Chapter 6

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Erano circa le sei e mezzo di mattina quando Remus si svegliò di colpo. All'inizio era solo una sensazione, ma poi sentì dei gemiti provenire da un'altra camera. Gli ci vollero pochi secondi per capire che si trattasse di un pianto e che appartenesse a Teddy. Si alzò e andò nella cameretta di Harry. Trovò quest'ultimo ancora addormentato sul suo lettino e Teddy seduto sulla brandina in mezzo alle coperte. Quando Remus lo prese in braccio gli si strinse addosso.
«Ehi, calmati, papà è qui.»
Lo portò fuori e tornò nella camera degli ospiti. Sirius si era messo a sedere e guardò i due tornare a letto. Teddy si rannicchiò in mezzo a loro, con il pollice in bocca e l'altra manina che teneva quella di suo padre.
«Hai fatto un incubo?» Sirius gli accarezzò i capelli e il bimbo si voltò a guardarlo annuendo. Aspettarono qualche minuto prima che si addormentasse di nuovo.
«Harry dormiva?»
«Sì» rispose Remus, distendendosi su un fianco per guardare sia Teddy che Sirius.
«Non lo sveglia nemmeno un carro armato» se la rise, poi aggiunse: «Secondo te ha fatto davvero un incubo?»
«No, penso che si sia svegliato e non abbia riconosciuto la camera.»
Riuscirono a dormire per altre due ore. Risvegliarsi con la vocina sottile di Teddy che aveva iniziato a sproloquiare gli infondeva una dolcezza infinita. Sirius stirò le braccia e si nascose sotto le coperte, facendo ridere Teddy che cercò di scostare le coperte.
«Padfoot, esci da lì!» ridacchiò, mentre questi continuava a nascondersi dopo avergli fatto una smorfia stupida facendolo ridere a crepapelle.
«Insomma, andiamo a fare colazione?» Remus afferrò Teddy e lo prese in braccio. «Anzi, prima ti cambio il pannolino.»
Sirius si era alzato e disse che sarebbe andato di sotto. Si sentiva un buon profumino che proveniva dalla cucina. Lily e James erano già svegli e avevano preparato la colazione dopo aver sistemato le ultime cose della sera prima.
Remus diede a tutti loro il buongiorno e sorrise vedendo i capelli di James e Harry spettinati allo stesso modo. A tavola c'erano pancake, pane tostato, uova e pancetta, persino caffè e in una brocca del latte per i bambini.
Fece sedere Teddy vicino a Harry e lui si accomodò accanto a Sirius che aveva iniziato a mangiare senza alcuna pretesa. Si vedeva che era abituato a stare da loro come se facesse parte della famiglia.
«Non fare complimenti e serviti pure, tesoro» disse Lily in modo gentile, passandogli una confettura di mirtilli. «Avete dormito bene? Ho visto che Teddy non c'era nella branda.»
«Si è svegliato piangendo e l'ho portato a letto con noi.» Remus spalmò del burro e la confettura sul pane tostato e lo passò a Teddy. «Ah, ho buttato il suo pannolino nel cesto in bagno.»
«Oh, no, come hai potuto?» se la rise James, sedendosi vicino al suo migliore amico. «Quanto sarà la multa, Lily cara?»
«Circa diecimila sterline» annuì lei, versando nei bicchieri dei bimbi il latte.
Sirius scosse la testa. «Mi spiace, Moony.»
«Anche tu contribuirai con lui.»
«E perché?» chiese sconcertato. Harry si mise a ridere per l'espressione esagerata di sgomento che Sirius aveva messo su.
«Perché sei il suo compagno» ammiccò Lily mentre si accomodava a tavola.
La colazione fu così piacevole che Remus si era dimenticato che lì erano soltanto ospiti. Vedere Sirius far ridere i bambini con i suoi sciocchi teatrini, parlare a James e Lily con naturalezza lo faceva sentire la persona più fortunata del mondo. Prima di conoscere Sirius si sentiva piuttosto solo, nonostante suo figlio, ma dove stava adesso sembrava di essere a casa.
Niente poteva rompere quell'atmosfera, tranne che un bussare alla porta.
All'inizio nessuno ci fece caso, perché erano stati due colpi leggeri, come se qualche uccello fosse atterrato rumorosamente sul tetto. Ma poi fu più forte e Harry si alzò dicendo che qualcuno stava bussando. Sirius lo fermò e andò lui ad aprire la porta.
«Vado io» asserì camminando a passo sicuro. Guardò dallo spioncino, ma non riuscì a capire chi fosse perché era lontano dalla porta e le dava le spalle. La aprì con uno scatto. «Sì, chi... eh?»
Sirius tenne la bocca spalancata e rimase a fissare suo fratello per una manciata di secondi prima che lui riuscisse a dire anche solo una parola. Chiuse di colpo la porta e senza badare troppo che dall'altra parte Regulus avrebbe potuto comunque sentirlo, chiamò James a gran voce, come se avesse appena visto un morto riprendere vita.
