*CAPITOLO 22*

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ALICE'S P.O.V.
Mi squillò il telefono e dovetti allontanarmi dai festeggiamenti in cucina per rispondere.
Era mia madre. Probabilmente era per gli esiti degli esami fatti prima di partire.
Avevo dovuto fare esami davvero seri e, i campioni del mio sangue, erano stati mandati a Strasburgo per essere analizzati e lì dovevo ritirarli.
Pochi giorni dopo sarei partita per la Francia e sarei andata a ritirare il tutto.
Avevo accennato qualcosa a Tris ma ero stata molto vaga. Mi vergognavo a raccontargli degli errori commessi quando ancora vivevo in Italia. Prima ancora che conoscessi Laurie.
Avevo solo un anno in più di lei ma ogni volta affermava sembrassi molto più grande.
Eravamo così diverse. Lei così allegra e ingenua mentre io ero scapestrata. Non volevo perdermi un solo secondo della mia vita tra insicurezze e fantasie come faceva lei. Io volevo provare tutto, non mi negavo nulla; magari poi me ne pentivo, ma era pur sempre un'esperienza in più.
Ci siamo supportate tutte e tre a vicenda negli anni precedenti.
Sembravo un po' una 'mamma' nei loro confronti, ma non volevo commettessero i miei stessi sbagli e tutte e due si erano molto avvicinate a ciò.
Winter era straniera e tutti a scuola la prendevano in giro. Non voleva però mollare la scuola che amava per colpa di un gruppo di idioti finchè, alla festa di fine anno, quando Win e Laurie avevano terminato il terzo anno, quel gruppo di ragazzi provò a violentarla.
Quella sera menai duro su quel gruppo di bambocci. Non dovevano permettersi di toccarla e la mia altezza metteva abbastanza in soggezione. Ero alta 1.80 e non avevo paura di usare ciò come arma, soprattutto per difendere persone a me care.
Win stette davvero male dopo quell'incidente e iniziò un percorso da un buon psicologo e che presto contattai anche io.
Io aiutavo tutti, ma intanto commettevo stupidate e nessuno riusciva a tirarmene fuori.
Iniziò tutto quando ero al terzo anno delle superiori e, un gruppo della mia classe, mi aveva convinta a provare la mia prima sigaretta. Per togliermi l'ennesima soddisfazione la provai, come provai cose molto più pesanti in seguito. Purtroppo caddi in un brutto giro che però si limitava a consumare droghe non pesantissime, ma neppure leggere.
Questo gruppo mi invitò ad una festa dove ebbi la prima sbornia, per questo alla festa di Brad stetti lontana da ogni forma di alcolici!
Quando ci si ubriaca si perde il controllo e, perderlo a 16 anni, significava commettere una serie di stronzate una dietro l'altra. Infatti non ricordai più nulla di quella festa, se non per ciò che mi era stato raccontato successivamente.
Uno dei baristi continuava a provarci con me e, finchè ero sobria lo allontanai da me ma, quando ormai ero ubriaca, non lo allontanai più anzi, lo feci avvicinare....e troppo!!
Quando lo raccontai a Laurie cercò di essere comprensiva ma, per la sua logica estremamente romantica, bisognava avere il primo rapporto solo con il ragazzo che si amava e quando si era pronti, per questo aveva fermato James.
Io non la pensavo così. Quando si vuole una cosa la si fa. Non si aspetta!
Sentivo però che in parte aveva ragione, ma ero troppo orgogliosa per staccarmi dal mio modo di pensare che, forse, giustificava ogni cosa che facevo.
A Tris non riuscivo a raccontare il mio passato e di tutte le cose che volli provare. Ero veramente innamorata di lui, per questo iniziavo a pensare all'amore da favola che mi descriveva sempre Laurie. Non volevo raccontargli di averlo fatto con ragazzi che non amavo perchè probabilmente avrebbe frainteso e sarebbe scappato da me. Io non volevo ciò. Magari un giorno sarei riuscita a raccontargli tutto, ma non in quel momento.
Molte volte stressavo Laurie sul muoversi a decidere tra James e Palla, perchè se no sarebbe finita col donare se stessa al ragazzo sbagliato e solo dopo si sarebbe accorta dell'errore fatto.

Purtroppo non era mai stata amata da un ragazzo. Chi avrebbe amato la 'secchioncella' del liceo? La classica ragazza occhialuta e con una ferramenta in bocca.
Ovviamente, dopo aver tolto gli apparecchi e messe le lenti a contatto, tutti avevano magicamente cambiato opinione su di lei.
Lei non credeva a questo 'falso affetto', come lo definiva lei, e aveva iniziato ad essere paranoica ai livelli massimi.
In certi casi volevamo allontanarci da lei, perchè stava diventando insopportabile ma non lo facemmo, per paura che, per via delle sue paranoie, iniziasse a pensare cose assurde.
Lo fece lo stesso, anche se le stavamo sempre accanto.
Un giorno però, mentre eravamo tutte a casa mia, lei sentì in tv una delle sue canzoni preferite e iniziò a cantare. Winter la seguì e io inventai qualche parola dietro, visto che non la conoscevo.
Da quel momento iniziammo a prendere seriamente l'idea del canto e fu proprio Laurie a proporci di mettere su una band.

Il nome lo diede Winter: "The Londies".Adoravamo tutte Londra e sognavamo di trasferirvici e così fu. Le "Lady di Londra" abbreviate in "The Londies" raggiunsero la loro amata città...E poi il resto è storia.In quel momento l'unico problema che mi assillava era cosa dicessero gli esiti.Il mio sangue conteneva ancora molte tracce di sostanze stupefacenti? Ero ancora a rischio? 


*SPAZIO AUTRICE*

Ciao a tuttiiii!! Scusate la lunghissima assenza....ma ho avuto gli esami di maturità D:

Ora che li ho terminati, posso continuare a pubblicare i capitoli senza interruzioni.

Spero continuiate a leggerla,

un bacio,

Laurie <3

Don't look back and give me a smile!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora