ᴅɪssᴏʟᴠᴇɴᴢᴀ

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ᴍᴜʟᴛɪᴠᴇʀsᴏ 2, ᴡᴀᴛᴄʜᴛᴏᴡᴇʀ

𝐋𝚎𝚡 : non funzionerà. La tua velocità non è abbastanza per portarti fin lí
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : stiamo parlando di un posto che è fuori dalle normali concezioni di tempo e spazio, sappiamo ben poco sul reale funzionamento dell'Ipertempo. Non credo sia la velocità il problema, quanto la destinazione
𝐋𝚎𝚡 : e invece lo è, perché i progetti che lui mi ha dato funzionano a tachioni negativi, per la Forza della Velocità Negativa
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : cambiamo l'equazione, adattiamo la macchina ai tachioni positivi così che io possa alimentarla
𝐋𝚎𝚡 : non è così stupido, ogni componente del suo tapis roulant è pensato per funzionare con i tachioni negativi, se cambi la loro carica, esploderà. Lo capisci questo?
𝐒𝖎𝖓𝖊𝖘𝖙𝖗𝖔 : io capisco che se uno di voi due pronuncia ancora la parola "tachioni", mi consegnerò a Darkseid
𝐋𝚎𝚡 : dovremmo rifare i progetti da capo

disse a Flash, ignorando Sinestro

𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : abbiamo altro da fare?
𝐋𝚎𝚡 : va bene. Mi serve un motore a combustione pensato e costruito sulla base dei viaggi spazio-temporali
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : cosa che possiamo prendere dal mio tapis roulant
𝐋𝚎𝚡 : poi, un circuito ad alto voltaggio, almeno centinaia di volte più potente a quello della vostra nave
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : posso lavorarci, non so dove trovarne uno senza andare nel futuro
𝐋𝚎𝚡 : e per ultimo, il pezzo più importante. Un convertitore di 𝘁𝗮𝗰𝗵𝗶𝗼𝗻𝗶 in particelle quantiche che permettano il viaggio temporale, e interdimensionale

concluse, evidenziando la parola "tachioni" con un tono più alto, guardando Sinestro

𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : e sai unire tutte queste cose?
𝐋𝚎𝚡 : immagino che il destino del mondo sia nelle mie mani
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : solo per ricordartelo, prima di usarla, avrò un modo per controllare il suo funzionamento che tu non potrai prevedere. Se provi a fregarmi, non andrà bene
𝐋𝚎𝚡 : niente doppi giochi, per questa volta. Promesso
𝐅𝙻𝙰𝚂𝙷 : rimetto in funzione il motore del tapis roulant e lo porto qui, poi penserò a recuperare le altre due cose
𝐋𝚎𝚡 : accomodati

Flash se ne andò, e Lex rimase a fissare la lavagna su cui aveva scritto

𝐒𝖎𝖓𝖊𝖘𝖙𝖗𝖔 : se ci fai ammazzare, ti seppellirò vivo

sulla terra, intanto, Oliver Queen stava scappando dai parademoni all'interno dei palazzi, avendo uno spazio di manovra migliore per potersi anche nascondere da loro. Cercava di passare sotto gli spazi coperti o di muoversi contro le pareti se si trovava a cielo aperto, tutto pur di non lasciare che loro lo prendessero.
Da quel che gli sembrava di capire, Darkseid aveva vinto, e la terra ora era in mano sua, non che le grandi navi che sparavano quella strana lava non fossero un indizio sufficiente, ma non capiva come potesse essere successo. Così come non capiva com'era arrivato dall'altra parte del paese, da quanto tempo erano in quello stato? E perché lui era libero ora?
Non aveva il tempo di trovare risposta a quelle domande, dato che altre più attuali invasero la sua mente prendendo il posto delle precedenti. Darkseid in qualche modo aveva saputo subito che si era liberato, altrimenti non trovava spiegazione all'orda di parademoni che lo stava inseguendo per la città, questo avrebbe reso la sua fuga ancora più complicata, ma forse aveva ancora un'occasione.
Con una rapida occhiata vide un tombino abbastanza nascosto nel vicolo in cui stava correndo, deviò velocemente verso una casa sfondando una finestra con un salto, attirando volontariamente l'attenzione degli sgherri di Darkseid. Si mosse in modo confuso tra le stanze lasciando disordine intenzionalmente, per poi piazzare a terra delle frecce, con la punta verso il basso. Uscì dal retro con indosso dei normali indumenti civili, ovvero dei jeans beige e una maglia a maniche lunghe marrone, non più il suo costume da Green Arrow, e si mosse con velocità sotto un camion parcheggiato, strisciando sotto il rimorchio. Appena i parademoni entrarono nella casa, trovarono il costume dell'eroe e la sua faretra, ma appena alcuni di loro volarono sopra le frecce che Oliver aveva lasciato a terra, esse esplosero.
Nel caos generale, l'arciere aprì il coperchio del tombino e ci saltò dentro, richiudendoselo sopra la testa.
Era in un momentaneo riparo, ma non sarebbe durata a lungo, si sistemò l'arco attorno alla schiena e iniziò a correre, doveva trovare uno sbocco da quelle fogne e andarsene da lí, oltre all'arco, le uniche altre cose che aveva salvato erano una torcia, il telefono e l'auricolare.
Nello spazio, Sophie stava continuando a provare, correva e correva nel tentativo di aprire un portale per la Forza della Velocità, ma ogni volta che ci provava, falliva senza capirne il motivo.
Era disperata, l'adrenalina era a mille esattamente come quella volta in cui l'Omniverso le aveva "parlato", e aveva tutta la determinazione che riusciva ad immaginare, ma comunque il portale non si apriva.
Sophie però, non aveva neanche la forza di arrabbiarsi o di sfogarsi, era solo stanca.
Ma anche se fosse, non sarebbe stata la stanchezza a fermarla, non questa volta.
Sapeva come facevano i velocisti a viaggiare nel tempo, sapeva come farlo perché lo aveva già fatto, le serviva solo la spinta per aprire la breccia

𝐅ɪɴᴀʟ 𝐂ʀɪsɪsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora