Capitolo 2 - Stupida calamita!

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Una macchina rossa arriva nel nostro viale.
Una donna castana con un tailleur blu scende dal lato guidatore.
Che bella signora: quella giacca e quella gonna le stanno benissimo. Sì avvicina verso di noi.

"Ciao, Caterina! Mi dispiace per la macchina."

Mia madre le sorride come se avesse visto un angelo. "Julia, ciao! Non preoccuparti." Si avvicinano e si scambiano un abbraccio. "Non so come ringraziarti per questo passaggio. Spero di non averti disturbata."

"Nessun problema. Ma che è successo?"

"Ho acceso la macchina ed è uscito del fumo dal cofano." Dà uno sguardo alla macchina.

Un rumore di uno sportello ci fa girare. Dal lato passeggero, scende Paul. Capelli neri, occhi azzurri e un fisico atletico. Ma chi si crede di essere?!

Indossa delle cuffiette bianche senza filo. Una maglietta nera e dei jeans blu aderenti mostrano un fisico tonico e asciutto. Siamo vestiti uguali!

"Si sarà rotto il radiatore." Paul si avvicina verso di me e si sfila una cuffietta. "Ciao. Tu sei Martha, giusto?"

Faccio finta di non averlo visto. "Ah! Tu sei Paul."
Il tono andava bene, era abbastanza neutro. O almeno spero.

"Questo è mio figlio, Paul!"

Mia madre tende la mano verso di lui. "Piacere di conoscerti, Paul!" Si stringono la mano.
Ha un anello sul dito indice: c'è il disegno di una nota musicale

"Piacere di conoscerti, Signora Smith."

Sembra così educato, però qualcosa mi dice che non posso fidarmi di lui. È troppo bello per non essere uno stronzo.

"E cosi, Paul, sei esperto di macchine?"
Forse mia madre spera di non doverla portare dal meccanico.

"Mio padre le aggiustava." Gli angoli della bocca non sono più distesi. Sembra triste. "Dopo la scuola posso darci un'occhiata."

"Vieni pure, se puoi."

Paul si rivolge a me. "Oggi è il primo giorno di scuola, chissà in quale classe andremo." Si passa la mano nei capelli.

"Tra poco il preside ci assegnerà la classe. Vedrai che sarà facile trovarla."

Certo che è proprio bello.

Mi sorride.
Oh, no! Ha capito che mi piace. Certo che lo ha capito, lo sa benissimo che le ragazze cadono tutte ai suoi piedi. Non devo dargli questa soddisfazione.

Mi avvicina le mani al collo. "Dove hai trovato queste cuffie?"

Gli stringo il polso. Non è riuscito a toccarle. "Erano di mio padre." Lascio la presa.

Paul abbassa il braccio. "Devono essere importanti per te."

"Sono la cosa più importante che ho."

"Fai bene a portarle con te."

Perché mi fissa negli occhi? Cosa vuole da me? Perché non so cosa dire? Dov'è Briciola? Vorrei spostare l'attenzione sul gatto. È in casa! Mica può salvarmi da tutte le situazioni.

La voce della madre di Paul ruppe il silenzio. "Andiamo. Salite in macchina che stiamo facendo tardi."

Meno male. Questa donna è davvero un angelo.

Distogliamo lo sguardo.
Questo ragazzo è una calamita. Ma non mi avrà. Non sono una di quelle che cadrà ai suoi piedi, no! Non gliela darò vinta.

Paul apre lo sportello e si siede sui sedili posteriori. Mia madre prende posto avanti.

Paul non ha chiuso lo sportello. "Che fai? Sali o no?"

Certo che salgo. Stupida calamita!


Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora