosso un abito nero aderente, che mette in risalto ogni curva. Lo scollo profondo mostra un accenno di décolleté, mentre la gonna corta lascia intravedere le mie gambe. Ai piedi, un paio di tacchi alti completano il look. Mi guardo allo specchio, sentendomi pronta ad affrontare la serata.

 Mi guardo allo specchio, sentendomi pronta ad affrontare la serata

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«Sei splendida,» dice Keyla con un sorriso complice. «Andiamo? Leonardo mi ha scritto che questa sera mangiano una pizza da lui, ci sono anche Sofia e Rebecca.» Nell'udire l'ultimo nome, il mio stomaco reagisce bruscamente, si stringe fino a costringermi a sedermi. Respiro cercando di nascondere il mio disagio. «Perché non inviti anche tuo fratello?» dico alzandomi in piedi. Keyla aggrotta le sopracciglia, capisce subito il mio intento, si limita ad annuire e a digitare qualcosa sul suo cellulare.

Arriviamo a casa di Leonardo. La sicurezza di poco fa è sparita, lasciando spazio all'imbarazzo di indossare dei tacchi per stare a casa. Ma cosa mi è saltato in mente? Ci apre la porta Leo, che ha occhi solo per la mia amica. La stringe in un abbraccio e le lascia un bacio a fior di labbra, poi sposta lo sguardo verso di me tenendo la mano di Keyla. Un ghigno divertito si fa spazio sul suo volto. «Ciao Là, ti vedo in forma. Vieni, entra,» mi invita. Procedo lentamente per evitare di inciampare. Giusto il tempo di salutare Samuel e poi potrò togliere questi maledetti tacchi.

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