𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐼𝑉

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I tenui raggi di luce provenienti dall'esterno dell'appartamento filtravano attraverso le tende chiuse della stanza di Jeongguk, avvolgendolo in un bagliore che incantava Taehyung.

Non poteva essere più tardi delle cinque del mattino e, mentre Jeongguk alla fine era riuscito a scivolare in un sonno profondo, Taehyung si sentiva troppo agitato per permettere alla propria mente di riposare.

Aveva trascorso la notte a osservare Jeongguk, a volte sfiorandolo e indugiando sulla sua pelle un po' più del dovuto. Sapeva che avrebbe dovuto alzarsi e andarsene, che Jisoo poteva rientrare dalla sua nottata fuori con le amiche da un momento all'altro, ma non ne aveva alcuna voglia.

In alcuni momenti della sua notte insonne, aveva pensato che fosse il peso delle troppe emozioni a trattenerlo lì. In altri, si era semplicemente limitato a contemplare il ragazzo più giovane, ammirando i solchi e le curve dei suoi lineamenti.

Se rifletteva troppo profondamente, riusciva a rievocare con chiarezza il sapore delle sue labbra, la sensazione delle sue dita calde che gli premevano contro le cosce, lasciando al loro passaggio lievi lividi che avrebbe dovuto fare del proprio meglio per nascondere a Jisoo. Quei ricordi lo facevano rabbrividire nel suo maglione pesante, provocandogli una sensazione di caldo e freddo al tempo stesso.

Jeongguk aveva sempre saputo come suscitare in lui tali contrasti, e Taehyung fu improvvisamente tentato di svegliarlo e tempestarlo di domande fino a quando tutto non avesse avuto un senso.

«Probabilmente non lo avrà mai...», mormorò tra sé, accarezzando la curva di una mascella scolpita fino a perdersi in una distesa di morbide ciocche corvine. Le accarezzò distrattamente, fermandosi solo quando Jeongguk si agitò nel sonno. Allora gli osservò le labbra, le stesse che lo avevano appagato così completamente solo poche ore prima, e le vide socchiudersi per rilasciare un soffio d'aria e una serie di parole sconnesse.

Taehyung avrebbe voluto rimanere disteso ad ammirare quella vista adorabile, ma era così perso nei propri pensieri che poté solo avvicinarsi di più a Jeongguk e poggiare una guancia sul suo petto, disegnando motivi indefiniti sulla sua pelle scolpita.

Si sentiva smarrito. Era talmente confuso che l'unica cosa che riusciva a fare era ripetersi di non sapere più cosa fare. Provava quasi invidia per Jeongguk, se non altro per la sua capacità di dormire nonostante tutto.

La relazione era la sua, lo sapeva. Sapeva di dover essere lui quello fedele e responsabile e di non dover cercare affetto altrove. Tuttavia, non poteva fare a meno di domandarsi come facesse Jeongguk ad accettare e gestire così bene la situazione. Tradire era tradire, a prescindere dalle circostanze. Aveva visto amici subire lo stesso destino e non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto fosse crudele; quanto terribile dovesse essere una persona per ingannare e ferire qualcuno in maniera simile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24 ⏰

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