PARTE 1 - Capitolo 1 - Martha

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MARTHA

Un rumore assordante e intermittente mi sveglia all'improvviso.

Apro gli occhi.

Dalla finestra, un fascio di luce mi sbatte dritto in faccia. Perché non ho chiuso le tende ieri sera?! Strizzo gli occhi e alzo la testa dal cuscino per cercare un po' d'ombra.

Ok, ora meglio.
Sono in camera mia.

Il rumore continua a penetrare nel cervello. La sveglia! Allungo il braccio per spegnerla.

Ho metà volto affondato nel cuscino e con un solo occhio la mia vista non è precisa. Accarezzo la superficie della sveglia: ecco il pulsante!

Benedetto silenzio. Voglio dormire ancora un altro po'.

«Martha, sveglia!» É mia madre, è al piano di sotto .

Mi giro dall'altro lato e il cuscino è ancora fresco. Quanto mi piace questo momento: vorrei che il cuscino rimanga sempre così.

«Se non ti svegli facciamo tardi!»

Sospiro. Due respiri e giuro che mi alzo. Oggi è il primo giorno di scuola, devo prendermi il banco migliore. Chissà in quale classe ci mettono stavolta.

Un colpo sulla pancia mi fa sussultare. È Briciola. Ha ancora le unghie affilate, più tardi gliele taglio.

Bisbiglio. «Non puoi salire sul letto. Se ti vede mamma ti sbatte fuori casa.»

Si avvicina con passo leggero e inizio ad avvertire una leggera vibrazione. Che carina quando fa le fusa.

Le accarezzo quella deliziosa testolina. «Come sei bella.» Lei ricambia chiudendo gli occhi e strofinandosi sul palmo della mano.

«Dai, scendi, che devo prepararmi.» L'accompagno con entrambe le mani sul pavimento.

«Martha, sei pronta?»

«Sì, eccomi.»

Meno male che ieri sera avevo già preparato i vestiti per oggi.

«Ti ho preparato i pancake. Sono ancora caldi.»

Mi sfilo i vestiti più veloce che posso e metto i calzini bianchi, un jeans blu e una maglietta nera.

Annuso le ascelle. La doccia l'ho fatta ieri sera: sono ancora profumata.

Briciola mi precede e scende dalle scale come un fulmine.

L'odore di pancake invade casa. Inspiro a pieni polmoni.
Era la colazione preferita di papà.

«Buongiorno, amore. Sei pronta per la scuola?»

Le sbadiglio in faccia. «Buongiorno. Belli i capelli oggi, hai un appuntamento?»

Mi sorride. «Fai poco la spiritosa.»

Che bello oggi mamma è felice.

Mi siedo al tavolo della cucina e verso lo sciroppo d'acero sui pancake.

«Stamattina, ho un colloquio di lavoro. Ho approfittato e sono andata dal parrucchiere»

«Stai bene con i capelli biondi. E anche i capelli ricci ti stanno bene.»

Sorride e abbassa lo sguardo. «Vado a togliere la macchina dal garage.» Esce dalla cucina.

Briciola mangia le sue crocchette.

«Musetto, non fare guai mentre siamo fuori casa.»

Si volta verso di me. Mi ha sentito. «Miao!»

Mamma rientra correndo in cucina.
«La macchina non parte. Vedo se i nuovi vicini possono darci una mano.»

«No, mamma, i nuovi vicini, no!»

«Dobbiamo per forza chiedere a loro.»

«Ok, ma non fare venire il figlio.»

«Che problemi hai con Paul?» Prende il telefono e cerca nella rubrica.

Mordo un pancake. «Niente. L'ho visto qualche volta, ma non mi sta molto simpatico.»

«Su, dai. Non fare storie.» Ha trovato il numero, preme il tasto della chiamata.

Briciola, fai qualcosa tu. Butta tutto per aria, sali sul divano in salone... Fai qualcosa di sbagliato.

«Miao!»

Non credo sia abbastanza un miagolio.

«Ciao, sono Caterina... Tutto bene, tu?»

Dall'altro lato, la madre di Paul parla e io spero che Briciola faccia qualcosa di distruttivo.

Dai, Briciola è il tuo momento. Puoi fare quello che vuoi. Distrai mamma da questa chiamata.

«... Ok, grazie mille. Non so come ringraziarti.» Mamma guarda in cielo e ha una mano sulla fronte. «A tra poco.»

«Che ha detto?»

«Oggi lavora di pomeriggio e riesce ad accompagnarci.»

Lo dico o non lo dico?
«C'è anche Paul?» Ecco, l'ho detto.

«Ovvio che c'è. Anche lui deve andare a scuola. Sbrigati, non facciamoci aspettare.»

Non mi piace proprio quel ragazzo, è così snob. Paul. Neanche il suo nome mi piace.

Dai, è solo per oggi, poi non lo vedrò mai più.

Do un ultimo morso a un pancake e vado alla scrivania di papà.

Prendo il suo walkman e appoggio le cuffie sul collo.

Papà, so che puoi ascoltarmi.
Dacci la forza per affrontare questa giornata. Ti voglio bene, ovunque tu sia.






Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora