Draco si era incolpato per quello che era successo il giorno prima. Afflitto e profondamente rattristato, il ragazzo sedeva in una posizione raccolta su una delle poltroncine della Sala Comune dei Serpeverde, leggermente illuminato dalla fioca luce del lago soprastante. L'ombra verdastra delle alghe ondeggianti gettava strane forme sui muri, creando un'atmosfera ancor più tetra. Accanto a lui, Pansy Parkinson, sua compagna di corso, lo guardava con sguardo curioso, cercando di conoscere i suoi segreti più profondi.
«È tutta colpa di quei due imbecilli di Tiger e Goyle,» diceva una vocina nella sua testa. Certo, era colpa loro, ma Draco avrebbe dovuto immaginarlo.
«E cosa avresti fatto se fossi riuscito a baciarlo?» Draco non lo sapeva. Aveva sperato tanto in quello che poi si era rivelato come un enorme fallimento. Eppure il viso di Harry spuntava tra le sue ruminazioni, inducendolo a vedere il lato positivo di quella situazione. Harry era stato come un faro di speranza nella sua vita, qualcuno che avrebbe potuto finalmente sconfiggere il Signore Oscuro e riportare la gioia nella vita di Draco.
La sua famiglia aveva ormai perduto quella gioia da anni, e tutto lo induceva a pensare che se fosse continuato tutto così, anche solo per poco, sarebbe stato irrimediabile. Harry invece, così spensieratamente buono e di animo nobile, aveva il potere di contrastare quelle nubi oscure che si affacciavano su Draco e scacciarle, forse per sempre. Questo era ciò che Harry faceva per Draco, anche se inconsapevolmente, e gli anni passati a pensarlo lo avevano reso via via più innamorato. Innamorato di quei brevi scorci di vita e di amore che vedeva in Harry. Innamorato di quella luce di speranza che il ragazzo non smetteva mai di produrre.
Draco sollevò lo sguardo, trovando gli occhi di Pansy fissi su di lui. Lei alzò un sopracciglio, il suo volto pieno di domande non dette. Ma Draco non aveva risposte. Aveva solo il silenzio opprimente della Sala Comune e il peso dei suoi pensieri, un peso che, forse, solo la luce di Harry avrebbe potuto alleggerire.
<<Tutto bene, Draco?>> Draco annuì. <<Non sembra, lo sai? Credo di sapere cos'hai, problemi d'amore. Me ne vuoi parlare?>> Draco scrutò Pansy Parkinson diventare rossa, poi rispose <<No, Pansy, e poi che se senso avrebbe?>> <<Beh, se non vuoi dirmelo non ti forzerò, dico solo che dovresti parlarmene, per il tuo bene>> e se ne andò, forse non sentendo il borbottato "Donne..." di Draco. Ma Draco non ce la faceva più a stare lì da solo e decise di incamminarsi verso la Sala Grande, per sgranchirsi un po' le gambe.
Con un respiro profondo, uscì dalla Sala Comune dei Serpeverde e si incamminò verso la Sala Grande. I corridoi del castello erano silenziosi e deserti, il suono dei suoi passi rimbombava sulle pareti di pietra.
Mentre girava un angolo, Draco si fermò di colpo. Davanti a lui, inaspettatamente, c'era Harry. Harry Potter, con la sua solita espressione determinata, stava camminando nella direzione opposta. Per un momento, i due ragazzi si guardarono negli occhi, entrambi sorpresi di trovarsi lì.
«Potter...» iniziò Draco, la sua voce tremante.
«Malfoy,» rispose Harry, senza sapere bene cosa aspettarsi. C'era una strana tensione nell'aria, una miscela di emozioni non dette.
Draco abbassò lo sguardo, poi lo rialzò con determinazione. «Non so cosa stai pensando di me, Potter, ma... ma voglio che tu sappia che non tutto è come sembra.»
Harry inclinò leggermente la testa, osservando Draco con attenzione. «Cosa intendi, Malfoy?»
Draco esitò un attimo, cercando le parole giuste. «Intendo dire che... a volte ci sono cose che non possiamo controllare. Scelte che non possiamo fare da soli.»
Harry lo fissò per un lungo istante, poi annuì lentamente. «Lo so, Draco. Credimi, lo so.»
Un silenzio carico di significato cadde tra loro, interrotto solo dal rumore lontano di un orologio a pendolo. Per la prima volta, Draco si sentì come se qualcuno potesse davvero capire il tumulto dentro di lui.
Il mondo, però, non seguiva il loro volere, e quando entrambi furono trascinati via dalle correnti di ragazzini che uscivano dalle aule, un cenno di saluto fu l'ultima cosa che si scambiarono. Draco rimase a fissare il punto in cui Harry era scomparso tra la folla, un misto di speranza e frustrazione nel cuore.
Ma l'incontro con Harry non fu l'unica sorpresa. Mentre si voltava per tornare alla Sala Comune, qualcosa a terra attirò la sua attenzione. Un galeone d'oro giaceva lì, e Draco si chinò per raccoglierlo. Sul lato, inciso in piccole lettere che brillavano alla luce delle torce, c'era un messaggio: "Domani a mezzanotte sulla torre di Astronomia, Draco."
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Sei tutto mio, Harry Potter
RomanceHarry Potter fa un sogno che lo porta ad incontrare Draco nella stanza delle necessità. Quello che succederà tra i due è ancora da scoprire (DRARRY)