|•Quindicesimo Capitolo•

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"Ma perché tutto a me?Perché? Perché mi devono lasciare sola mentre tutti scappano? E se io non ci riuscissi? Morirò qui dentro. "dissi cominciando a piangere.

Lui semplicemente stava lì a fissarmi.

Non lo vedevo, ma ne ero sicura.

"Martina...Ti Amo." disse lui timidamente.

Mi avvicinai a lui e gli sussurrai all'orecchio destro:

"Io di piú."

Ed era vero,ne avevo abbastanza di mentire.

-

Era già passata un ora, ero ancora rinchiusa lì dentro, dentro quella stanza, quell'ospedale, almeno c'era lui.

Non riuscivo a non pensare, al mio compleanno, che sarebbe venuto a trovarmi fra pochi giorni, pensavo che lo avrei passato qui dentro, e non volevo.

"Ehy piccola, a che pensi?" disse lui dolcemente, era sdraiato sull'altro lettino,che poco prima avvicinó al mio.

"Ehm...ah no, niente."Dissi fincendo un sorriso finto.

"Comincio ad avere fame" disse lui.

"Yo tambien, quiero comer"ahhahah parlavo spagnolo,amavo quella lingua.

"Cosa cazzo hai detto?"disse lui stranito.

Avevo capito, che non parlava lo spagnolo, ma lo amavo vederlo confuso.

"Ho detto 'Io anche, voglio mangiare.' era così difficile?" dissi ridendo.

"Bene, vado a cercare qualcosa."disse alzandosi.

"Aspettami, vengo con te." dissi afferrando la sua mano e alzandomi dal mio lettino.

"No,non puoi."Non capivo perché aveva detto di no."Non puoi camminare con la ferita, resta qui."disse lasciando la mia mano e uscendo quasi dalla stanza.

"No,Jorge, io...ho paura, ecco l'ho detto." dissi iniziando a piangere.

"Amore,tranquilla. Se non vado a prendere qualcosa,moriremo,affamati. E io non voglio che tu muoia, ti chiuderó a chiave, così non avrai paura. " disse abbracciandomi.

"Dimmi che tornerai con qualcosa da mangiare. "dissi asciugandomi le lacrime rimaste.

"Torneró con qualcosa da mangiare." Si allontanó e aprì la porta.

"Jorge, aspetta."dissi alzandomi debolmente, e cammindando verso lui."Ti amo." dissi baciandolo.

"Anch'io ti amo."e mi chiuse li dentro.

Ero sola.

Senza nessuna speranza, io sentivo che non saremo durati al lungo, in quell'ospedale.

/ JORGE /

Avevo paura di lasciarla sola li dentro, ma non poteva venire con me perché non poteva camminare con quel taglio che aveva.

Presi il cortellino che portavo sempre con me, per sicurezza, e incominciai a vagare per i corridori.

L'ospedale era coperto dal buio e dal vento.

Presi il mio iphone 5 e misi la torcia.
Non vedevo molto, ma almeno potevo focalizzare dove camminavo.

Il vento mi scompiglio i capelli, proveniva da una finerstra rotta, suppongo dalla bufera.

Andai alla macchinetta delle meendine, ma a causa della mancanza della corrente , non funzionava.

Impugnalai bene il cortellino e ruppi il vetro.

Una scheggia arrivò dritta nella mia guancia, la ignorai.

Dovevo a qualunque costo,portare da mangiare a Martina, anche se delle merendine non bastavano.

Presi quello che potevo e tornai nella stanza.

"Grazie a dio sei qui.Con qualche scheggia ma sano e salvo." disse lei, abbracciandomi per poi baciarmi.

•| Si lo so, aggiornerò presto,ecco perché è super piccolo!

Bene, non è molto misteriosa questa parte,ma nel prossimo capitolo, preparate i fazzoletti, perché ci sarà da piangere.

Dalla vostra Lore

Kisskiss

Enferma de Amor.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora