Chapter 7

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All'età di quattordici anni, Sirius desiderava scappare di casa e andare a vivere da solo.
Si era reso conto che l'oppressione dei suoi genitori lo rendeva inquieto, tanto che aveva iniziato a sentirsi a disagio persino in camera sua. Questo perché lo aveva colto in flagrante mentre aveva appena finito di masturbarsi su una rivista gay.
«E questo cosa cazzo significa?» gli aveva urlato.
Non che l'avesse scoperto mentre lo faceva, ma era palese che cosa avesse appena fatto.
«Non lo so, io non lo so!»
Era andato nel panico e si era messo a piangere più per la vergogna che per la rabbia inaudita di sua madre. D'allora, Walburga gli aveva proibito di portarsi a casa qualsiasi tipo di rivista e doveva tenere sempre la porta di camera sua aperta. Sua madre lo avrebbe controllato ogni giorno, accertandosi che non avesse niente di strano che lo potesse deviare.
Passato qualche anno, in cui i suoi genitori credevano che il loro figlio avesse soltanto passato una specie di fase, Sirius si rendeva sempre più conto che lui era gay fino al midollo.
Ci provava con le ragazze, ogni tanto ci andava anche a letto, provando ad avere con loro una specie di relazione e a convincersi che le piacessero. Tuttavia, finivano tutte per essere un buco nell'acqua, e così era stato definito a scuola un play boy, perché era sempre lui a lasciarle.
A Sirius andava bene, perché mai avrebbe voluto che i suoi compagni di classe, soprattutto James, del quale si era innamorato il primo anno di collegio, scoprissero che era omosessuale.
La goccia che fece traboccare il vaso fu a causa di Remus Lupin. Ai tempi, non era un ragazzo che si faceva notare. Era uno studente come tutti gli altri, schivo e poco incline alla socialità. Sirius non se ne era mai curato. Fu all'ultimo anno che aveva iniziato ad accorgersi veramente di lui. Era amico della Evans, la ragazza per la quale James aveva una fissa sin dal primissimo giorno di collegio, perciò era inevitabile per lui non ignorarlo.
James aveva ricominciato a provare a conquistare Lily, e lei non si faceva abbindolare dalla determinazione quasi maniacale di James. Anzi, Sirius supponeva che lei e Lupin si frequentassero.
«Ma dai, che stai dicendo?!»
James si arrabbiava, arrivando quasi a litigarci. Molto spesso avevano finito per discutere animatamente a causa della Evans, perché Sirius era geloso. Aveva paura che la loro amicizia sarebbe finita. Cosa che effettivamente era sul punto di accadere qualche mese più tardi.
Lupin però non dimostrava mai alcun tipo di affetto per la Evans che andasse oltre l'amicizia, perciò anche Sirius si era illuso per un breve periodo che sarebbe riuscito a conquistarlo. Ma non lo aveva mai fatto, lo aveva soltanto reso consapevole che gli uomini gli piacessero sul serio. E da lì, la voglia di andare via di casa, di trovare un posto tutto suo per poter essere se stesso, aveva iniziato a diventare un bisogno primario.
Fu lì ad aver toccato il fondo, di essere arrivato al limite della sopportazione. Perché se avesse dovuto sorbirsi le bugie che la sua testa gli suggeriva, comportandosi come una persona diversa da quella che era, tanto valeva togliersi la vita che non vivere come desiderava lui.
Il coming out fu una vera e propria rivolta. Litigò con i suoi genitori, con suo fratello e abbandonò Grimmauld Place n. 12 perché non poteva più sopportare quell'ambiente soffocante.
James lo accolse per qualche tempo e poi Sirius trovò il suo appartamento attuale. Ci mise tre anni per arredarlo e ristrutturarlo come si deve. Finalmente aveva trovato il suo posto, dove si sentiva finalmente se stesso e poteva invitare dei ragazzi per portarseli a letto.
Aveva avuto la fortuna di trovare Remus, restando sbigottito dal fatto che gli piacessero i ragazzi. Il suo intuito a scuola aveva avuto ragione e ne era entusiasta. Teddy lo adorava e adorava quando lui andava da loro anche solo per cena.
Remus gli raccontava che quando non lo vedeva, perché era impegnato in qualche locale o magari aveva avuto altro da fare, Teddy chiedeva sempre di lui. E si arrabbiava quando non potevano andare a casa di Sirius.
A quel punto, dopo un anno e mezzo di relazione, Sirius ebbe l'idea di andare a convivere con Remus.
Anni e anni in quell'appartamento minuscolo, in cui aveva costruito il suo rifugio, aveva intenzione di abbandonarlo per andare a vivere insieme a Remus. Immaginava loro due in una bella e grande casa come quella di James e Lily. Una camera loro, una per Teddy e un'altra per gli ospiti o, chissà, per un altro bambino.
Sirius doveva risvegliarsi ogni volta che la sua immaginazione andava oltre. Un conto è la convivenza, un conto è adottare un bambino, crearsi una vera e propria famiglia.
Forse... si sarebbero dovuti sposare.
L'idea non gli dispiaceva affatto. Qualche volta il suo sguardo si soffermava sull'anulare sinistro di James. Osservava la sua fede nuziale e se la immaginava indosso al sue dito e a quello di Remus. Le loro iniziali incise insieme alla data del matrimonio.
Più ci rifletteva e più veniva schiacciato dalla paura di ricevere un no.
Remus con Ninfadora non si era sposato, e non aveva mai accennato a un possibile matrimonio, anche se a volte scherzava sul fatto che lo volesse sposare, soprattutto quando compiva un'azione che a Remus piaceva da matti. Poteva anche essere una banalità, come cucinargli la colazione o andare a prendere Teddy a scuola al posto suo perché faceva tardi da lavoro.
«Mi dispiace darti questo fastidio.»
«Ma va! Lo sai che a me fa piacere. Porterò Teddy a mangiare i suoi cupcake preferiti.»
«Ti sposerei! Grazie mille, a più tardi allora.»
Sirius ci rideva su, ma l'idea non gli dispiaceva. Era tentato di proporglielo veramente, ma ogni volta finiva per farsi un sacco di paranoie e lasciava perdere.
Una sera ne aveva parlato al telefono con suo fratello, e lui se l'era presa male per come si stava facendo tutti quei problemi ai suoi occhi irrisolvibili.
«Credi davvero che nessuno se lo aspetti? Andiamo, state praticamente sempre insieme!»
«Be' non sempre... convivere vuol dire stare trecentosessantacinque giorni l'anno nella stessa casa. E se dovessimo litigare o lasciarci?»
«Oddio come sei noioso. È normale per voi battibeccare, lo fate spesso, ma vi amate talmente tanto che un minuto dopo vi siete perdonati a vicenda. E il matrimonio, allora?»
«Remus non ne ha mai accennato...»
«Balle, una volta vi siete messi a fantasticare su un'ipotetica cerimonia.»
«Era il compleanno del suo amico Peter e ci ha istigati! Eravamo ubriachi e ci siamo messi a fantasticare cose improponibili.»
«Remus sarebbe così superficiale da averlo solo fantasticato? Andiamo Siri, lo sai meglio di me che quello lì ti vuole mettere un anello al dito.»
«Allora per quale motivo non me l'ha mai proposto?»
«Be'... non lo conosco fino in fondo. Dovresti saperlo tu.»
Già, ma non ne aveva la più pallida idea. E più ci rimuginava sopra, più il tempo passava e lo scorrere inesorabile del tempo non faceva che alimentare le sue paure.

The Perfect Girl | WolfstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora