Silly whore goose.

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- Sono a casa, Sam! -
Hans oltrepassò la soglia di casa, e Samantha non potè che provare una certa tristezza nel constatare che si trattava di Hans, e non di Ethan.
Erano passati giorni, settimane, da quel loro primo e - fino allora - unico incontro, Ethan non si fece vivo con Samantha, nonostante lei avesse salvato il suo numero di cellulare sul suo telefono, mentre si faceva una doccia prima di tornare alla sua triste vita di venditore d'alcolici.

Ogni giorno, da quel memorabile 21 novembre, sperava di vederlo entrare dalla porta.
Ed ogni giorno, Hans vedeva il suo viso amareggiato, ma sembrava non darci conto.

Cosa poteva importargli del viso di Samantha, dei suoi occhioni verdi ormai tristi, se tanto era appena stato appagato da Veronica, Lucy, Katrine, Susie e le sue altre sgualdrine?

Un giorno, però, tornando a casa e vedendo la 'sua' Sam triste nel vedere lui, le si rivolse in malo modo.
- Che c'è, stupida oca puttana, non sono più bello per te? Non mi ami più? Ti sei trovata un altro? - era senz'altro ubriaco. Per quanto fosse una carogna nel tradirla, non si sarebbe mai rivolto così a Samantha, non da persona lucida. O forse Patty non aveva fatto il suo dovere con lui?

Fatto sta che Samantha restò di sasso, non seppe che dire. Hans prese ciò come un ulteriore motivo per alterarsi, ed alzò le mani su di lei. Le diede uno schiaffo, la spinse a terra, e ci mancò poco che non decise di violentarla. Le aprì le gambe ed iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Stava per avvicinarsi ulteriolmente a lei, stava per approfittarsene della povera Samantha.
Se non fosse che lo squillo del telefono lo fece rinvenire da quella crisi.
Vide Samantha a terra, impaurita, tremante, con le gambe ancora aperte da lui stesso. La vide con un livido sulla faccia, le lacrime agli occhi, i suoi occhi di smeraldo ormai smorti, di un verde pastello. Si vide senza pantaloni, con le mani verso Samantha e verso di lui, messosi sopra di lei. Intese ciò che era successo e stava per succedere, ma quello che fece fu alzarsi e lasciarla a terra, tremante, confusa, spaesata, impietrita, per andare a rispondere al telefono.

- Samantha? Chi la cerca? .... Ethan ha detto? Va bene, la richiamerò non appena tornerà a casa..sì, senz'altro. Arrivederci. -

- Sam....mi dispiace..non volevo fare ciò che ho..stavo facendo. Io non..so cosa mi sia preso. -
Samantha non replicò, era ancora per terra, nella stessa posizione di prima. I suoi occhi erano ormai diventati di un azzurro cielo, coperti dalle lacrime che non riuscivano a fuoriuscire, ma che restavano ferme sui suoi occhi, quasi avessero paura che Hans le asciuggassero.

Samantha osservò Hans, lo guardò attentamente. Guardò il suo fisico, che l'aveva fatta innamorare. Mentre ora le faceva solo paura. Puntò ai suoi occhi azzurri, ci vide acqua, quella stessa acqua in cui, quasi 10 anni prima, stava per affogare. Allora Hans l'aveva salvata, era diventato il suo eroe. In quel momento, Hans la stava uccidendo, diventando il suo assassino.

Hans, t'ho mai amato? Ho mai amato la tua anima, o mi sono solo persa nell'azzurro dei tuoi occhi, nel tuo aspetto, nel tuo broncio.. Hans, perchè ci siamo messi insieme? Cosa ti piaceva di me? Cosa, ora, non ti piace più? Sono io, è vero? Sono stata io a peggiorare le cose? Sono stati Luke e Luke II, i nostri angeli volati in cielo? Sei stato tu? Siamo stati noi?
Mi hai mai amato? Hai mai pensato a me come la cosa migliore che ti sia capitata? Sai, io non penso di averlo mai pensato, mai.
Hans, mi fai paura Hans. Voglio scappare. Voglio Ethan. Lui..lui si che mi ama. Ama me, non ama altre donne all'infuori di me. Mi ama, mi ama per davvero. Ma se ora scappassi, tu cosa faresti? Mi picchieresti? Mi cercheresti ovunque, pur di farmi ritornare da te? Vorresti uccidermi? Hans, muta i tuoi occhi. Adesso mi fanno solamente paura. Prima riuscivo a vederci del bello, ora ci vedo solo cattiveria. Hans, fammi andare via! Vai, vattene, andiamo assieme, ma tu a destra e io me ne resterò qui, a vederti andare, a vedere andare via ciò che un tempo pensavo d'amare, ma che ora penso solo mi stia
privando della felicità, della libertà, di me.

Non si parlarono più, per un po'.
Samantha ci mise del tempo per alzarsi senza che le gambe le tremassero più di tanto. Si alzò, ma non se ne andò di casa, non subito..
Andò in cucina, a preparare la cena per lei, e per Hans. Con quanta naturalezza gli prerarò la sua pasta preferita, semplice pasta con sugo di carne, che Hans adorava; lo mangiava sempre di domenica quando gliela preparava sua nonna, e fu il piatto che stava mangiando quando sentì parlare al telefono suo padre, che scoppiò in lacrime in seguito alla notizia della morte di sua madre, la nonna di Hans. Hans prese quel piatto come qualcosa che legasse per sempre lui e sua nonna, così Samantha glielo cucinava nelle occasioni importanti. E come poteva essere un'occasione importante, una serata in cui il tuo compagno di da della stupida oca puttana, e tenta di violentarti?
Oh, ce n'era di importanza in quella serata, era una serata più che importante per Samantha.
Si misero a tavola e mangiarono in silenzio. Finchè Hans interruppe quel clima taciturno.
- Sam..io..- si interruppe e vide che Samantha non alzò nemmeno la testa per guardarlo e sentirlo parlare. - Sam..chi è Ethan? - e fu allora che Samantha alzò di scatto la testa e fissò Hans. Hans capì subito, dopo aver pronunciato quel nome Samantha lo stava guardando come non faceva più da tempo, ormai. E capì, Ethan doveva per forza significare molto per Samantha, molto più di quanto significasse Hans. Il suo sguardo passò da interrogativo a minaccioso, e fu allora che Samantha agì.

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