Introduzione

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Mi trovo in questa stanza, l'ultimo ricordo che ho è la telefonata di mia madre che preoccupata mi chiedeva dove fossi, effettivamente si era fatta l'una e non le avevo detto niente. Le risposi che avrei dormito fuori da uno di quei soliti amici di cui lei non si è mai fidata. Non li ha mai apprezzati come facevo io, ha sempre creduto che fossero loro il problema del mio comportamento, ma penso sia solo un modo per dare le colpe ad altri e non assumersi le proprie responsabilità sul modo in cui mi ha fatto crescere. Non ero con loro, non era vero, ormai è diventata abitudine mentirle, non voglio che sappia quello che faccio, mi sentirei giudicato, lo sono stato fin troppe volte nella mia vita e in questo momento è l'ultima cosa che voglio.

Stavo girando completamente a caso per quelle solite vie del mio triste paesino, ci vivo da quando sono nato e detto francamente mi va benissimo così, non mi va di uscire dalla mia zona di comfort, qui non è mai cambiato nulla, è lo stesso da sempre, ne conosco ogni singolo angolo, le persone sono sempre le stesse e questa è l'unica cosa negativa che riesco a trovare di questo posto, tutti sanno chi sei e nessuno si dimentica ciò che hai fatto. Chissà in quanti mi vedono passare le ore tra questi vicoli cercando di soffocare quei maledetti pensieri che insistentemente mi logorano la notte, forse è anche questo uno dei motivi per cui continuo a bere.

Uso la scusa dei problemi, lo fanno tutti no? Questo mi ripeto per auto convincermi che sia giusto, ma in quei pochi momenti in cui sono lucido ci penso, come è possibile "svegliati", dico a me stesso "hai 20 anni". Da quando l'ho persa non è più come prima, ho iniziato prima che lei se ne andasse, quando già quella cosa la stava portando via, non riuscivo ad accettarlo, e non riesco ad accettarlo tutt'ora che non c'è più.

Ogni volta che bevo mi ritrovo su quella dannata panchina, quella che apparteneva a me e a lei, colei che mi aveva rubato il cuore, colei per cui avrei fatto di tutto, colei per cui sono ridotto così. Ma in fondo non è colpa sua, lei non c'entra niente, ha semplicemente scelto la propria strada. Ogni tanto mi pento ancora di averla baciata quella sera, forse non avrei dovuto, ma non dimenticherò mai quei secondi che sembravano infiniti, in cui potevo sentire il suo cuore così vicino al mio.

Ci ho provato, devo ammettere che ci ho provato ad andare avanti, ma non sono riuscito, o forse non ho mai voluto riuscirci, perché nessuno sarà mai come lei. Nessuna persona sarà in grado di darmi quello che mi ha dato lei. La sola idea di avere una persona che non sia lei al mio fianco mi devasta.

Ricordo ancora di aver finito il mio solito giro sdraiandosi su quella panchina, la solitudine mi inghiottiva mentre guardavo le stelle, quelle che guardavo con lei, ogni volta provava a spiegarmi qualcosa su di esse ma finivo sempre per rimanere incantato dalla sua voce, e terminavo i discorsi perdendomi nei suoi occhi.



La stanzaWhere stories live. Discover now