La rivelazione!

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Quella sera Gilderoy non aveva fame. Aveva avuto un'intuizione geniale, e non vedeva l'ora di condividere l'idea con l'adorata cugina! Avrebbe chiesto il suo aiuto e sarebbe stato molto più semplice del previsto.
Dopo aver guardato il suo allocco scomparire fra le nubi, pose la sua mano curata e inanellata sulla superficie lucida dello specchio barocco, si concentrò, chiuse gli occhi e pronunciò: "Ingrid Teddy!"

Dopo un po' di attesa e di riflessi luminosi, ecco apparire dall'altra parte una sua vecchia conoscenza, che non incontrava da un po'.

"Gi-Gilderoy!?"

"Quirinus!!! Come stai!?!... Dove... Dov'è Ingrid?!"
"Sta do-dormendo! Qui è l'una pa-passata! Se-sei fortunato che mi so-sono alzato p-per bere! È tu-tutto a pos...?"
"Devo parlarle assolutamente!"
"C-certo, certo.... Spero nu-nulla di grave!" Mormorando quelle parole, il mago corse a svegliare la giovane strega, tenendo lo specchietto da borsetta in mano.
Ingrid si rigirò un paio di volte, mormorando qualcosa del tipo "Non voglio fare i compiti di Antiche rune!" E poi si ricompose, con un dolce sorriso, non appena si rese conto che a svegliarla era stato il mago che amava.
"T-ti cercava..." E Raptor le porse lo specchio, con il riflesso di Gilderoy, nel suo studio di Villa Lockhart.
"Cugino! Come stai!? Ti rendi conto di che ora sia!?" Domandò la giovane strega.
"Bene! Anzi, benissimo... Ora che so come recuperare il mio SPECCHIO DELLA MODA!"
"Ma... Co-cosa sta di-dicendo?" Chiese Raptor.
"Shh" Ingrid lo invitò al silenzio portandosi un dito sulle labbra "Ti spiego bene dopo!" Sussurrò. Ora la voce di Gilderoy giungeva però lontana e ovattata.
"Ti sento malissimo!" Esclamò la ragazza, sicura che fosse a causa dell'incantesimo farlocco del cugino, per abbellire (a suo dire) lo specchio magico.
A quanto pare però, il mago non la stava ascoltando, o forse non l'aveva nemmeno sentita. Euforico, continuò il discorso, di cui Ingrid tentò invano di leggere il labiale.
Sentì solo la conclusione: "QUINDI, CUGINA, ho deciso di farmi assumere!!!"
"G-grande! A-almeno avrai un la-lavoro serio!" Esclamò Raptor.
"Assumere dove? Da chi!?" Chiese lei.
"Oh! Ma allora non mi ascolti!!! A HOGWARTS, sciocchina! Come pensi che potrei recuperare il mio specchio, altrimenti?"
"G-gazza n-non andrà mai i-in pensione!" Sussurrò Quirinus, facendo ridere Ingrid.
"Sono sicuro che Silente, a questo giro, sceglierà me! Il posto di Difesa si è appena liberato!... Senza offesa, eh Quirinus! Ah! Puoi tranquillamente chiamarmi collega"
L'ex docente soffocò una risatina: "N-nessun problema... A-anzi, so-sono felice p-per te... Hai g-già fatto domanda?"
"Ovvio! E l'avevo fatta anche l'anno scorso... Ma l'anno scorso avevano scelto te..."
A questo punto, Ingrid aveva già girato lo specchietto, in modo che i due maghi potessero parlare fra loro.
"Beh ... A-assumono p-per anzianità e co-competenza... Quindi... Ora t-ti chiedo.... I-il programma che hai p-presentato era ta-tanto più carente de-del mio!?"
Raptor si pentì subito di aver pronunciato quella frase, conoscendo l'ego smisurato di Gilderoy.
Per fortuna si rese conto che il mago non poteva vederlo e forse nemmeno sentirlo, perché al posto del loro riflesso, per qualche secondo apparve una schermata di una TV babbana.
"Allora Denise, è la tua risposta definitiva?"
Quirinus lo ricononbe... Sembrava un gioco a premi, uno di quelli che suo padre si divertiva a seguire dopo cena, sorseggiando brandy in poltrona.
"Cos'è stato?!" Domandò Gilderoy, riapparendo nel riflesso.
"Si c-chiama interferenza!" Rispose Raptor.
"Cosa!?"
"È il prezzo che si paga sabotando uno specchio, cugino!" Tagliò corto Ingrid.

"Dicevi, Quirinus? Il programma?" Riprese Allock, ignorando la cugina.
"Sì... I-il programma... C-come l'hai st-st..."

"STRONZO!!!" E apparve un gangster con pistola, intento a sparare verso lo specchio. Fortuna volle che l'interferenza si interruppe prima dello scoppio, altrimenti alla povera Nali al piano di sotto sarebbe venuto un infarto.

"STRUTTURATO! Co-Come l'hai strutturato?... I-il programma!" Raptor riapparve nel riflesso. Imbarazzato ma allo stesso tempo spiccio; spinto dalla voglia di chiudere al più presto quella conversazione e tornare a dormire.
"Che programma?" Domandò confuso Gilderoy.

La camera degli specchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora