capitolo 3

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Alan per fortuna riuscì ad aprirsi con tutta la squadra. Le nostre ricerche sulla gemma continuarono, come continuò la ricerca per un posto sicuro, al momento ci eravamo accontentati di fare i turni, ma sapevamo che la cosa non sarebbe potuta continuare per molto.

Abele: “ ricapitoliamo, abbiamo una gemma inutile finché non troviamo una stupida formula per attivarla ? che stronzate”
Noah: “possibile che la formula sia stata distrutta?”
Alan: “sì effettivamente sì ma almeno proviamoci”

Abele si alzò, batté le mani sul tavolo.

Abele: “provare a cercare uno stupido pezzo di carta, non sappiamo nemmeno da dove iniziare! Non abbiamo nemmeno un indizio di dove cercare!”

Alan: “voi dove avete trovato la gemma?”

Calò il silenzio e mi guardarono.

Ray: “ah non guardate me, c’è sempre stata”
Abele: “sei inutile”

Quel ragazzo non aveva mai una parola dolce o gentile in bocca.

Ray: “prima era nel castello di mia madre, quando ci dividemmo gli averi io e mio fratello io mi presi la gemma.”

L’aria si fece pesante, Abele aveva ragione, stavamo cercando una cosa che potrebbe essere stata distrutta secoli prima.

Ray: “è tardi, pensiamoci domani”

Uscii senza dire nient’altro.
Andai sulla mia torre preferita, avevo bisogno di aria fresca.
Salii le scale e mi poggiai al grande buco che faceva da finestra.
Ammirai il paesaggio, il sole scompariva dietro i grandi abeti.
Era rilassante vedere come il cielo cambiava colore. Me lo godei tutto, quando ormai il cielo divenne blu, le stelle iniziarono a spuntare e un aria fresca si iniziava a farsi sentire.
Tornai giù, ero pronto ad andare nella mia stanza e dormire quanto possibile così da iniziare una nuova giornata.
Axel mi venne in contro correndo.

Axel: “la gemma, non c’è”

Sentii il mio cuore bloccarsi, spalancai gli occhi.

Ray: “no, non è possibile, trovala”
Axel: “ ray…-”

Lo interruppi gridandogli contro, ero nervoso, non era possibile che qualcuno era riuscita a prenderla.

Ray: “troviamo quella gemma! Ora!!”

Corsi nella stanza dove l’avevo tenuta nascosta per tanto tempo.
Spalancai la porta e Axel ave ragione, purtroppo.
Mi guardai intorno.
Il vetro era sano, il tavolino non era stato toccato ma la porta vicino il vetro era spalancata.
Sentii sprofondare per un attimo, l’unico modo per aprire quella porta era tramite una chiave che però non avevano tutti, gli unici possessori eravamo io, Axel e Emy.
Emy è una ragazza dai capelli lungi con una frangia e biondi; occhi marroni chiaro e pelle chiara, molto chiara.
Avevo sempre sospettato che poteva essere una traditrice ma mai fino  a questo livello, per me questa era una pugnalata alle spalle, non la lascerò impunita.

Corsi nella sala più grande dove erano riuniti la maggior parte di noi, strinsi i pugni e non pensai due volte prima di parlare, ero furioso e non avevo dubbi che era stata lei.

Ray: “dov’è quella grandissima…”

Venni interrotto da axel che alzò la voce per farmi zittire.
Axel: “non hai prove che sia stata lei!”
Abele: “non ci vuole un genio a capire che è stata sicuramente lei”
Noah: “a proposito di geni, dov’è Alan, l’ho cercato ovunque”

Sentivo l’occhio sbattermi dal nervoso…
La gemma era sparita, Alan era sparito, Emy era sparita.

Connor: “se il traditore fosse Alan?”
Ray: “la finisci di sparare stronzate!?”
Abele: “ ray tranquillizzati”

Abele mi posò le mani sulle spalle e mi sembrò di tornare alla realtà.

Abele: “secondo me  gli amichetti di tuo fratello centrano qualcosa”

Fece uscire dalla tasca un ampolla.

Ray: “è di Mario, riconosco il filo intorno”

Non ci vollero spiegazioni e non ci pensammo due volte. Avevamo un traccia e ci portava da quegli stupidi e insulsi ragazzini., quanto li odiavo, quanto li detestavo.

Andammo da loro, sbucammo con cattiveria nel loro castello, impugnai la mia spada mentre mi avvicinavo minaccioso a loro.

Ray: “avete qualcosa di mio”
Ettore: “non abbiamo nulla di tuo, sparisci”
Ray: “giuro su mia sorella che ti taglio la gola se non mi ridai la gemma”

Ci fu un attimo di silenzio. Sapevano bene che non scherzavo.
Ma chi si credono di essere! Questi stupidi ragazzini con un misero territorio da governare! Non hanno capito con chi hanno a che fare… loro sono solo 11 stupidi ragazzini che giocano con il fuoco.

In quel l’attimo di silenzio vidi Alan corrermi in contro, sprofondò tra le mie braccia in lacrime.
Rimasi sconvolto dal rilascio di emozioni del ragazzo, così improvviso e io non potevo fare nulla, sentii un odioso vuoto al petto che mi rendeva solo più nervoso perché sapevo che io, non avrei potuto fare nulla…

Lo strinsi a me passandogli una mano tra i capelli.
Se scoprivo che gli avevano fatto del male non me lo sarei mai perdonato, doveva essere sotto la mia protezione e ho fallito, ho fallito miseramente.

Strinsi in un forte abbraccio Alan, volevo scusarmi per quanto avessi fatto schifo a tenerlo al sicuro,  tremavo dal nervoso.

Misi il ragazzo da parte e cacciai un pugnale dalla tasca, non ci pensai due volte che lo scagliai contro Ettore prendendolo in pieno. Ero pronto a dargli il colpo di grazia, volevo saltargli addosso e strozzarlo a mani nude ma Alan mi trattenne.
Insistette che dovevamo andar via, lo seguii, ma non ero per niente soddisfatto della situazione, l’avevo vista come una sconfitta.

Alan era seduto dietro di me sul cavallo. Mi picchiettò leggermente la spalla per attirare la mia attenzione, mi girai e vidi tra le sue mani la gemma.

Alan: “ho commesso un piccolo furto”
Ray: “hai rubato al ladro”

Il ragazzo scosse leggermente la testa sorridendo, fece uscire dalla tasca un foglio arrotolato:

Alan: “indovina cos’è?”
Ray: “qualcosa di utile spero”
Alan: “ la formula, abbiamo sia la formula che la gemma”

Persi un battito, non potevo crederci che la formula l’avevano quei ragazzini.

Ray: “sei, sei fottutamente utile”

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