Chapter 3

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flashback
***
l'allenamento è appena finito, è stato un'altro giorno molto produttivo. sono appena le 21, la stanchezza e la fame iniziano a farsi sentire.
io, Shifu e Tai prendiamo posto a tavola e iniziamo a mangiare, parlando del più e del meno.
dopo cena, decido di andare nel mio posto preferito a meditare, così mi dirigo per la via del grande albero di ciliegio. ma sento dei passi oltre a quelli miei dietro le mie spalle.
vedo Tai che esce e và verso il campo. vuole allenarsi ancora?
ultimamente è strano, non fa altro che allenarsi senza sosta,più di prima. è diventato più taciturno ed è sempre scontroso. sarà la tutto il doppio della pressione che gli mette Shifu. non ce la faccio più a vederlo così.
decido di seguirlo per parlargli.

"ancora?" chiedo non appena mi ci trovo dietro. il sacco da boxe che sta prendendo a pugni è visibilmente rovinato.
non risponde subito, si prende qualche istante prima di parlare. "è necessario" dice soltanto.
"se sei destinato ad essere tu, lo sarai anche senza spaccarti le ossa."
non risponde.
"sono preoccupata per te, è da giorni che ti comporti in modo strano, vorrei solo poter-"
"vattene" dice duro senza guardarmi. il calcio che ha dato sta volta al sacco è stato parecchio forte.
sono consapevole che ha bisogno dei suoi spazi e non voglio essere pesante, ma nemmeno voglio andarmene lasciandolo così.
"è da giorni che non mi rivolgi la parola e mi eviti. non riesco a capire cosa ho fatto di male per meritarmi questo comportamento da parte tua"
un'altro pugno, un'altro, e un'altro ancora, questo è l'unico rumore che si sente, oltre al suo respiro che inizia a farsi affannato.
"se la smettessi di starmi addosso sarebbe la cosa migliore per entrambi" dice all'improvviso.
"io non ti sto addosso, mi sono fatta da parte per un po' ma vedo che stai sempre peggio. è tutta colpa di Shifu, stai accumulando sempre più stress, e prendere a pugni un sacco non ti dá nessun risultato"
"senti" un'altro pugno "ora ti spiego una cosa, che devi metterti bene in testa" il suo tono è aspro e arrabbiato.
l'ultimo pugno che dà è quello decisivo, il sacco si apre a metà e và a sbattere con violenza a terra a pochi centimetri di distanza da noi. finalmente si gira. quasi non lo riconosco, il suo sguardo è rude e carico di rabbia, i suoi occhi sono piedi di odio, ma dietro, so che si nasconde tanta tristezza.
"Shifu non c'entra niente, non mi sta pressando, fa solo quello che deve. vuole che io sia il migliore, crede in me, e non potrò deluderlo"
"tu hai paura, e prima lo ammetterai a te stesso e meglio sarà"
"ok, d'accordo. lo ammetto" sputa ironicamente "ma non credo di sentirmi meglio"
"non funziona così"
"certo, perché tu lo sai, no?" diventa sempre più acido.
"tu che" esita. "cerchi sempre il buono negli altri e poi ci rimani di merda quando realizzi che le tue aspettative non erano quelle che speravi, poi ti isoli e soffri perché pensi sia colpa tua, oppure quelle volte che ti senti in colpa quando provi ad aiutare le persone e non ci riesci, allora? questo lo ammetti a te stessa? " dice, urlando. " e dopo che lo ammetti, che succede? magicamente tutto scompare?"
"è un ragionamento diverso" dico con voce quasi spezzata, le lacrime vogliono uscire ma non gli e lo permetto,non voglio che pensi che non possa sostenerlo.
anche se ha ragione non voglio dargli la soddisfazione che infondo è la verità quella che ha detto. parlo io che, non riesco a stare bene con me stessa, figuriamoci far star meglio qualcuno.
"sei così sensibile, a tal punto che anche un mio tono leggermente più alto ti fa tremare" ha cambiato sia espressione e sia atteggiamento improvvisamente.
ora è a pochi centimetri da me. per guardarlo in viso devo alzare completamente la testa, questo movimento fa uscire una piccola lacrima furtiva, che lui asciuga prontamente. posa il palmo della sua zampa nella mia guancia e la accarezza dolcemente, mentre il suo sguardo si è addolcito, e al posto della rabbia ora c'è un sentimento nuovo, uno che raramente gli ho visto provare. adoro quando mi guarda così.
"mi dispiace se ti ho offesa, e mi dispiace se ultimamente mi comporto da stronzo. solo solo stanco, ma sto bene" l'altra mano invece la appoggia un po' più sotto della schiena e mi tira a sé.
"mi sento bene quando ci sei tu. nonostante voglio che tu mi lasci in pace, allo stesso tempo non riesco a starti lontano. sei la mia luce, il mio piccolo sole che ha il potere di riuscire a cambiarmi l'umore. non so cosa farei se non ci fossi tu a salvarmi da me stesso"
inizio a piangere senza staccare gli occhi dai suoi.
"sei ancora più bella quando piangi, quindi non privartene. non è segno di debolezza, perché so che ti senti ridicola a farlo. Sun, non sei l'unica che pensa di conoscermi. io ti conosco ancora meglio." prende una pausa. "io e te siamo fatti così, per quanto proviamo ad odiarci finiamo sempre a questo punto, in cui tu pensi di non riuscire a sostenere il mio malumore, e io che mi ammorbidisco solamente guardandoti negli occhi. siamo un disastro, due anime che cercano continuamente qualcosa per riempire dei vuoti incolmabili. siamo così differenti, talmente diversi da essere simili. la nostra storia, il nostro passato, quello che abbiamo condiviso, tutto ciò che abbiamo vissuto, è questo ciò che ci unisce. quello che c'è tra di noi non si può scalfire, perché abbiamo creato qualcosa di unicamente nostro" mi lascia un tenero bacio sulla fronte.
non ho parole. è la prima volta che mi dice una cosa del genere.
"vieni qui" dice in un sussurro, portando la zampa che prima era sulla guancia dietro la mia testa, facendomi appoggiare al suo petto.
"va tutto bene" mi stringe, e poi poggia il suo mento nella mia nuca.
"non voglio perderti" trovo il coraggio di dire.
"non succederà, non vado da nessuna parte senza di te. promesso"
rimaniamo stretti, con la paura di lasciarci andare.
***
ripenso a quella sera, mentre sono seduta ai piedi del mio letto a fissare il vuoto.
mi manca. vorrei vederlo, e poi prenderlo a schiaffi. tutte quelle promesse non mantenute.. non riesco a non pensarci. prometteva, prometteva sempre, e io ci credevo, pensavo davvero che le avrebbe mantenute tutte. sono stata una stupida a fidarmi così ciecamente di qualcuno. e ora mi ritrovo a stare male, e vorrei piangere, ma non riesco a fare nemmeno quello. sono diventata ancora più debole di prima, lui era la mia forza, lui riusciva a tenermi viva. ma adesso, mi sento un involucro senza scopo che non ha nemmeno la forza di far uscire due lacrime dagli occhi.

