CAPITOLO QUATTRO: unstable

11 1 38
                                    

Dedicato a chi lotta ogni giorno e trova comunque la forza per sorridere e affrontare un'altra giornata.
siete forti, non mollate

vi lascio qui sotto dei numeri verdi da contattare nel caso sentiste di non farcela. sappiate che vi rialzerete, c'è sempre una luce che vi guida, sempre.

ASK FOR HELP 🩵

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327
TELEFONO AZZURRO: 1969
NUMERO PREVENZIONE SUICIDIO: 800 334 343
NUMERO PREVENZIONE DISTURBI ALIMENTARI: 800 180 969
NUMERO VIOLENZA DOMESTICA: 1522
SUPPORTO PSICOLOGICO: 800 833 833
SUPPORTO PSICHIATRICO: 800 274 274
TELEFONO ROSA: 06 375 18282
SUPPORTO PER AUTISMO: 800 031 819

CAPITOLO QUATTRO: unstable 

- so if  u need me then u got me,
i'll be the shoulder u cry
on

Scrocchiavo le dita con esasperazione, respiravo profondamente e, con le mani che tremavano, provavo a mantenere la calma.
Tentavo disperatamente di contenere l'ennesimo attacco di panico della nottata.
Era la terza volta, quella notte.
Avevo una rabbia inspiegabile cucita addosso, una tale impazienza che avevo soltanto voglia di mettermi a gridare, ma non lo potevo fare. Stavo cercando di rimanere lucido quanto più possibile, ma più passavano i giorni più difficile mi riusciva trattenere le mie emozioni.
Non sapevo quanto ancora sarei riuscito a resistere.

Erano trascorsi sette giorni da quando Eve era scomparsa. Se n'era andata in silenzio, senza fare rumore, senza nemmeno darmi un bacio. L'unica cosa a cui pensavo per restare a galla e non crollare, era la bellissima espressione sul suo viso quando aveva visto la nostra spiaggia decorata da piccoli pezzi di noi e della nostra storia, dalle nostre fotografie e dalle lanterne che tanto amava. Così spensierata, così felice, così piena di vita e così innamorata della vita. E io così innamorato di lei, di noi. Pensavo a quanto era stato bello stringerla fra le braccia dopo le sue parole, cadere nella sabbia e rinchiuderci in quel nostro piccolo mondo per quei due giorni che desideravo durassero per sempre. Ripensavo a quanto era stato stato magico stringere la sua mano e sentire l'anello sul suo anulare, guardarla sorridere mentre osservava il piccolo swarovski con le lacrime agli occhi.
Immagini di noi due su quella spiaggia a ridere, ad abbracciarci e fare l'amore come se fosse stata la nostra prima volta. Come se respirassi soltanto quando mi baciava e mi stringeva, quando le sue mani accarezzavano il mio viso e sfioravano il mio corpo. Senza di lei, la mia vita non sarebbe mai più stata vita. Senza di lei nulla aveva più senso. Senza di lei io mi sentivo come un fantasma che vagava sulla terra all'eterna ricerca di qualcosa, qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa fosse.

Sfiorai la foto sul mio comodino con le dita e, qualche istante dopo, la mia mano accarezzò il suo lato del letto. Sul suo cuscino c'era ancora il profumo di eucalipto che la caratterizzava sin da quando avevo memoria e c'era ancora il segno del suo esile corpo, su quel materasso. Lo accarezzai come se stessi accarezzando Eve e in cuor mio sperai che ovunque fosse, sentisse tutte le mie carezze e i miei abbracci, che sentisse le preghiere che sussurravo a un Dio in cui nemmeno credevo soltanto per poterla rivedere e riavere al mio fianco. Sperai che le arrivasse il mio pensiero, che le arrivassero tutti e che potesse percepire le mie mani sul suo viso che asciugavano le lacrime che le bagnavano le rosee guance.
Quanto poco ne sapeva il mondo di quanto l'amassi, nessuno aveva la minima idea di quanto fosse forte ed essenziale il sentimento che ci legava.
Eve non se ne sarebbe mai andata senza darmi spiegazioni. Non se ne sarebbe mai andata senza dirmi addio. Non se ne sarebbe mai andata dopo aver accettato di sposarmi e non avrebbe mai accettato di diventare mia moglie se non fosse stata sicura della sua scelta, se avesse desiderato scappare.

HOSTAGE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora