cap. 6 ~ giornata al mare.

131 10 2
                                    

HUSK🥃🐈‍⬛
La mattina seguente mi svegliai con la faccia soffocata in qualcosa di particolarmente morbido, iniziai a toccarlo con la mano, cercando di capire cosa fosse.
Sentii la sua risata e poi la sua voce dire:«Husky~ quelle non sono un giochino per gatti».
Poi capii.
«Mmmh, ma sono morbide». Mi lamentai. Angel rise di nuovo. Io strusciai il volto sul suo petto, iniziando, controvoglia, a fare le fusa.
«OOOOOH, MIO DIO TU FAI LE FUSAAA!!». Disse Angel alzandosi e buttandomi di lato.
«MA È LA COSA PIÙ DOLCE DEL MONDOO!!». Continuò prendendomi il viso tra le mani e facendo naso naso.
Risi anch'io alla sua reazione. «Puoi anche miaogolare?». Mi chiese.
Annuii e feci un piccolo «Mao».
Angel aveva letteralmente gli occhi che brillavano.
«Sai che Alastor può bramire». Confessai.
«Bra che?». Mi chiese.
«Il verso che fanno i cervi».
«Iiiiih, voglio sentirlo!». Rispose.
«Hey, Hey, vacci piano, Al mi amazza». Dissi prendendogli una mano. Poi lui si buttò su di me, finendo sopra il mio petto.
«Husk». Mi chiamò.
«Dimmi»
«Dovremmo parlare... Di ieri sera...
I-io... Ti amo Husk, più di ogni altra cosa al mondo, tu sei riuscito a vedere il vero me, quello dietro maschera, l'alcool e le droghe.
Tu non vedi Angel Dust, vedi Anthony, quello che ero prima di tutto, prima della mia famiglia, prima di Valentino, tu... Tu vedi quel bambino spensierato che ero e che a causa della mia... Condizione non è potuto crescere ed è stato costretto a diventare Angel Dust». Disse guardandomi negli occhi.
«Wow, cazzo che dichiarazione, ok, dammi un minuto devo fare qualcosa di altrettanto romantico...
Uufh,ok... Angel, ti amo anch'io, ti amo da quando, dopo essere usciti da quel bar, ci siamo promessi di far schifo insieme. Da quando abbiamo combattuto insieme a quei pezzi di merda.
Sei la prima persona dopo tanto che non mi fa bere, quando sto con te non ne sento il bisogno, io... Non amo solo Anthony, ovvero quella parte di te senza la maschera, amo anche Angel Dust, solo... Che, senza offesa, mi piace di meno.». Risposi poggiandogli una mano sulla guancia.
Dopo ci baciammo dolcemente, poi mi accorsi di essere totalmente nudo, e Angel anche. Arrossii leggermente.
«Eemh, Husk... Perché hai iniziato a bere?». Mi chiese Angel. Sbuffai ricordando.
«Allora, non so se lo sai ma io Alastor e Rosie ci conosciamo da quando eravamo in vita. Vivevamo tutti e tre a New Orleans, abitavamo non troppo distanti e facemmo presto amicizia,  poi Al è morto e... Rosie non... Dopo poco decise di suicidarsi, sai, famiglia dura, morte molto prematura del tuo migliore amico ee... Io non... Da allora ho iziato a bere, il punto è che, anche dopo averli rincontrati non ho smesso».
«Oh, mi dispiace». Disse passandomi una mano sulla guancia.«tranquillo, ormai l'ho superata, anche se all'inizio stavo proprio una merda, l'unica persona che mi stava accanto era Alina, la gemella di Al, io e lei avevamo una causa di dolore comune, la morte di Alastor, che non ha colpito solo la sua famiglia, ma anche il publico. Al era un bravo conduttore radiofonico  quindi anche il suo publico ha sofferto dopo la notizia...». Rimasi in silenzio mentre Angel mi accarezzava la guancia col polloce.
«Ma ora è passata, dai accendiamo». Aggiunsi.

Ci vestimmo ed andammo alla hall, dove Charlie e Vaggie stavano pulendo.
Sì, pulendo, alle otto del mattino.

«BUONGIORNO RAGAZZI!» Urlò Charlie entusiasta. Io sbuffai ed indicai un cartello sul bar che avevo messo due giorni dopo il mio arrivo.

"Non urlate di prima mattina, mi si rompono i rimani e pure il cazzo"
Charlie sorrise ed abbozzo un:
«Scusa, solo che oggi sembra essere una bella giornata».
«Se, ok». Gli risposi con voce assonnata.

Angel si sdraiò sul divano e prese il suo telefono da...
"L'ha avuto imezzo alle tette tutta la notte?".
Mi chiesi, confuso.
«Che c'è? Incantato Husky~». Mi chiese.
Non mi ero neanche accorto di star fissando quel ben di Dio che era Angel.
"É così fottutamente bello!"
«N-nulla». Risposi arrossendo leggermente.

«Aaaaaah! FA CALDOOOOO!!». Si lamentò Angel.
«Vero, che ne dite se andiamo al mare?». Propose Charlie.
«Uuh sì!». Rispose Angel raddrizzandosi.
«Ok, ma dove?». Chiesi.
«Oh, la spiaggia privata di famiglia, semplice». Rispose Charlie.
«Bene, io chiamo l'autista, voi andate a prepararvi e a svegliare mio padre ed Alastor».
«Vado io, tu prepara il resto baffi». Rispose Angel alzandosi.
Io salii le scale con lui e poi andai in camera mia. Presi un costume e improvvisamente per tutto l'hotel rimbombò la voce di Angel.
«HEY, SPORCACCIONI SI VA IN SPIAGGIA!! privata, perché Charlie c'ha i soldi».
«PORCA TROIA MA NON SI USA PIÙ BUSSARE!!»
Lucifero urlò di rimando.

★~A barman and a pornstar~★Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora