DINAMICHE E RELAZIONI DELL'AMICIZIA

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POV JK

Mi voltai appena in tempo per vedere Jimin prendere Tae sulle spalle e correre verso l'acqua. Il mio cuore affondò un po' nel petto, sentendomi un estraneo in quella scena di complicità. Proprio mentre cercavo di mascherare il mio disagio, sentii una presenza accanto a me. Era Jin.

"Sai, Jungkook," disse, fissando l'orizzonte, "ci sono cose che sembrano strane all'inizio, ma non tutto è come appare."

Lo guardai, cercando di cogliere il senso delle sue parole. Jin mi sorrise rassicurante, e insieme ci avviammo verso l'acqua. Gli altri ci accolsero con grida e risate, coinvolgendomi immediatamente nei loro giochi. Ci lanciammo in acqua, tra tuffi e spruzzi, come se fossimo tutti amici da sempre. Tae era costantemente vicino a me, anche solo per infastidirmi con qualche scherzo, come quando mi saltò sulla schiena facendomi quasi bere un litro d'acqua. Quando risalii, mi rivolsi verso di lui, facendo un segno con la mano per mimare di venire vicino mentre gli sorridevo. Tae rideva indietreggiando a sua volta, con le braccia verso di me per implorare perdono. Io puntualmente lo raggiungevo e lo prendevo in braccio per poi lanciarci insieme verso l'acqua più alta. Stare con Tae mi rendeva felice così come con tutti loro, e mi dava coraggio per affrontare le mie insicurezze. Eppure, sentivo dentro di me un'inquietudine che non riuscivo a scrollarmi di dosso.

Usciti dall'acqua, la mia allegria si dissolse rapidamente. Ci dirigemmo verso l'ombrellone. Appena arrivai, mi sedetti subito su un piccolo tronco poggiato a modo di panca, fissai gli occhi sul mare, come a fissare quei momenti felici. Poi con i piedi mi misi a giocare con la sabbia, prima formando dei cerchi e poi nascondendoli sotto. Mi rispecchiavo in lei in quel momento: presa a piccole dosi poteva sembrare leggera, ma se messa in quantità aveva un gran peso, proprio come la sensazione che provavo. Mi girai verso di loro per pochi secondi per poi tornare al mio angolo sicuro. Gli altri si asciugavano e chiacchieravano, mentre io mi ritrovai di nuovo perso nei miei pensieri. Notai che Tae, nonostante fosse circondato dagli altri, mi lanciava occhiate preoccupate. Mi sentivo un peso, un intruso in un gruppo così affiatato. Proprio in quel momento, ricevetti un messaggio da mia madre: "Amore, sono uscita con papà per alcune compere. Ti vengo a prendere dopo cena, facciamo alle 22:00, ok? Baci, mamma."

Mi alzai con la mia solita voglia di scappare. Stavo per prendere il mio asciugamano quando Tae si avvicinò e me lo porse, sorridendo. "Tutto bene, Jungkook? Ti vedo un po' silenzioso."

"Sì, certo. Non ti preoccupare," risposi con un sorriso tirato. "Anzi, ne approfitto per farmi una doccia e tornare a casa. Mia mamma ha detto che passerà a prendermi verso le 22:00." Lo dissi quasi in modo secco, lui non c'entrava niente. Anzi, avevo piacere a stargli vicino. Il problema era che non sapevo rapportarmi. Se avessi potuto, mi sarei dileguato da lì e dal senso di disagio che provavo.

Tae mi guardò per un momento, come se volesse dire qualcosa, ma poi annuì. "Va bene, capisco." Gli sorrisi e lo superai per avviarmi in fretta, sentendo il suo sguardo su di me. Lo superai, certo andò di mantenere un po' di fermezza a quelle parole, ma il suo sguardo lo potevo sentire trapassarmi anche l'anima.

