La stanza sembra nuovamente diversa, mi chiedo dove sono e come è possibile questo.
Però mi sento bene, i dolori sono passati e il senso di oppressione non c'è più, questa stanza è più particolare, è decisamente più grande e ciò mi mette un po' di paura. Infondo alla stanza sono presenti 3 tavoli in legno, sembrano vecchi, il legno è usurato e le sedie che ci si poggiano sono praticamente distrutte, sul tavolo c'è anche un libro, non voglio toccarlo, chissà cosa è, non voglio saperlo.
La stanza mi sembra strana, sul fronte opposto una parete è ricoperta da quadri, mi trasmettono tutti tristezza, si tratta di opere principalmente belliche, riesco a percepire il dolore delle persone da qui, .
Il dolore, è una di quelle sensazioni che non è mai scomparsa nella mia vita, forse rimarrà per sempre. Questa cosa mi ha sempre creato problemi, perché comportava dei cambiamenti anche nei miei comportamenti, non ho mai trattato bene le persone, mi sono sempre comportato male soprattutto con le persone più vicine a me e le mie parole sono spesso state eccessive. I miei amici son sempre stati puntuali a precisare ogni cosa detta fuori posto, probabilmente spesso ho ferito alcuni di loro, esageravo in quello che dicevo ma soprattutto in quello che facevo. Quei piccoli gesti fastidiosi che continuavo a fare, mi sento in colpa per tutte queste cose, che sicuramente potevo non fare ma inconsapevolmente fanno parte del mio carattere, quel carattere che tanto odio e ha sempre creato attriti con le persone, ero e sono perfettamente a conoscenza di cosa e di come dovrei cambiare ma mi sentirei fuori luogo con me stesso a cambiare il mio modo di essere.
Ma ora mi pento di questi comportamenti, mi rendo conto delle persone che ho lasciato sole, e mentre la solitudine inghiotte me cerco un modo di uscire da sta stanza, Sbatto i pugni contro il muro, le unghie si conficcano nel cartongesso, la stanza è diversa da quelle precedenti, le pareti sono completamente diverse, o forse i miei ricordi sono completamente offuscati dalla fame e dalla mancanza di sonno.
Guardo le mie nocche sanguinare, capitava spesso di sfogare la mia rabbia in questo modo, non sono mai stato un tipo violento ma nelle situazioni di rabbia mi chiudevo in camera e prendevo a pugni il muro, era una piccola valvola di sfogo, solitamente ciò accadeva quando si mischiavano più emozioni, e questa è una di quelle volte.
Quanto mi odio, quanto odio questo carattere, quanto odio tutto quello che faccio, non sono chi vorrei essere e non sono nemmeno chi sono davvero, vorrei solo poter capire chi sono veramente, e tutto ciò che vedo intorno mi fa dubitare nuovamente di quelle poche certezze che avevo nella mia vita, perché si sono poche, ma ora non so nemmeno siano i reali, questo posto mi sta dando la consapevolezza di quanto poco ho e di quanto poco valgo.
Mi avvicino ai tavoli stremato dai pensieri che continuano a viaggiare nella mia testa e le emozioni mi logorano, continuano a far scendere le lacrime dal mio volto, chissà come sono ridotto, per fortuna non posso vedermi, odierei il doppio me stesso probabilmente. Mi siedo su una sedia poggiata ad uno di quei tavoli vecchi, poggio la testa su un libro e mi addormento.
Mi risveglio stranamente riposato, non so come mai, quelle poche volte in cui avevo riposato qui dentro mi ero svegliato più stanco di prima, ma non mi faccio domande, devo trovare un modo per uscire da sta stanza, tolgo la testa e mi accorgo di aver bagnato il libro con le lacrime, è vecchio, la carta è rovinata .
Per curiosità lo apro, è completamente vuoto, tranne una piccola firma in alto a destra sulla prima pagina dopo la copertina, per fortuna quella non si è bagnata, anche se onestamente non penso che sia molto rilevante come cosa ma vorrei comunque evitare di perdermi qualcosa di importante e delicatamente strappo la pagina e me la infilo in tasca, non si sa mai che possa essermi utile.
Non so più cosa fare, il libro è vuoto, gli altri due tavoli pure sono vuoti, non c'è nulla, ho ispezionato ogni singolo centimetro di questi tavoli e non capisco più cosa farmene di tutta sta roba, prendo le sedie e inizio a spaccare tutte queste vecchie sedie sui tavoli, lo schienale si spezza a metà, sono riuscito pure a tagliarmi, sono pieno di scheggie nelle mani, ma il dolore è quasi piacevole, è quasi bello farsi male, forse me lo merito, per tutto quello che è successo e per tutto quello che ho fatto, lentamente conficco una paio di scaglie di legno nel mio braccio, finché non vedo colare il sangue, è vermaente piacevole, continuo a farlo fino a quando le mie mani non diventano rosse e mi accorgo di star facendo forse la cosa più giusta, forse tutto questo serve per portarmi alla morta, forse sono già morto, però me lo merito, sto pensando a tutto quello che ho sbagliato e posso constatare che è veramente giusto, son tentato di porre fine a tutto ciò, è la soluzione migliore non ce la faccio più.
Continuo a ferirmi in ogni modo che posso, fino a quando insperabilmente metà della parete contro la quale erano poggiate le sedie si apre.
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La stanza
KurzgeschichtenQuesto breve racconto parla di un ragazzo che rivive e riaffronta i suoi sensi di colpa all'interno di stanze, dove questi suoi tormenti vengono riproposti in loop.