Hiisadice (Shuhei Hisagi x Euridice [CC x OC])
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Euridice non aveva idea di cosa significasse amare ed essere amata. Aveva passato tutta la sua vita a sentirsi dire di non essere abbastanza; non era abbastanza bella, abbastanza intelligente e carismatica per gli standard della società. Si rifugiava nel suo mondo interiore dove nessuno sarebbe mai potuto entrare. Passava le giornate a leggere, a dipingere o a suonare il pianoforte, riversando nell'arte tutta la sua angoscia.
Euridice aveva una pelle candida come la neve, i capelli scuri le incorniciavano il viso e creavano un contrasto perfetto con i suoi occhi verdi. Sul suo viso raramente appariva un sorriso.
Quella notta di maggio, seduta sul portico di casa, la ragazza osservava le stelle; così belle e così lontane, che anche dopo la morte illuminavano la notte. I suoi pensieri vennero interrotti da un fruscio dietro di lei.
«A cosa stai pensando, amore mio?» Chiese Shuhei Hisagi.
«Non lo so nemmeno io.» Rispose lei. «Sto pensando a tutto ciò che mi è successo... Alle cose negative, ma anche alle cose positive. Non so, sono felice oppure no? Vorrei tanto poterlo capire, davvero, ma no. La natura umana deve essere così complicata da farmi stare male.»
Shuhei la strinse a sé: «La vita è fatta di dolori e gioie. Tu hai affrontato così tanto, hai avuto una grande dose di dolori, ma ora è tempo di essere felice... Smettila, ti prego, di essere triste. Non mi piace vederti piangere.»
Euridice lo abbracciò più forte: «Grazie, Shuhei, grazie per essermi sempre stato accanto e per avermi sempre amato.»
Shuhei sorrise e si chinò per baciarla. «Di nulla, Euridice Hisagi.»La giovane sorrise, se ti gioia o tristezza non lo sapeva nemmeno lei. L'unica cosa che sapeva, era che amava con tutta se stessa l'uomo di fronte a lei, colui che le aveva insegnato ad amare e amarsi, che l'amava e la faceva sentire la donna più fortunata del mondo. Colui che era il padre del bambino che cresceva nel suo grembo. Colui che portava il nome di Shuhei Hisagi, suo marito, anima gemella e destino.
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Dopo anni sono tornata, purtroppo