Non so quanto tempo passò, ma speravo che il getto dell'acqua della doccia in qualche modo portasse via quelle sensazioni che odiavo sin da piccolo, quelle che mi alienavano dal mondo che mi circondava. E fu così, ero più calmo e deciso nel farmi scivolare le cose dalle spalle e godermi la serata. A cena mi divertii molto, tutti i ragazzi mi includevano nei loro discorsi e mi elogiavano per come nuotavo o per come fossi bravo negli sport, con il supporto di Tae che più di qualche volta mi stringeva il bicipite, il ginocchio o mi portava in braccio intorno al collo. Era strano il modo in cui accorciava le distanze con me in modo naturale e senza timidezza, ne rimanevo sopraffatto a volte ma non mi dava fastidio, anzi, mi faceva piacere.

Nel frattempo, Jimin ci osservava da lontano, come in queste ultime ore, e io mi irrigidivo di nuovo al solo percepirlo. Cercavo infatti di allontanare Tae da me con qualche movimento, a volte forse in modo brusco, notando il viso interdetto di Tae. Ma gli occhi di Jimin erano carichi di qualcosa che non mi piaceva e più di qualche volta i nostri sguardi si scontravano. Era chiaro che anche lui stava notando i miei cambiamenti d'umore, ma non sembrava disposto a fare qualcosa per alleviare la tensione, anzi sembrava quasi volesse metterlo ben in chiaro.

Finita la cena, ci sedemmo un po' fuori dal bungalow e Tae venne vicino a me.

"È stata una bella giornata, vero?" mi chiese, cercando di rompere il ghiaccio.

"Sì, è stata divertente," risposi con un sorriso stanco. "Ma penso che appena tocco il letto sverrò, sono davvero stanco." Mi girai e incastrai i miei occhi su di lui. "Mia madre verrà a prendermi fra poco".

"Capisco," disse, anche se era preoccupato. "Sei sicuro che vada tutto bene? Sembravi un po' fuori posto prima."

Feci spallucce. "Non ti preoccupare. È solo che... è tutto nuovo per me. E voi sembrate così affiatati, cercando il telefono, poi mi ricordai di averlo lasciato in bagno così mi scusai con lui". Tae tornò subito, vado a riprenderlo. Mentre camminavo verso il bagno, sentii le voci di Jimin e Yoongi provenire da dietro un albero poco distante. Mi fermai, incuriosito e un po' preoccupato. Non volevo spiare, ma qualcosa nel tono della conversazione mi fece capire che stavano parlando di me.

"Non puoi sempre mantenere tutto sotto controllo, Jimin," stava dicendo Yoongi. "Tae è libero di fare ciò che vuole."

Mi nascosi dietro l'albero, cercando di non fare rumore.

Jimin rispose con voce tesa: "Non è così semplice. Sai quanto siamo legati. È difficile accettare qualcuno di nuovo."

Yoongi sospirò. "Non calcare la mano, Jimin. Stai percorrendo un sentiero che non ti porterà da nessuna parte. Devi lavorare su te stesso e capire che non puoi crescere attaccato alle gonnelle di Tae. Devi crescere da solo."

Il mio cuore batteva forte mentre ascoltavo quella conversazione. Le parole di Yoongi risuonavano nella mia mente, portandomi a riflettere su tutto ciò che era successo quel giorno.

Finalmente, le voci si allontanarono e io uscii dal mio nascondiglio. Tornai al gruppo, facendo del mio meglio per sembrare normale, ma la mente era ancora piena di pensieri. Tae mi sorrise, e quel sorriso era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento per sentirmi un po' meglio.

Quando mia madre arrivò, salutai tutti e mi avviai verso casa. Nella mia stanza, mi lasciai cadere sul letto, stanco ma con la mente ancora piena di pensieri. Rivedevo le scene della giornata, sentendo di nuovo l'acqua fresca sulla pelle, le risate dei ragazzi, e soprattutto il sorriso di Tae. Mi chiesi se stavo facendo la cosa giusta, se davvero potevo trovare il mio posto in quel gruppo. Chiusi gli occhi, sperando che il sonno portasse consiglio, ma sapendo che il giorno seguente sarebbe stato decisivo.

THE SWEET SUMMERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora