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#capitolo6#

Camminiamo ancora per le vie del centro, alla ricerca di negozi adeguati per i suoi regali.
Vuole comprarne uno anche per Jacob.
"Vi ho visti quella sera in quel negozio di libri in fondo alla strada. Eravate così belli insieme..." dico, guardandola.
"E tu hai pensato che fossimo una coppia." Conclude sorridendo.
Annuisco, imbarazzata.
"Adoro mio fratello, ma per carità."
Fa un gesto con la mano, come a voler scacciare via l'idea assurda.
Le sue labbra si piegano in una smorfia di disgusto.
Ridacchiamo.
"Per questo sei scappata via?" domanda poi, seria.
Anche lei mi ha vista? So che Jacob mi ha notato, sembrando quasi infastidito ma lei era di spalle.
"Come fai a saperlo?"
"Mio fratello sembrava impazzito. È uscito di corsa dal negozio. Mi sono affrettata a raggiungerlo ma lui non c'era. E non riuscivo a vederlo da nessuna parte.
È tornato dopo qualche minuto e sembrava avesse corso. Io mi sono incazzata e lui mi ha parlato di te." Spiega. Oh, okay.
Jacob le ha parlato di me.
Ma cosa le avrà detto di preciso?
Che sono una sua buona amica che in quella precisa settimana sembrava fosse impazzita all'improvviso?
Oppure che sono solo una tipa che conosce e che sono parecchio strana?
Che cosa le avrà mai potuto dire di me, conoscendomi solo in maniera superficiale?
Dio, non mi piace assolutamente quando la gente parla di me.
Le sorrido debolmente, continuando a pensarci, e ci avviamo per raggiungere la casa di Jacob.
Mettendo fine alla nostra giornata insieme. Una delle più spensierate da quando sono qui.

Sono elettrizzata come non lo ero da molto tempo.
Oggi è lunedì e mancano solo due giorni al compleanno di Jacob.
Non aspetterò così tanto.
Non so se ci riuscirei.
Ho organizzato una piccola festa a sorpresa per lui domani sera.
Cioè più domani notte. Anche se Mercoledì nessuno avrà voglia di seguire le lezioni.
Hanna ha deciso di intrattenersi qui.
Ma Jacob non si è assolutamente insospettito, perché ha detto di essere contento di averla intorno.
Siamo seduti nel salotto di Jacob e Seth a chiacchierare.
Hanna è sulla poltrona e non fa altro che inviare messaggi e appena passa un minuto riceve puntualmente la risposta.
Di sicurò si tratterà di un ragazzo. Insomma, un'amica non ti scrive mica così tanto?
Seth sta abbracciando Jen per riscaldarla, anche se secondo me è solo una scusa.
Vogliono vedere un film ma siamo costretti ad aspettare Jacob.
Che, per l'appunto, ha deciso venti minuti fa di farsi una doccia. E ci stiamo annoiando ad aspettarlo perché la sua doccia dura più o meno mezz'ora. O forse di più.
Continuo a chiedermi perché Jacob non mi abbia parlato del suo compleanno.
Anche a me non piace raccontarlo in giro. E fingo di non ricordarlo fino al giorno precedente o al giorno stesso. Ma lui ha esplicitamente chiesto a Seth ed Hanna di non divulgare la notizia.
Ho capito in fretta che era un messaggio indirizzato a me. Ma l'ho ignorato ed ho continuato con le mie intenzioni. Continuano a dirmi che sono cocciuta, lo so.
"Alex, come mai hai deciso di trasferirti qui?" chiede Hanna mettendo da parte il suo cellulare.
Probabile che l'altra persona si sia stancata di mandarle tutti quei messaggi.
Provo ad elaborare una risposta adeguata a questa domanda.
Non posso dirle di aver perso il mio fidanzato, di aver distrutto la mia vita, di aver deciso di scappare via anziché affrontare i miei problemi.
Non posso dirle del casino che c'è nella mi testa, del cuore a pezzi o del senso di colpa.
Jacob entra nel salotto.
Indossa un pantalone grigio della tuta e una T-shirt bianca con il logo dell'università. Dovrei averla anch'io da qualche parte.
Ma, di sicuro, non mi sta bene quanto a lui.
Dimentico tutto quello che stavo pensando e mi metto a fissare Jacob.
Dio, quanto è bello! È così sexy.
I capelli sono ancora bagnati e ci passa la mano per allontanare il ciuffo dagli occhi.
Quando è in tuta sembra un ragazzo più giovane, nonostante la barba.
Uno spettacolo per i miei occhi affamati.
Continuo a fissarlo finché non si siede al mio fianco.
Mi guarda, fa un sorrisino e solleva le sue sopracciglia.
So che mi ha scoperta a mangiarmelo con gli occhi e che dovrei distogliere lo sguardo, ma non lo faccio. I miei occhi non riescono a scollarsi da lui, dalle sue labbra, la mascella squadrata, gli occhi scuri. Tutto grida scopami a pieni polmoni.
Merda! Ma che diavolo sto pensando?
Cerco sempre di non pensare a lui in quel modo e tutte le volte che questi pensieri compaiono nella mia mente li scaccio via.
Qualcuno si schiarisce la voce, riportandomi alla realtà.
Entrambi distogliamo lo sguardo e io torno a concentrarmi su Hanna.
O, almeno ci provo.
Cos'è che mi ha chiesto? Ah sì, cosa ci faccio qui.
"Ho sempre desiderato andar via dall'Italia, così ho deciso di studiare online per un anno lingue e ho fatto un sacco di viaggi per far pratica. Così eccomi qui."
Jacob si volta a fissarmi.
"Hai studiato mentre eri in vacanza?" chiede, facendo una smorfia di disgusto.
"Non ero in vacanza, stavo facendo pratica."
Sorrido, ma la sua faccia non cambia.
Parliamo ancor un po' e scopro che io e Hanna abbiamo la stessa età.
Decidiamo di guardare finalmente un film. Jacob mi attira a sé, abbracciandomi.
Visto? Io non dico nemmeno di avere freddo per farmi abbracciare da lui.
È un gesto così spontaneo che sento battere forte il cuore.
Appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.
"Alex! Svegliati dai."
Sento lontanamente questa voce dolce. Sembra così piacevole.
"Solo un altro po'" farfuglio.
"Piccola, devi andare. Domani hai lezione."
È Jacob. Solo lui mi chiama così. Apro lentamente gli occhi.
Sbatto un paio di volte le palpebre a causa della luce. Jacob sorride.
"Ciao!" annuncia.
"C-ciao.." mormoro, assonnata.
Guardo il cellulare rendendomi conto che è tardissimo. E contrariamente a quello che vorrei davvero fare, lascio che mi accompagni al dormitorio.

Per ora, per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora