- Prologo -

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***
"Sun, guarda, è per te!" teneva tra le mani un girasole.

era un caldo pomeriggio di agosto, quasi il tramonto, la pace assoluta qui al palazzo di Giada.
"dove lo hai trovato?" la piccola me era sorpresa nel veder il suo fiore preferito dopo tanto tempo che non ne vedeva uno. mi alzai dal prato entusiata, prendendolo in mano.
"vuoi vedere? non è tanto lontano dal tempio"
accarezzai i petali delicatamente.
"vabene, andiamo"
mi prese la mano, corremmo per un po' ma ne valse la pena.
"chiudi gli occhi" mi disse coprendomeli con le sue mini zampette. "non preoccuparti, ti guido io. vai ancora un po' avanti" mi fido, e avanzo.
"ora puoi aprirli" si sposta di poco mentre mi scoprì gli occhi. ci trovammo in un punto alto (un po' di più della posizione del tempio), esattamente in una collinetta, di cui sotto di essa vi era la vista più bella che io abbia mai visto in vita mia.

una distesa immensa di girasoli.

sono tutti inclinati verso il sole che stava tramontando, il cielo dipinto di l'arancione, con qualche sfumatura in giallo. rimasi a bocca aperta.
"è bellissimo" non avevo parole per descrivere tutte le sensazioni che stavano attraversando il mio corpo. era quasi un sogno paradisiaco, tutto è meravigliosamente bello e tranquillo, da cui non vuoi più svegliarti e andartene.
mi voltai verso di lui, che stava sorridendo. "sapevo che lo avresti apprezzato" disse mentre si avvicina, prendendomi la mano. torno ad osservare i girasoli ancora stupita, sono molto rari da queste parti, o almeno così pensavo.
ogni volta che passavo in un negozio di giardinaggio vedevo sempre le solite piante, rose, camelie, ortense, peonie, tulipani, gigli, fiori di loto...  e mai un girasole. un giorno accompagnai mio zio Shifu, e al bancone notai un fiore mai visto prima. era messo in un vaso marroncino chiaro, il suo stelo era rilevante, robusto e cilindrico, percorso da foglie che si alternavano,  per poi finire alla sua calatide coronata da petali gialli. ne rimasi estasiata dalla sua bellezza, attratta dalla sua forma e dai suoi colori.
"cos'è?" chiesi, con voce minuta al cassiere, che continuava a sorridermi.
"questo è un Helianthus annuus, comunemente conosciuto con il nome di girasole, ed è una pianta originaria dell'America del Nord Occidentale. vengono anche definiti i fiori della luce e della vita, dato che sono legati alla simbologia del sole. ti piace?"
continuavo a guardare il fiore, a bocca aperta.
"prendo questi" disse zio quando arrivò in cassa, dopo aver preso due sacchi di terriccio.
"oh, maestro, che piacere rivederla! come vanno i bonsai?"
"magnificamente, mi danno sempre più soddisfazioni" disse mentre paga.
"zio guarda, un girasole!" esclamai entusiasta, prendendolo per la manica del kimono.
"questo piccolo raggio di sole è sua nipote?"
"proprio così" rispose fiero. "oggi ha insistito ad accompagnarmi"
"posso sapere come ti chiami, piccola?"
"Sun Kwon, e ho cinque anni!" dissi mostrandogli il cinque con le dita della mia mano.
"caspita, sei proprio grande!" esclamò mentre dava il resto.
"zio, hai visto il girasole?" continuai, piagnucolando.
spostò la sua attenzione al fiore che stavo indicando con il dito.
"non ci credo, non ne ho visti molti da queste parti"
"è un regalo di mia figlia tornata da uno dei suoi viaggi all'estero, effettivamente qui in Cina non se ne vedono spesso"
"proprio come me!" dissi, saltellando. "zio dice sempre che sono una speciale, e rara da trovare" mi rivolgo a Shifu. "per questo mi hai chiamata Sun, zio?"
sorride teneramente, accarezandomi la testa. "ma certo, tesoro. solo che di girasoli ce ne sono tanti, tu invece sei unica, irreplicabile"
me lo diceva spesso, che sono unica nel mio genere. ha sempre cercato di non dare troppo peso la mia diversità, abituandomi semplicemente che fossi come tutti gli altri, ma con qualcosa in più.

"io e te saremo amici per sempre, vero?" domando.
"si"
"promesso?"
esita qualche secondo. sta volta mi giro,  e noto che ha continuato a guardarmi per tutto il tempo. i suoi occhi si intristiscono.
"si, promesso" risponde alla fine.
"perché non hai risposto subito?"
abbassa lo sguardo sulle nostre mani ancora intrecciate.
"non sono bravo a mantenere le promesse, e io non voglio deluderti. soprattutto, non voglio perderti. perchè ho la sensazione che succederà?"
"cosa te lo fa credere?"
"quando diventerò il guarriero dragone, poi non potremmo più stare assieme come adesso. lo sai come sono fatti i grandi, sono sempre impegnati a fare tante cose, e se questo ci separasse?" disse tutto d'un fiato.
gli presi l'altra mano. "ascoltami, qualunque cosa accadrà, il nostro rapporto non cambierà mai. di questo ne sono certa"
mi sorrise, più incoraggiato.

Dragon Warrions (fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora