il codice della gemma

capitolo 4

Eravamo seduti in torno a un tavolo, Alan riuscì a decifrare la formula.

Alan: “ci servono 4 minerali: ferro, oro, diamante e carbone…uno per tipo”
Ray: “carbone e ferro li ho sicuramenti, il resto va scavato”

Guardai i miei amici, chi potevo mandare a scavare?

Ray: “ Connor, Noah…”

Era una scelta difficile, potevo mandare anche Kim; un ragazzino ansioso, però se mandavo lui non potevo mandare Abele, ma Abele mi serviva al castello.
Decisi di mandare anche Kim però mi mancava una 4° persona. Liam, era perfetto per un lavoro come quello nonostante non era forte come Noah o Connor, ma i due da soli si litigavano sicuramente.

Ray: “ Noah, Connor, Kim e Liam. Siete disposti ad andare in caverna per recuperare un diamante e un pezzo di oro?”

Tutti e 4 furono d’accordo e andarono.
Ora volevo concentrarmi su Alan, avevo bisogno di sapere se era stato ferito da quei mocciosi.

Gli misi un braccio in torno alle spalle e lo portai fuori, iniziammo a camminare per tutto il corridoio e quando fummo abbastanza lontani da gli altri gli altri gli parlai.

Ray: “ti hanno ferito i mocciosi?”
Alan: “no, no,  ero solo…spaventato”

forse l’avevo messo in una situazione più grande di lui, non volevo che si sentiva obbligato ad aiutarmi.

Alan: “tu non sei figlio unico da quanto so”

Ray: “sono il secondo genito, siamo 3 fratelli e 1 sorella”
Alan: “come ti trovi con i tuoi fratelli?”
Ray: “li amo, li amo tanto mi ucciderei per ognuno di loro”

Mi emozionavo sempre quando parlavo dei miei fratelli, li amavo tantissimo e ci sono sempre stato per ognuno di loro sempre, li ho sempre messi al primo posto per tutto.

Alan: “loro ti amano?”
Ray: “sì, ovvio”

Risposi senza pensarci due volte, non avevo dubbi che i miei fratelli mi amassero, non avevano motivo per odiarmi.

Alan: “rifletti bene, loro ti amano quanto tu ami loro?”

Non capivo perché insisteva, era così serio mentre parlava e poi mi guardava come se non voleva quella risposta.

Ray: “perché metti in dubbio il mio sì?”
Alan: “tu cosa hai fatto per loro?”
Ray: “a Ethan, mio fratello più grande, l’ho sempre aiutato in tutto, anche per la conquista del suo regno  e ancora oggi se ha bisogno di qualcosa può chiedermi senza problemi e lo sa. Intras, la mia adorata sorellina, le ho sempre dato tutto ciò che voleva e tutto l’amore che potevo. Mario invece l’ho sempre difeso e anche a lui gli ho dato quello che voleva…quando viveva ancora con me”
Alan: “e tutti quanti hanno apprezzato quello che facevi per loro?”

Annuii.

Ray: “sì, sì, con Ethan ancora oggi mi sento, Intras vive con me e Mario anche mi ama”
Alan: “ Ray, Mario non ti ama”
Persi un battito.

Ray: “che cazzo dici”

Sentivo di essere sul punto di mettergli le mani addosso quando mi continuò a parlare.

Alan: “mentre ero lì, ho sentito Mario parlare con i suoi amici di te e non ha detto cose per nulla carine.”
Ray: “stai sparando un mucchio di stronzate”
Alan: “ Ray vogliono ucciderti!”

Il mondo mi sprofondò addosso, mio fratello? Il mio adorato fratellino voleva uccidermi?

Ray: “stai sparando un mucchio di stronzate, che cazzo ti passa per la testa!?”
Alan: “ Ray per favore credimi! Lo so che può essere difficile ma credimi, ti prego”

Sentivo il sangue bollirmi dentro, strinsi i pugni e lo fissai come un assassino.

Alan: “vogliono farti un agguato, Mario ti attirerà fuori con la scusa di doverti parlare e poi ti colpiranno alle spalle”

La voce di Alan era frettolosa, stava trattenendo le sue emozioni ma non riusciva, era una bomba di frustrazione pronta ad esplodere mentre io ero pieno di rabbia.
Continuai a giustificare mio fratello, non volevo credere che volesse uccidermi. Dopo tutto quello che io avevo sempre fatto per lui.
Alan insistette come un dannato, quella fu la nostra prima litigata.
Non so con quale miracolo non lo presi a schiaffi ma alla fine di tutto mi convinse.
Forse dovevo credergli.
Riuscì a farmi aprire gli occhi sul mondo reale e portarmi via da tutte le stronzate che mi ero inventato perché solo il pensiero che uno dei miei fratelli potesse odiarmi mi rendeva frustrato.

Ci abbracciammo. Mi mise una mano tra i capelli e sentii le guance bagnarsi, piansi tra le sue braccia, cosa che non avevo mai fatto con nessuno.
Mi consolò senza farmi sentire debole.

Raccontai tutto a gli altri e facemmo un piano, avevo intenzione di ucciderli tranne Mario, dopo tutto era ancora il mio fratellino.