Capitolo 4 - La vecchia strega decrepita di cappuccetto rosso

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Driiin. L'ora di matematica è finita e il brusio del chiacchiericcio degli alunni si solleva in aula.
Il suono di quella campanella era riuscito a spezzare l'incantesimo di pietrificazione che l'insegnante aveva lanciato all'inizio della lezione.

"Sono felice che avete ascoltato la lezione fino all'ultimo minuto. Ci vediamo dopo domani, alla stessa ora." Prende la sua borsa ed esce dalla classe.

La professoressa di matematica è molto brava: spiega benissimo. Anche se è una cattiveria spiegare il primo giorno di scuola.

Lucas emette un sospiro rumoroso e si sbraca sulla sedia. "La professoressa è pazza. Come si può spiegare il primo giorno di scuola?!"

"Infatti non me lo aspettavo."

"Comunque, sei stato grande! Hai risposto a ben due domande."

"Non studio molto, ma sono portato per la matematica."

Lucas mi guarda di traverso: occhi socchiusi, l'angolo destro delle labbra teso. "Sei sicuro che sai giocare a basket?"

Gli do uno schiaffo sulla spalla con il dorso della mano. "Certo che so giocare. Che c'entra la matematica?" Sorrido.

"Appunto: che c'entra la matematica? Nessun giocatore di basket che si rispetti dovrebbe essere bravo in matematica."

"Ma chi l'ha detto?"

"Te lo dico io."

"Ah, ecco. E fammi sentire: come vai in matematica?"

"Male, ovvio." Appoggia le mani dietro la nuca e si dondola sulla sedia.

"Ah, giusto. Sei il miglior difensore dello scorso anno..."

"Esattamente." Continua a dondolarsi. "Vedo che ascolti."

"Torna tutto." Mi schiaffeggio sulla fronte. "Stupido io a chiedere."

Lucas smette di dondolare e si sporge in avanti. Appoggia un gomito sul banco e, con l'altra mano, stringe lo schienale della mia sedia. "Più tardi andiamo a giocare a basket. Sei dei nostri?"

Prendo la penna che ho sul banco e inizio a giocherellarci. "Sicuro di voler perdere lo scettro di miglior difensore dell'anno?"

"Forse, non hai capito. Non te lo faccio proprio vedere il canestro." Ride.
Il suo faccione mi è simpatico.

Lucas si avvicina all'orecchio come se volesse confidarmi un segreto inconfessabile e si guarda intorno. "L'hai vista Jasmine?"

Ecco di cosa voleva parlare. "La ragazza coi capelli neri e gli occhi verdi?"

Sgrana gli occhi e fa ballare su e giù le sopracciglia. Uno stupido sorriso gli si stampa in volto. "Com'è?"

"È una bella ragazza."

La faccia di Lucas ritorna normale: le sopracciglia smettono di ballare e le labbra si rilassano. Credo volesse qualche commento in più.

"È una bella ragazza..." Il tono è dispiaciuto. Scuote la testa e sbotta di colpo. "Non è una bella ragazza." Si guarda intorno e due compagni di classe lo stavano fissando. Si rende conto e incassa la testa nel collo. La voce diviene un soffio. "È la ragazza più bella della scuola."

"Dici?"

"Ma l'hai vista?"

In effetti è bella, ma non ho mica visto tutte le ragazze della scuola. Se glielo dico, mi uccide.

"Sì, l'ho vista. Però non ci ho ancora parlato."

Lucas sbatte le mani e guarda il soffitto come se aspettasse un aiuto divino dal cielo. "Che c'entra il fatto che non le hai ancora parlato?"

"Di solito, guardo anche il carattere..."

"Senti." Mi mette una mano sulla spalla e sembra che voglia farmi rinsavire. Scandisce bene le parole. "Ho capito che il carattere è importante." Sì, lo è. "Ma ricordiamoci che qui si sta parlando di ben altro..."

"Sì, lo so. Io volevo dire..."

"Shhh. Non aggravare la tua situazione." Mi dà una pacca sulla spalla. "Qui, stiamo parlando di giudizio estetico. Potrebbe anche avere il carattere della vecchia strega decrepita di cappuccetto rosso..."

La strega di cappuccetto rosso? Non mi pare ci sia una strega in cappuccetto rosso. Forse, è meglio non farglielo notare.

"Può avere anche l'anima di uno di quei dittatori della storia che ti piace tanto studiare..."

Ma a me non piace la storia. Sono solo portato per la matematica.

"... Ma a noi, adesso, interessa stilare una lista delle ragazze più carine della scuola." S'interrompe e la voce diventa ironica. "Poi se vuoi ne facciamo un'altra in cui si fa la media tra bellezza e carattere."

Sorrido. "Guarda che se fai la media, stai facendo matematica. Sicuro di saper giocare?"

Mi dà una spintarella e si sistema sulla sedia.

Dai. Meglio dargli ragione. "Ok. Allora, da dove s'inizia per stilare questa lista?"

Mi avvolge con il grosso braccio sulle spalle. "Bravo. Ottima domanda. Andremo in giro per la scuola e troveremo le ragazze che avranno diritto, e l'onore, di entrare nella nostra preziosa lista."

Chissà se includerebbe Martha nella lista. Ma perché sto pensando ancora a lei adesso?

Marc entra nella classe correndo e si catapulta verso di noi. "Ragazzi, non potete capire cos'è successo." Respira affannato e si appoggia con le mani sul banco. "Avete presente quella ragazza che sta in terza... Quella che ha sempre quelle vecchie cuffie del Walkman sul collo?"

Sta parlando di Martha.

"Sì, l'ho conosciuta oggi in macchina di Paul. Dovrebbe chiamarsi Mara."

In realtà, Martha.

"Sì, bravo. Mi pare si chiamasse Mara."

Non credo sia un'altra ragazza. Chi altro indosserebbe delle vecchie cuffie di un walkman?

Ingoio la saliva. "Quindi? Che è successo?"

"Non ho capito bene. Ho capito solo che stava fumando in bagno, insieme a Jasmine e Nicole, e all'improvviso l'inserviente ha fatto irruzione e lei gli ha fumato in faccia."

"Wow!" Lucas si avvicina ancora di più.

Strano. Non la conosco bene, ma non mi sembra il tipo di ragazza che farebbe una cosa del genere.

"Non è finita qui! Poi, l'hanno mandata dal preside e... Indovinate cosa ha fatto?"

Lucas interviene. "Ha pianto?"

"Indovina tu?" Marc fa un cenno verso di me.

"Non saprei." Ci penso un secondo. "Si è fumata una sigaretta con lui?"

Lucas ride e mi batte il cinque.

"No, no. Tenetevi forti... Gli ha spento una sigaretta sulle scarpe."

C'è qualcosa che non mi convince. "Cioè, ha riacceso un'altra sigaretta nel suo ufficio e poi gliel'ha spenta addosso?"

Marc riflette. "Ok, forse questa è una stronzata."

"Anche secondo me."
Mi sembra che sia una di quelle voci di corridoio che si sono ingigantite. Però qualcosa deve essere successo. Meglio chiedere a lei appena la vedo.

Comunque, che strano. Stavo pensando a Martha, e un momento dopo, Marc entra in classe e racconta stramberie su di lei.
È tutto così curioso.
Non so perché ci sto pensando, ma sento che c'è qualcosa di più della semplice coincidenza. Sento una strana sensazione.
Credo che il destino voglia lanciarmi dei segnali. In qualche modo, vuole fare intrecciare le nostre vite. Non so con quale scopo, ma sarò qui a scoprirlo.

Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora