𝖉𝖎𝖊𝖈𝖎 - 𝐡𝐚𝐯𝐞𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐝 𝐰𝐡𝐚𝐭 𝐛𝐞𝐜𝐨𝐦𝐞𝐬 𝐨𝐟 𝐜𝐮𝐫𝐢𝐨𝐮𝐬 𝐦𝐢𝐧𝐝𝐬?

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TW: violenza/manipolazione psicologica/abuso






You ask me what I'm thinking about
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Cinque minuti prima dell'arrivo di James

Sentii uno strano sfarfallio all'altezza dello stomaco, poi la guancia che bruciava. Quella santarellina del cazzo mi aveva appena tirato uno schiaffo.

Quella santarellina del cazzo mi aveva appena tirato uno schiaffo?

«Ma sei impazzito?» Rose urlò in preda al panico.

Si agitò così tanto che per poco non le caddero gli occhiali giù dal naso.

«Che cazzo urli?»

«Urlo quanto mi pare!» strepitò lei, incurante di Silver, che invece dormiva beata nel mio letto, proprio alle nostre spalle.

Rose saltò in piedi e mi minacciò con un'occhiata contrariata.

«Tu prova solo a toccarmi un'altra volta...»

«Ti ho baciata», la canzonai divertito.

«Non dirlo nemmeno per scherzo!», replicò voltandomi le spalle.

«Quale scherzo? Ma dove cazzo vai...»

Rose scappò da camera mia, lasciandomi come un idiota a fissare la porta.

«Ma che cazzo...»

D'un tratto mi accorsi del trambusto che proveniva dal giardino, quindi mi affacciai alla finestra. I miei occhi curiosi si fermarono su Maize e Scarlett. Parlavano vicino alla piscina mentre, da lontano, Ace li puntava con uno sguardo tutt'altro che rassicurante. Guardava Maize con la faccia di uno che se lo sarebbe mangiato vivo.

Non era un'espressione che Ace aveva spesso, lui non era come me, che invece scattavo per qualsiasi cosa. Erano ormai incalcolabili tutti gli occhi neri che mi ero procurato durante i litigi al pub, davanti a un calice di birra e una partita di rugby. A volte non c'era nemmeno bisogno di un vero motivo, mi sfogavo in quel modo, anche se non sapevo cosa ci fosse da sfogare. Magari ero nato violento, o forse, come sosteneva Jade, i motivi erano più reconditi. Odiavo il mondo? No, ma un po' lo detestavo... perché certe malattie dovrebbero colpire gli adulti, magari gli anziani e non una bambina di sette anni. Non la mia sorellina.

Devo scendere di sotto, mi dissi, dopo aver appurato quanto fosse tesa situazione tesa tra Ace e Maize.

Ma non potevo lasciare una ragazza nel mio letto.

O forse sì?

Mi avvicinai e, sfiorando il gomito di Silver, provai a svegliarla.

«Ti puoi alzare? Io devo andare.»

Lei però si giro dall'altra parte.

«Ti tocca il divano stanotte», fece una voce cristallina alle mie spalle.

Lav entrò con un ghigno stampato sul volto.

«Mi spieghi chi è questa?», chiese poi rimirando la sagoma informe spalmata sul materasso.

«Ehm... una ragazza.»

Lei mi guardò dal basso con un'aria cinica che sembrava dire "Ah, davvero? Grazie per l'informazione, non ci sarei mai arrivata da sola!"

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