James andò da lui insieme a Remus tenendo una faccia preoccupata. Sirius non disse niente e indicò la porta.
«Che succede Pads? Parla!»
«C-c'è mio...»
Remus spalancò la porta senza pensarci. Fissò Regulus che aveva le mani in tasca e la faccia sconvolta. Non avrebbe mai scommesso uno scellino che si sarebbe presentato da loro. «Uhm, puoi aspettare due minuti?»
Neanche lui attese risposta e chiuse la porta, di nuovo.
«Che cazzo ci fa qui?» chiese Sirius.
«Non lo so.»
«L'hai chiamato tu, Prongs?» Sirius era arrabbiato, se non addirittura imbestialito. E prima che se la potesse prendere con James, Remus parlò con fermezza.
«Ieri sera ho scritto a tuo fratello.»
James e Sirius si voltarono verso di lui in contemporanea.
«Tu cosa?»
«Mi dispiace, ero un po' brillo.»
«E perché lo avresti fatto?»
«Non lo so! Pensavo non mi rispondesse, che non sarebbe venuto e invece... è qua fuori.»
«Grande, davvero ottimo. Ma hai visto come è vestito? Pare mio nonno! E io» si guardò «Dio, sono in pigiama.»
Remus lo fissò per alcuni minuti che sembravano infiniti. La sua rabbia sembrò scemare un po', soprattutto quando sia Harry che Teddy li raggiunsero all'ingresso, chiedendo loro che cosa stesse succedendo.
Lily si era appoggiata allo stipite della porta che dava alla cucina e attendeva che qualunque cosa stesse vorticando nella mente di Sirius uscisse fuori. Infine, stupì tutti.
«Potete intrattenerlo mentre vado a vestirmi?»
James annuì e Sirius scappò di sopra.
Tutti si fissarono e pensarono alla stessa cosa: Sirius che sgattaiolava via dal tetto. Avrebbe potuto farlo, ma Harry andò a ispezionare il piano di sopra, e disse loro che si stava vestendo.
James a quel punto lo fece entrare.
«Regulus.»
«James» lo salutò con freddezza, e si squadrarono per pochi secondi. Restò in piedi in mezzo al salotto e Lily provò a chiedergli se voleva del caffè.
«No, grazie, sono a posto.»
«Bambini, perché non andiamo a finire la colazione, vi metto un bel cartone!»
Remus ringraziò mentalmente Lily per aver allontanato i bimbi. Non c'era una bella atmosfera ora che Regulus era lì dentro.
«Pensavo non saresti venuto» disse a un tratto, cogliendo la sua attenzione.
«Nemmeno io, se devo essere onesto.»
«Allora perché sei qui?» chiese James impettito. Sembrava volesse prenderlo a schiaffi. E James non era un tipo violento.
«Perché lui» indicò Remus con un gesto del capo, «mi ha convinto.»
«Davvero?» Aggrottò la fronte, perché a parte dargli del ritardato non gli erano sembrati molto convincenti i suoi messaggi. Forse la litigata con Sirius lo aveva fatto sentire in colpa, e aveva colto la palla al balzo quando Remus gli aveva mandato quei messaggi. La situazione era persino imbarazzante, dato che sia lui che James erano in pigiama e con i capelli disordinati, mentre Regulus teneva una postura dritta, i capelli pettinati e il cappotto nero su misura.
Sembrava uscito da un film, altro che nonno. Remus riteneva che Sirius vincesse a mani basse per quanto riguardava la bellezza, ma suo fratello era così affascinante da metterlo in soggezione.
Sentirono i passi pesanti di Sirius scendere le scale. Indossò la giacca di pelle mentre teneva una sigaretta tra le labbra. Non aveva salutato Regulus, che lo fissava con una certa attenzione. Si infilò le scarpe e cercò qualcosa nelle tasche dei suoi jeans.
«Moony, l'accendino?»
«Nella tasca interna della mia giacca. Sirius, stai bene?» chiese mentre questi cercava il suo accendino. Lo trovò, a passi veloci superò Regulus e aprì la porta di casa.
«Parliamo fuori di qua» disse a Regulus, il quale annuì e salutò tutti cordialmente. Uscirono fuori, e prima che chiudesse la porta, Sirius fece l'occhiolino a Remus.
Lui schiuse le labbra sconcertato. Scambiò una veloce occhiata a James che era preoccupato quanto lui. Si avvicinarono entrambi alla stessa finestra che dava al cancello di casa, ma videro solo le schiene dei due fratelli che si allontanavano dalla loro vista.
«Credi che gli darà fuoco?»
Remus sbuffò una risata tesa. «Non è così drammatico.»
Si guardarono di nuovo e dissero all'unisono: «Speriamo in bene.»
Sirius fece ritorno un'ora più tardi. Harry e Teddy saltarono giù dal divano per andare ad abbracciarlo e lui li prese entrambi in braccio, ridendo di gioia.
«Allora?»
James, Remus e Lily lo scrutarono pronti a qualsiasi cosa avesse detto o fatto. Remus notò che i suoi occhi erano un po' rossi. Ebbe una stretta al cuore.
«Suppongo sia andata bene» disse mentre si sedeva con i bambini sulla poltrona. «Ha detto che è vero che i nostri genitori non vogliono che lui abbia a che fare con me. È stato piuttosto angosciante sentirglielo dire. Si è scusato.»
«Sirius...» James lo stava per avvertire, ma lui scosse la testa.
«Non mi faccio fregare un'altra volta. Gliel'ho detto e lui, be', aveva gli occhi lucidi e potrei aver pianto anche io.»
Fece un sospiro, stringendo i bambini in un lungo abbraccio. Teddy non capiva quello che stava succedendo. Il suo sguardo era concentrato sul cartone animato trasmesso in televisione. Ma Harry ricambiò l'abbraccio e lo guardò interrogativo.
«Pads, perché stai piangendo?»
«Mi è entrata una formichina nell'occhio!» rise Sirius, asciugandosi le lacrime. «È tutto apposto.»
Remus gli sorrise dolcemente, in fondo erano pur sempre fratelli, sangue dello stesso sangue. Potevano scegliere di volersi bene a modo loro, senza che niente e nessuno gli mettesse i bastoni fra le ruote. Ricostruire il rapporto perso sarebbe stato faticoso, ma ne valeva la pena. Era convinto che in qualche maniera ce l'avrebbero fatta. Così come era successo con James, Sirius sarebbe riuscito con Regulus. Non poté che ammirare la forza di questo ragazzo, dopo così tante vicissitudini negative, trovava il coraggio e il sorriso per poter andare avanti con la propria vita. Amava incondizionatamente, ed era un tratto che Remus adorava di lui.
Lì, su quella poltrona stretta e i due bambini in braccio, Sirius incrociò il suo sguardo. Dapprima Remus provò un certo senso di imbarazzo. Era partito tutto da lui alla fine, e sapere che era stato complice di quella sottospecie di riconciliazione - lo sperava, perlomeno, - lo rendeva nervoso. In quel momento si aspettava di tutto da Sirius: rabbia, perché non si sarebbe dovuto immischiare; tristezza, perché non gli piaceva che provasse pena per lui; felicità, perché era tutto ciò che desiderava.
Sirius gli sorrise e mimò con le labbra un "grazie", mentre tutti non si stavano accorgendo di loro che si guardavano. Remus cercò di trattenere un sorriso, fallendo miseramente e passando la mano tra i capelli ancora scompigliati per nasconderlo.
La mattina trascorse oziosa, ma non volendo disturbare oltre, decisero di andare via prima di pranzo. Si lavarono e vestirono e mentre Remus sistemava la sua roba, Sirius entrò in camera e chiuse la porta. Non gli permise di dire niente che gli si avvinghiò per baciarlo con vigore. Remus lo sollevò e lui avvolse le gambe attorno alla sua vita. Lo fece cadere sul letto messo a posto pochi minuti prima, e si mise sopra di lui, tenendolo per la mandibola.
«Grazie, Moony...»
«Di cosa?»
«Per essere tu» rispose Sirius, sorridendo dolcemente. «Sono così pazzo di te, non lasciarmi mai andare, amami fino alla fine, non importa cosa succederà. Amiamoci e basta.»
Remus rise, perché era sul serio un matto. «Ti amerò fino a quando non avremo entrambi i capelli bianchi.»
Sirius guaì addolorato al pensiero di avere i capelli bianchi, più delle rughe. Questa cosa fece ridere Remus di gusto e lo baciò ancora e ancora. Era stato un like casuale a farli avvicinare - messo da Peter, oltretutto, quel santissimo Peter! Avrebbe dovuto baciare lui per il suo grandissimo gesto.
Grazie ad uno stupido like e dei stupidi messaggi, avrebbe portato Sirius fino alla luna, talmente lo amava. E vederlo felice era ciò che avrebbe voluto di più.
Fu il rumore della porta che si apriva a farli staccare. Videro sulla soglia Teddy, che li fissava con un sorriso dispettoso. «Papi bacia Padfoot!» disse ad alta voce.
Harry sbucò dietro di lui, incuriosito. «Davvero?»
«Sì, si baciano tante volte!»
«Teddy...» lo redarguì Remus, ma i bambini corsero di sotto a urlarlo a James e Lily.
Sirius si piegò in due dal ridere sul letto, mentre Remus gli dava dei pugni leggeri per farlo smettere. Ma rise anche lui, a cuor leggero.
Di una cosa era certo, non poteva desiderare una famiglia più squinternata e meravigliosa della sua, perché era già perfetta così com'era.






NdA

Se siete arrivati fino a qui, vi ringrazio infinitamente. In questo racconto ho lasciato un pezzetto del mio cuore MA non è finita qua! Ho deciso di scrivere un seguito di cui sarà protagonista *rullo di tamburi* Regulus!

Se avrete voglia di leggerla, la pubblicherò tra qualche settimana, il tempo di concluderla, quindi se volete seguirmi per rimanere aggiornati, fate pure!

Aggiornamento del 16/02/24
Ho pubblicato il seguito!

Vi ringrazio ancora per aver letto, alla prossima :*

The Perfect Girl | WolfstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora