Calendula essiccata

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La strega rivide brillare il suo specchietto in tempo e finalmente rispose: "GILDEROY!!!"
Dall'altra parte il mago sospirò, poi salutò la cugina, malcelando una risata nervosa. L'adrenalina stava scendendo, lasciando sempre più posto alla stanchezza.
"Gil! È importantissimo! Devi scoprire di più sulla ca..."
"...lendula essiccata..." L'interferenza dello specchio aveva mostrato Piton, riflesso sul suo nuovo calderone... Evidentemente era intento a preparare qualcosa di segreto.

"Come!?" Domandò Allock
"Ho detto che devi capire cosa si nasconde nella camera dei..."
"GRIFONDORO!!!" Un'ennesima interferenza rifletté il ricordo dello smistamento di Silente dal cappello parlante.
"Hai capito?!" Richiese poi Ingrid, ricomparendo.
"Beh. Io... Ma certo!!!" Doveva essere una sorta di indovinello, a questo punto! In fondo, era o no un Corvonero? Avrebbe trovato lo specchio nella sala comune dei Grifondoro, ora che sapeva anche quale fosse la parola d'ordine... CALENDULA ESSICCATA.

Era un genio!

"Grazie cugina! Ora devo proprio salutarti!" Gilderoy diede un bacio allo specchio, all'altezza della fronte di Ingrid e abbandonò la conversazione.

***

"Perché temo che non abbia capito?!" Domandò Ingrid, vedendo il proprio riflesso ricomparire nello specchietto.
"P-perché probabilmente co-conosci troppo bene tu-tuo cugino!" Sospirò Raptor, al suo fianco.
"Come facciamo!?"
"T-T-tranquilla amore... Avrai mo-modo di ricontattarlo!"

****

Benché il sonno rendesse il letto sempre più invitante e le palpebre sembravano pesanti come serrande di acciaio, Gilderoy decise che avrebbe tentato un ingresso a sorpresa nella sala comune dei Grifondoro proprio quella notte. Sarebbe stato facile?
Per lui sicuramente.
Lo avrebbero scoperto? Certo. Ma sapeva benissimo come cancellare il ricordo a un intero gruppo di ragazzini. Sarebbero bastati 5, massimo 10 minuti di amnesia collettiva, e ciò era molto facile, con la sua bacchetta.

Stappò una provetta di pozione rinvigorente e ne mise qualche goccia sotto la lingua.
Si sentì immediatamente meglio e quindi lasciò la sua stanza diretto alla sala dei Grifondoro.

Arrivato davanti all'ingresso nascosto dal quadro, salutò la Signora Grassa con un inchino riverente e i complimenti per la collana di perle; dopodiché, sentendola chiedere la parola d'ordine, si schiarì la voce e pronunciò sicuro di sé: "Calendula essiccata!"
La dama sgranò gli occhi e scosse appena il capo: "Come!?"
"CALENDULA ESSICCATA!" Ripeté lui, fiero.
"Mi spiace, professore, ma le regole valgono per tutti, e questa non è la parola d'ordine! Quindi non posso farvi entrare!"
"Come... Oh! Per tutti i rospi! Ma come è possibile!?"
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Ripeto, sono desolata! Solo Silente potrebbe..."
"Non importa, non importa... Lasciate stare, Madama!" E con un colpo rapido di bacchetta cercò di togliere quel ricordo dalla mente della Signora Grassa.
"Cosa state facendo?"
L'incantesimo non funzionava. Gilderoy si ricordò di una regola che Silente stesso aveva ribadito più volte quando il mago studiava.

"Ah! Allora è vero!"
"Cosa!?" Domandò la signora dipinta, ormai spazientita.
"... Che non si possono incantare i quadri! Devo assolutamente provare questa teoria con le classi prime, domani!" E con quella scusa, lo scrittore salutò velocemente e tornò in camera.

Non era quella la parola d'ordine corretta! E allora cosa rappresentava l'enigma di Ingrid? O forse era veramente solo colpa di quelle dannate interferenze e lui, tra l'agitazione e la stanchezza ci aveva visto qualcosa di più? Cosa poteva fare ora?

L'unica alternativa gli parve quella di dormirci su. L'indomani ci sarebbe stata la partita di Quidditch e avrebbe avuto tutto il tempo di pensare all'enigma e trovare il suo amato SPECCHIO DELLA MODA!

La camera degli specchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora