🎀🧸 Capitolo 18

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(🍡Noah🍡)

Aprì gli occhi, ed era ancora notte fonda.
Non so perché avevo aperto gli occhi.
Onestamente faceva molto male tenerli aperti...
Faceva male anche chiuderli...
Era un dolore insopportabile, ma... rimasi in silenzio.
Abbassai lo sguardo, non trovando nessuno.
All'inizio rimasi confuso, ma presto mi tornarono in mente i ricordi di 2 giorni fa.
Avevo baciato London, ed è stato... bellissimo.
Non abbiamo fatto altro se non baciarci e coccolarci.
Non mi sentivo pronto per fare l'amore con London.
Non perché non provassi attrazione, ma semplicemente... non mi sentivo pronto e penso che nemmeno London si sentisse pronto.
Adesso mi trovavo a casa... mi sentivo... mi sentivo perso.
Iniziai presto a piangere.
Non so perché.
Mi sentivo irrequieto, mi sentivo perso, sentivo una melodia incessante
(Quella sopra) e di sottofondo le urla strazianti di una persona che sta per morire.
Mi venne da vomitare e così feci.

(🍡Byron🍡)

Mi svegliai con un brutto presentimento.
Mi alzai dal letto, ed uscì dalla mia stanza, dirigendomi in quella dei miei fratelli minori e maggiori.
La stanza di Hunter era ovviamente vuota, dato che era da Samantha, i gemelli Felix e Nathan dormivano profondamente, Heath stava dormendo come i vampiri, tenendo le mani al petto.
Mi domando come faccia a dormire così ?
Andai poi da Ethan e Ryan e lì fu davvero comico vedere i due dormire.
Ethan dormiva con la bocca aperta, con la testa che sporgeva dal letto, compreso il braccio destro, mentre la gamba sinistra era scoperta.
Trattenni le mie risate, passando l'attenzione a Ryan.
A differenza di Ethan, Ryan aveva letteralmente metà corpo sul letto, mentre l'altra metà a terra.
Sembrava quasi ubriaco.
Ridacchiando, entrai nella stanza, facendo attenzione nel non calpestare scarpe, fumetti o di non inciampare su qualche pallone.
Superato il percorso ad ostacoli, misi Ryan per bene sul letto, rimboccandogli le coperte, per poi sistemare Ethan.
Guardai i due con un sorriso, prima di uscire dalla loro stanza condivisa, entrando nella camera di Noah.
Non mi aspettavo di vederlo in quello stato.

Non mi aspettavo di vederlo in quello stato

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Noah era un disastro.
Aveva vomitato sulle lenzuola e sul pavimento.
Teneva la testa china, lasciando scorrere le lacrime.
Mi avvicinai a lui.
"Noah, cosa ti è successo ?" Chiesi con preoccupazione.
Il suo stato mi ricordava tanto il mio.
All'inizio quando Noah scomparve e prima che... inventassi delle assurde scuse, per riuscire a superare il dolore, avevo sofferto di depressione.
Mi davo la colpa di tutto.
Mi davo la colpa per non aver protetto il mio fratellino.
Avevo iniziato a bere, a drogarmi e a tagliarmi.
Volevo solo che il dolore finisse e così... provai ad uccidermi 16 volte.
Ero ancora un bambino, ma più il tempo passava, più cedevo alla depressione.
Non c'era via d'uscita per me.
Vedere Noah così... è come rivedersi nel passato.
Presi Noah tra le mia braccia, baciandogli la fronte.
"Va tutto bene Noah. Va tutto bene." Gli sussurrai con cura e delicatezza, portandolo in bagno.
Aprì l'acqua, aspettando che diventasse tiepida.
Guardai Noah.
"Noah-"
"Ho paura Byron..." Disse.
Sapevo che voleva dire altro, così decisi di rimanere in silenzio, aspettando che andasse avanti.
"...ho paura di svegliarmi e di essere ancora lì.
Ho paura di... ho paura che prima o poi tornino e... e vi uccidano, portandovi via da me, definitivamente." Disse Noah, stringendosi lo stomaco, prima di vomitare di nuovo.
Ero scioccato.
Strinsi a me Noah, ignorando il vomito che mi impuzzoliva e sporcava i vestiti.
"Noah guardami." Dissi.
I miei occhi bruciavano.
Quante cose si stava tenendo dentro ?
Noah mi guardò.
"Noah... io ci sono. Non ti lasceremo mai.
Quelle persone ormai... non esistono più.
Sei libero Noah... LIBERO." Dissi, sottolineando più e più volte la parola:
LIBERO.
Noah mi guardò negli occhi.
Tremai spaventato.
Temevo che si potesse frantumare e che potesse dissolversi da un momento all'altro, così lo abbracciai ancora di più.
"Va tutto bene Noah... va tutto bene... Non sei più solo Noah... non sei più solo..." Gli sussurrai.

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