Vivi

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sommario: Era una giornata normalissima sulla Moby Dick, a parte il fatto che il nostro caro Ace si comportava in modo strano e gli altri membri della famiglia scopriranno presto perché...


ATTENZIONE QUESTA FANFICTION CONTIENE:
AUTOLESIONISMO ESPLICITO ⚠️
TENTATO SUICIDIO⚠️





Era una giornata come le altre sulla Moby Dick: Oyaji era seduto sulla sua poltrona a guardare i suoi figli con sguardo fiero, marco nel suo ufficio ad occuparsi di alcuni documenti, Thatch intento a cercare nuovi scherzi da fare al biondo con Haruta e Izou, Vista che si divertiva a ridersela sotto i baffi e Jozu si allenava. Tutto nella norma. Poi c’era il comandante della seconda divisione, nonché fratello più giovane all’interno della grande famiglia che è la ciurma di Barbabianca, che si aggirava nella nave in cerca di qualcuno bisognoso di aiuto. Aveva già combattuto con Squard diverse volte quel giorno e il capitano con i capelli rosa si era stancato. Non era solito il comportamento del giovane, solitamente se non avesse avuto nulla da fare sarebbe stato nella sua stanza a disegnare o a suonare la chitarra. E questo lo avevamo notato un po’ tutti i presenti ma nessuno osò domandare.
-Hey ragazzi che fate? – chiese avvicinandosi a Thatch e compagnia che, erano talmente tanto professionali nel fare gli scherzi a Marco che si erano adoperati con vari fogli e matite per creare il piano perfetto.
- Heyyy Ace come va? Stiamo creando il piano definitivo contro Marco te invece? – disse Thatch per primo posando tutto disordinatamente, beccandosi un ventaglio in testa da parte di Izou per aver buttato tutto a caso sul banco da lavoro. Il cuoco posò il braccio destro attorno al collo del più giovane affettuosamente.
-tutto ok- che bugiardo che era -cercavo qualcosa da fare, posso esservi d’aiuto? – chiese cercando di essere il più convincente possibile. Ace però, per quanto avesse sempre mentito nella sua vita, non riusciva a essere convincente.
- TI VUOI UNIRE A NOI? SONO SICURO CHE CON TE POTREMO ARRIVARE AL PIANO DEFINITIVO - disse stringendo talmente forte da non far respirare il giovane. Ricevendo un debole "ok" da parte di quest'ultimo, si mise a lavoro cercando di essere il più utile possibile, dando consigli e portando anche un po' di materiale in più che magari aveva in stanza. Quando il lavoro era finito erano tutti e 4 molto soddisfatti, e ace, vedendo che era riuscito a far felici anche solo 4 dei suoi fratelli poteva sentirsi altrettanto soddisfatto. Così, dopo aver salutato i fratelli, è andato a dare un occhio a Pops.
-buongiorno Pops, come va? - chiese tirando fuori il suo più bel suo sorriso
- buongiorno figliolo, tutto bene te? Noto che stai aiutando i tuoi fratelli, c'è qualcosa che non va?- chiese il vecchio rivolgendo al giovane un sorriso pieno di affetto paterno. - tutto ok, mi annoio quindi ho pensato che aiutare un po' i miei fratelli potesse andare bene - rispose semplicemente sperando che Oyaji non pensasse alla passione per l'arte del figlio e che quindi ci cascasse.- di solito ti piace disegnare quando non hai nulla da fare, c'è qualcosa per cui non ti dai alla tua passione?- chiese con fare interrogativo,  l'enorme uomo sapeva che c'era qualcosa che non andava nel giovane, ma non avrebbe mai costretto a parlare uno dei suoi figli, soprattutto Ace, un bambino troppo ferito dal mondo per riuscire a proteggersi da solo. Se avesse voluto parlare sapeva che i suoi fratelli e Pops erano lì appositamente per risolvere gli enigmi della sua testa che non riesce a sistemare da solo.-no, non ho semplicemente idee per disegnare -  disse il giovane mentre giocava con le mani dietro la schiena. - posso aiutarti in qualche modo? Se hai bisogno di idee o solo consigli basta che chiedi- disse Barbabianca posando una delle sue enormi mani sulla testa del suo figlio più giovane. -grazie Oyaji, tu piuttosto hai bisogno di qualcosa?- chiese facendo un debole sorriso per il piccolo affetto datogli da suo padre -no stai tranquillo figliolo, grazie per essere così gentile- rispose dolcemente e dopo quella breve conversazione Ace tornò a chiedere ai vari fratelli se avessero bisogno di un aiuto senza però ottenere molti risultati, ha passato la giornata a spostare scatoloni su scatoloni da una stanza all'altra ma non gli pesava molto dopotutto, quella sarebbe stata l'ultima sua giornata insieme alla sua famiglia. Voleva mostrare di aver meritato di stare su quella meravigliosa nave con delle persone altrettanto meravigliose fino all'ultimo. Non che pensasse di meritare amore nella sua vita, ma almeno quel giorno voleva sentirsi per l'ultima volta amato. Amava così tanto passare i suoi ultimi momenti insieme a chi lo ha amato di più (ovviamente dopo Luffy e Sabo), a chi lo ha amato di più di quanto lui abbia davvero mai fatto con se stesso.
Era tardi pomeriggio e non mancavano più di qualche ora a quando thatch li avrebbe chiamati per cenare come sempre e quindi, come aveva programmato, si rintanò nel suo alloggio e, dopo essersi armato di santa pazienza, un foglio e una penna per scrivere cominciò:

One shot pirati di barbabiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora