Quel ragazzo è strano.
Alla festa non mi aveva riconosciuta ed era stato così gentile.
In palestra fa sempre lo stronzo con me e non capisco perché solo con me.
È tutto il pomeriggio che ci penso e ci ripenso, ma ovviamente devo prestare attenzione anche e soprattutto all'ambiente che mi circonda,non voglio perdere il lavoro. Mi serve.Lavoro in questo bar da quando mi sono trasferita nel dormitorio, ho una borsa di studio che copre la maggior parte delle spese, ma per vivere mi servono soldi e Sakura non può darmene chissà quanti.
È il classico piccolo bar di quartiere, lo gestiscono una signora e sua figlia (entrambe due tipe particolari a parer mio, probabilmente pur di fare soldi, trasformerebbero il bar in un bordello), è in stile country quindi la mia divisa sono una camicetta a quadri, degli shorts di jeans e dei camperos. Fino al pomeriggio i turni sono tranquilli, c'è chi viene per studiare, chi per giocare a biliardo e bersi un drink. La sera, purtroppo per me, diventa una specie di discoteca, i ragazzi si ubriacano, si divertono a modo loro, alcune di noi cameriere devono anche fare una specie di spettacolino sul bancone principale. Perciò la mia idea del bordello.. Fortunatamente non me l'hanno mai fatto fare, non so se riuscirei a resistere nel sentirmi le mani addosso di quei pervertiti ubriachi mentre ballo o...o mi muovo come posso.Durante la pausa scrollo un po' qualche social, mi faccio un selfie e lo pubblico e ho subito la reaction di Yuki "sei una bellezza, farai faville stanotte così" ahahaha si certo, l'unica cosa che farò stanotte sarà dormire.
Tempo di risponderle e torno ai tavoli.
È cominciata da poco la serata, le ragazze hanno ballato, i tavoli sono in fermento, la band in fondo al locale ha cominciato con qualcosa di soft. Poi d'un tratto una voce mi paralizza «Sophia, ciao» seguito da un sorriso maledettamente malizioso, incontro lo sguardo di chi non avrei mai voluto incontrare. «da quanto tempo è che non ci vediamo?» PANICO. Non può essere vero, se è un incubo svegliatemi per favore.
Davanti ai miei occhi paralizzati c'è Justin Wells: Il mio ex alle superiori, l'artefice del mio odio per le feste.
Quella volta, era un ballo di beneficenza organizzato dalla scuola, ricordo solo che mi prendeva sempre lui da bere, e a distanza di anni capisco anche perché. Li correggeva, mi stava drogando per violentarmi nella classe di biologia, ma fortunatamente una mia compagna mi venne a cercare e quando capì che stava succedendo buttò un urlo che fece correre preside e professori. Io fui mandata all'ospedale e Justin fu espulso. Da quel che so, cambiò città e scuola, ma non mi aspettavo di certo di vederlo qui. È per colpa sua che ho deciso di volere un profilo basso, di non andare nell'occhio.
«hey baby, non mi riconosci?»
Mi accorgo di essere rimasta zitta fin'ora, devo darmi da fare e dileguarmi il più in fretta possibile. Manca ancora mezz'ora alla fine del mio turno. Posso farcela.
«Buonase... ciao, che posso portarti?» lui fa finta di nulla, probabilmente ha capito che ho capito chi è, prendo l'ordine e vado al banco.
Quando glielo porto mi lascia una bella mancia e poi mi palpa il sedere. Mi irrigidisco all'istante. Ma come si permette? Il problema è che non posso reagire o perderei il lavoro.. Dannazione. Sguardo basso e vado via finalmente, nemmeno mi accorgo di chi sta entrando nel locale.Pov's Logan :
Io, Andy e Dan siamo appena arrivati in questo baretto che ci hanno consigliato i giocatori di football.
Le cameriere sono tutte cowgirl, si beve birra, si può giocare a biliardo, c'è la musica dal vivo, vedo alcune cameriere che si scatenano in pista con i clienti.
Proprio un posto interessante.
Stiamo per entrare, ma la porta si spalanca e...
Non ci posso credere: Bambolina? Mmmh... Interessante! Chissà che ci fa qui?
Passa alla nostra destra, Andy nemmeno se n'è accorto, mi sa che gli è già passata ahaha.
Sto per salutarla quando vedo che è seguita da uno dei Fox.
Sono tutti degli stronzi bastardi quelli, che ci fa insieme a uno come lui?
Il tipo le avvolge un braccio attorno al collo, quindi immagino sia il suo ragazzo, non la vedo il genere di ragazza che sta con uno come lui, lei è diversa (o mi fa pensare che lo sia) e quando lui le dice «dai baby, concludiamo quello che avevamo iniziato! Non fare la bambina! Lo so che mi vuoi» e sento un «Vaffanculo!» urlato, vedo che lei gli pesta un piede, ma lui non demorde e stringe più forte il braccio. Ho la conferma che non mi sbagliavo, lei è diversa dalle altre, non so ancora se quel figlio di puttana è il suo ragazzo oppure no, ma se lei non vuole, lui deve farsene una ragione. Lo vedo mantenere la presa salda attorno al suo collo, allungare le mani come se fosse un suo diritto, mentre lei cerca inutilmente di allontanarsi. Sarà il doppio di lei, non ci vedo più, come si può trattare una donna così? Mi avvicino e metto una mano sul suo petto. Lui si stacca un po' da lei per capire chi si sta intromettendo, si stacca quel tanto che basta per colpirlo in pieno viso e farlo finire a terra senza colpire anche lei «forse così ti è più chiaro capire che lei non vuole».
Si alza di scatto massaggiandosi il labbro poi grida incazzato nero «chi cazzo sei? Baby, lo conosci?? Chi cazzo è ? Sei una lurida puttana Sophia! Sappi che non finirà qui! Ti avrò mia!» e se ne va.
Nel frattempo mi hanno raggiunto i ragazzi, ma faccio loro cenno di iniziare ad entrare, mi giro verso bambolina e la trovo rannicchiata a terra, con le braccia incrociate e mani aggrappate alla borsa a tracolla. Sussulta, singhiozza, è terribilmente scossa. Mi inginocchio e le prendo una mano, sussulta nuovamente e si ritrae manco si fosse scottata.
«bambolina, sono Logan, sicura di stare bene? Vuoi che ti accompagno da qualche parte? Come fai a conoscere quel bastardo dei Fox?»
«lasciami stare» un sussurro quasi impercettibile.
«LASCIAMI STARE!» questa volta urlato, pieno di panico, paura, agitazione. È scattata in piedi ed è corsa via.
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Un motivo per resistere
Teen FictionSophia, 19 anni. Una vita che senti pesante e apatica, una personalità in confusione e un motivo per resistere a tutto ciò. Tutto senza mai darlo a vedere. Una combinazione perfetta per cambiare prospettiva è spiccare il volo. La prima storia che...