capitolo 1

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  “o sei con me, o sei contro di me.”
Una delle tante cose che mio fratello non aveva capito.
“o mi ami, o mi odi, non ci sono sfumature”
Non capisco perché ha deciso di allontanarsi da me, forse non mi ha mai voluto bene. Eppure io ho fatto così tanto per lui; mi sono sempre occupato di lui come un padre e non un fratello, o almeno ci ho provato. Forse è qui che ho sbagliato, lui un padre c’è l’ha, forse non avrei mai dovuto provare a rimpiazzarlo.
No,no,no. È lui ancora troppo piccolo per capire che, i suoi amichetti, quelli che tanto odio, lo stanno solo sfruttando e lui è un ingenuo che ci casca. Nessuno lo conosce meglio di me, nessuno lo ama più di me, nessuno si è mai sacrificato per lui quanto me !!

E mentre i miei pensieri mi divoravano il cervello, solo il rumore della porta che si apriva riuscì a distrarmi e a farmi tornare alla realtà.

Guardai la porta e uno dei miei più fidati amici entrò.

“Ray, è ora, muoviti”

Annuii e Abele andò via. Feci un respiro profondo, i pensieri precedenti non mi avevano ancora abbandonato ma avevo cose più importanti da fare e volendo o no avrei dovuto lasciar andar via i miei pensieri intrusivi…che sapevano solo distruggere la mia poca sanità mentale rimasta.

Mi alzai dal mio trono stiracchiandomi, un ultima occhiata allo specchio prima di uscire dalla mia dimora e il mio regno, pronto a stringere un patto di alleanza con un altro.

Mi passai una mano tra i capelli neri come il carbone ma soffici come una nuvola, guardai attentamente l’unica parte del mio corpo che poteva rendermi attraente, i mei occhi; occhi gialli, gialli come il sole che non si facevano scappare nulla…sotto di loro, occhiaie anch’esse accese, ironizzavo sempre su di loro, pensavo: “tanto nero su nero non si nota.”

Un’ultima occhiata generale ed ero pronto. 

Mi feci strada all’esterno dove mi aspettava il resto della compagnia…infatti erano lì. Abele e Noah, due dei miei più forti combattenti, nessuno dei due aveva paura di sporcarsi le mani se necessario, forse Abele disposto a fare una strage anche quando non era essenziale, ma è fatto così e ad oggi non mi ha mai causato problemi, di conseguenza, chi sono io per cambiare il suo carattere bellicoso?

Uscimmo dal regno a cavallo, ci portammo dietro il minimo indispensabile, acqua e qualcosa da mangiare, ci aspettava una lunga cavalcata.
Attraversammo foreste e montagne prima di arrivare a destinazione.

Un altro regno.
Le strade con il nostro arrivo diventarono sempre più silenziose, non mi portavo dietro una bella fama. Sapevano che se volevo qualcosa la ottenevo, non mi interessavano le conseguenze. Tutto sommato, non posso negare di non essere stato accolto con il dovuto rispetto.

Appena arrivati di fronte le porte del castello ad accoglierci c’era un uomo; una pelle pallida dovuta alla poca melatonina ma occhi neri che ti guardavano nell’anima, ma ciò non mi intimidì nemmeno un po’.

Ci portò dentro facendoci una lunga spiegazione di come un patto di alleanza poteva migliorare la situazione ad entrambi. Cosa che io non trovavo assolutamente vera, lui non sarebbe mai riuscito ad attaccarmi, ho un regno immenso e il suo rispetto al mio non è nulla.
Però non dissi nulla anche perché meglio avere alleati che nemici intorno i miei confini.

Ci portò nella sala trono dove a riceverci trovammo una dolce donna, la moglie del re. Una donna dalla pelle candida, occhi di un leggero rosso che vibravano…un’albina.

Presi delicatamente la mano della donna accennando un inchino, volevo mostrarle rispetto anche perché non avevo nulla contro di lei ed era la prima volta che vedevo una creatura così affascinante che non mi resi conto di starla fissando un po’ troppo.
La donna ridacchiò dolcemente.

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