vorrei urlarglielo, dirgli quanto male mi ha fatto la sua assenza, che graffia più dei suoi artigli e spacca più dei suoi pugni, dirgli quanto sola mi sono sentita dopo che se ne andato. ma voglio pure abbracciarlo, voglio perdermi tra le sue braccia e il suo petto ancora una volta, sentirmi stritolata nei suoi abbracci, sentire il suo respiro caldo attraversarmi il collo, voglio ancora udire la sua voce, voglio che mi riempi ancora di attenzioni. voglio che mi dica che vá ancora tutto bene com all'ora, che non c'è nulla di cui debba preoccuparmi perché ci sarà sempre lui per me, voglio che mi dica quanto io sia importante, che non sono una nullità, che ha bisogno anche lui di me tanto quanto ne ho bisogno io.
sono patetica.
sarà un'altra notte insonne.
~
pov's Tigre
"sarà questa la strada che percorrerà?" dice Mantide saltellando sulla mia spalla.
"si, ne sono certa. questo ponte in legno è la via più veloce per raggiungere il Tempio" rispondo cercando di non far trasparire l'ansia.
"sei preoccupata?" mi chiede. speravo non se ne accorgesse.
"forse"
"non perché hai paura di lui, ma hai paura per come potrebbe reagire Sun o per il maestro"
"esatto. per questo non ho voluto coinvolgerla, non voglio che mi veda mentre sto affrontando la persona più importante della sua vita. ma allo stesso tempo, vorrei fermarlo a tutti i costi, per proteggerli"
"bella confusione"
"Sun capirà perché lo stiamo facendo" esordisce Gru " sa che è per una buona causa. Tai Lung non è più quello di una volta, non si limiterà difronte a niente, e noi dovremmo fare altrettanto"
"mi stavate aspettando?" una voce proviene dall'altra parte del ponte. una sagoma alta e robusta ci osserva. in un salto scattante si posiziona davanti a noi.
"dov'è il guarriero dragone?" chiede con tono sarcastico.
"che ne sai che non è davanti ai tuoi occhi?" dico con tono fermo e deciso, preparandomi a combattere. ma in tutta risposta, sbotta in una risatina ironica.
"mi prendi per uno sciocco? so bene che non sei il guarriero dragone, nessuno di voi lo è!" urla, seccato. "peccato, e io che credevo finalmente di scontrarmi con un degno avversario, e invece chi mi ritrovo davanti? cinque animaletti addomesticati che agiscono secondo gli ordini del loro padrone. che pena che mi fate" sputa velenoso.
"da te poi, non me lo aspettavo" mi indica "ha fatto la stessa cosa che ha fatto a me, ti ha cresciuta con quella convinzione che un giorno saresti stata tu la prescelta, e poi sei stata messa da parte. addirittura, continui pure difenderlo?"
" io non sono come te "
"ah, e cosa sarei?" chiede minaccioso, avvicinandosi ancora di più.
decido di non rispondere per non peggiorare la situazione.
"avanti, dimmelo, che cosa sono io?" ripete, ma continuo nel mio silenzio.
"se hai davvero le palle, dimmelo in faccia che cosa sono" sta cominciando a perdere la pazienza. dobbiamo attaccare adesso, ora o mai più. sferro un pugno che schiva agilmente, lo scontro è iniziato. ma nessuno, nemmeno in due mila guarrieri riuscirebbero a sconfiggerlo.
dopo una mezz'ora io e i miei compagni cadiamo a terra sfiniti, e lui ne approfitta per sferrare l'attacco nervino, una mossa che permette di far venire una paralisi temporanea al proprio avversario, appresa da Shifu, che solo a lui insegnò.
risparmia solo Gru, per riportarci in volo al tempio.
"il vero guarriero dragone sta tornando"
~

Dragon Warrions (fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora