My hero.

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Così, Spencer continuò a vivere con Greta e Paul, i suoi 'genitori' e Sofia e Ricky, i suoi 'fratellini'.
Gli ci volle del tempo, ma, alla fine, riuscì ad abituarsi a quella nuova casa, alla sua nuova vita.

Ma, come giusto che sia, pensava sempre alla sua ormai vecchia vita, ai momenti passati con suo padre e sua madre.

Ricordava, in particolare, quel pomeriggio di ottobre. L'ultima giornata in cui vide suo padre, in cui ci giocò, in cui si senti amato da lui.
Era una giornata piuttosto ventilata, ma non faceva tanto freddo.
Spencer si trovava nella sua cameretta, intento a leggere un libricino riguardo i più importanti scienziati del mondo - ricordiamoci che era, ed è, un genietto, il nostro caro Spencer.
Era arrivato alla pagina 147, quando sentì bussare alla sua porta.
- Spens, che ne dici di fare un giro? Magari, potremmo andare al parco a giocare, noi due, come padre e figlio fanno. -

In quelle ultime settimane, Ethan era stato parecchio occupato tra faccende riguardanti casa e lavoro, e aveva trascurato molto suo figlio. Il quale, cercò di non darlo a vedere, ma fallì miseramente.

Quel pomeriggio al parco era un regalo, erano delle scuse, erano una dimostrazione d'affetto immensa, tale che Spencer, spinse via il suo giovane orgoglio, ed accettò immediatamente.
Solo dopo essersi accertato di aver lasciato il segnalibro dov'era arrivato, al paragrafo dedicato ad Albert Einstein.

Prese una sciarpa color sabbia e la strinse al collo. Indossò una giacca grigia e mise delle scarpe da ginnastica. Portò dietro una palla da calcio e tutta la sua felicità.

Spencer salì in macchina con suo padre, e, insieme, si diressero al parco vicino casa loro.
L'aria si era rinfrescata ulteriormente, ma si stava bene, tutto sommato.
Vi era tantissima gente. Gente che giocava a carte, chi con la palla; coppie, famiglie, persone da sole.
Spencer si focalizzò su una ragazzina, avrà avuto all'incirca la sua età.
Aveva lunghi capelli neri, e pensò si trattasse della ragazzina più bella che ci fosse.
Ma, dopo neanche un paio di minuti che stava contemplando questo spettacolo, la ragazzina si diresse verso una donna, probabilmente sua madre, e scomparve.

Spencer pensò che non l'avrebbe mai più rivista.

Distolto dai suoi pensieri, si sistemò con suo padre sotto un grande albero e passò il pomeriggio che Spencer definirà sempre come il più bel pomeriggio della mia vita.

Giocarono a palla tutto il tempo.
Ethan cercò di insegnare al figlio come tirare in porta, ma con scarsi risultati.
Spencer era poco portato per gli sport, lui era più per altre cose. La matematica, la scienza, il sapere. Uno stupido pallone bianco e nero non poteva di certo interessargli.

Però, Spencer continuava a ridere.
Sbagliava a tirare? E rideva.
Suo padre parava la palla? Lui rideva.
Suo padre gli disse che non avrebbe desiderato che un figlio come lui. E Spencer, rise. Sorrise. Sorrise col cuore.
Ed abbracciò suo padre.
L'ultimo abbraccio che gli avrebbe dato, ma lui non poteva di certo saperlo.

Tirò un'ultima volta, e quell'ultima volta, indovinate? Fece goal.
- Campione!!! Ti dovrò portare tante altre volte, allora. Diventerai il mio eroe. -

Ma non ci furono più altre volte.
Non con Ethan, non con suo padre.

"Diventerai il mio eroe"
Quelle parole rimasero nelle orecchie, nella mente e nel cuore di Spencer per tutta la serata, e per tutte le sue giornate seguenti.

Quella sera, la cena fu più silenziosa del solito. Ma a Spencer non interessava.
C'era suo padre, colui che gli aveva fatto sorridere il cuore. Poco gli importava delle parole, si erano già detti tutto al parco, con gli occhi e con l'anima.

- Campione, domani sarò via tutto il giorno per lavoro. Ma sarò a casa la sera, in tempo per darti la buonanotte, anche domani.
Non temere, al parco ti ci porterò, te lo prometto. Buonanotte, Spens. Buonanotte, mio eroe. -
- Buonanotte, papà. -

L'eroe, sei tu per me. Pensò, ma non lo disse.

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"Papà starà via per un po'" "Anni"
Non sentì mai più una bugia tanto grande nei suoi confronti.
Suo padre non sarebbe tornato, né ora né mai.

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All'età di 13 anni, Spencer si trovò a fare un'importante visita a sua madre.
La visita che gli cambiò la vita, spezzandogliela e facendogliela ricominciare da capo.

Fu quel pomeriggio dei suoi 13 anni compiuti da poco, che Spencer trovò, giù in cantina, uno strano articolo di giornale.
Riportava la morte di un certo..
Ethan. Ethan Reid.

- Come hai potuto, madre? Era mio padre. Mio padre! Mi hai tenuto nascosta la sua morte. Io, per tutti questi anni l'ho aspettato. Ho aspettato che varcasse la soglia di casa nostra, e della mia nuova casa. Che mi strappasse dai giochi di Ricky. Che mi portasse via da Greta e Paul. Non fraintendermi, voglio bene anche a loro.
Ma era mio padre. Mio. Padre. Madre mia, perché l'hai fatto? Perché hai lasciato che sperassi nel ritorno di un morto? -

- Perché vedi Spens.. Figlio mio.. Come avrei potuto romperti il cuore in maniera così meschina? Eri così piccolo, tesoro, non potevo venirti a dire che tuo padre era morto. Come avrei potuto? Come? Con quale coraggio, una madre avrebbe distrutto la vita del proprio figlio? -

- L'hai distrutta, proprio ora. Mi fidavo di te. Eri l'unica, oltre a mio padre, di cui potevo fidarmi. Ora, posso fare affidamento solo su me stesso. -

Uscì di casa, ruppe i ponti con sua madre per davvero tanto, tanto tempo.
Settimane, forse mesi.

Ma si portò dietro qualcosa, uscendo per un'ultima volta dalla sua vecchia casa.
Un ritaglio di giornale.
Sulla morte del padre, ovviamente.

Da quel giorno, una cosa gli si era formata fissa in mente.
Il suo futuro.

Ora, aveva finalmente capito che tipo di eroe poteva essere per suo padre.
Non ebbe potuto salvarlo, come poteva, se nemmeno ne era al corrente?
Ma giurò a se stesso che avrebbe salvato centinaia di vite. Avrebbe salvato chiunque potesse salvare.
Sarebbe entrato nell'FBI.
Il cognome Reid si sarebbe ricordato di nuovo, e non solo per quella tragica morte, ma per il salvataggio di tantissime altre.

Diventerai il mio eroe, mi dissi, papà. Lo sarò, sarò il tuo eroe, te lo prometto.
Si disse, Spens.


Ciaaao miei cari lettori e lettrici.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, spero di non annoiarmi troppo e di farvi interessare alla mia storia.
Vi chiedo sempre un piccolo favore per voi, ma grande per me.
Fatemi sapere come vi sembra la storia. Lasciate un commento, ve ne prego.

- Spencer's lover.

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