Capitolo 3 - I want to tell you

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Devo stare calma. Non è poi la fine del mondo. E comunque la macchina della madre di Paul è molto comoda e spaziosa. Le gambe non toccano neanche il sedile davanti. Si sta bene.

Paul mi guarda e sorride. Non si è ancora infilato l'auricolare nell'orecchio. Ci giocherella tra le dita. Chissà se sta ascoltando qualcosa con quell'altro.

Julia mette in moto la macchina. Sento una leggera vibrazione attraversare i piedi e fermarsi alle ginocchia.
Stiamo per partire. Non sono obbligata a parlargli: lui è al suo posto e io al mio. Posso anche stendere le gambe tanto è grande lo spazio qui dietro. Posso farmi i fatti miei.

Ci stiamo muovendo. Credo che ascolterò la musica.

Prendo le cuffie che ho attorno al collo e me le porto alle orecchie.

Qualcosa urta la macchina. "Julia, aspetta!"

Chi è?

Julia inchioda. "Ciao, Lucas. Dov'è tua madre?"

Ci mancava solo Lucas: è appoggiato al cofano con le sue grandi mani.

"Mia madre non sta bene. Potresti darmi un passaggio?"

"Va bene, salta su."

Lucas apre lo sportello di Paul e sale in macchina.

"Ciao, Paul, come va?"

Paul si sposta per fargli spazio e con le ginocchia sfiora le mie.
Oh, no, no. È troppo vicino.

"Bene, dai. Sono un po' ansioso per il mio primo giorno."

Lucas è seduto, chiude la porta e poggia la mano sulla spalla di Paul.

"Non preoccuparti, ci sono io con te. Ti farò conoscere tutti."

Mi ha notata. "E lei chi è? Sei nuova?"
In realtà sono tre anni che andiamo alla stessa scuola.

"Lei è Martha. È in terza."

Accenno a un sorriso striminzito.
Non sto ascoltando ancora la musica, ma ho le cuffie sulle orecchie e spero non mi faccia altre domande.

"Mai vista." Tende la mano verso di me.

Gli stringo la mano. "Martha."

"Lucas."

Julia ingrana la marcia e parte.
Paul si sistema sul sedile e stavolta mi sfiora con il gomito. Volto lo sguardo fuori il finestrino. Non c'è nulla di interessante fuori. Come faccio a non pensare al suo contatto?!

Devo ammettere che mi piace stare così vicini. Sposto il mio avambraccio per farlo combaciare di più con il suo. Siamo molto vicini. Direi appiccicati. Chiudo gli occhi per godermi questo momento. Poi, basta! Qualche altro secondo e mi stacco.
Chissà se lui sta provando qualcosa...

Lucas lo scuote e i nostri avambracci non combaciano più alla perfezione. "Comunque, oggi ti faccio conoscere i miei amici del basket? Ti piace giocare a basket?"

"Amo giocare a basket."

Lucas tira un sospiro di sollievo. "Bene."
Quanto avrei voluto vedere la sua reazione se avesse detto di no. Qualcosa tipo: "mi dispiace, mi fa schifo il basket. Preferisco il calcio."

Credo che avrebbe aperto lo sportello della macchina e si sarebbe lanciato dall'auto in corsa. Oppure gli sarebbero esplosi gli occhi dalle orbite.
Meglio la prima opzione: gli occhi esplosi avrebbero fatto schifo.

Lucas non riusciva a togliersi quel sorrisino da ebete stampato in faccia. "Vedrai, sarà un anno meraviglioso!"

Sarà meraviglioso. Vai a giocare a basket. Lì troverai una ragazza bellissima che verrà a vedere tutte le tue partite; esulterà a ogni tuo canestro e urlerà a ogni fallo subìto.
Esci fuori dalla mia vita, Paul!

Avvicino l'avambraccio al suo e continuo a guardare fuori dal finestrino come niente fosse.
Sento il suo braccio irrigidirsi. Secondo me se n'è accorto.

Sfilo dalla tasca il walkman di mio padre. Premo play e "I want to tell you" dei Beatles mi entra nella testa.

Amo questa parte, è perfetta per il momento: "la mia testa è piena di cose da dire quando sei qui. Tutte quelle parole sembrano scivolare via quando mi avvicino a te".

Questa sarà la nostra canzone, lo so. Quanto vorrei potesse sentirla in questo momento...

Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora