Capitolo 5 - La sigaretta

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Sono sul gabinetto della scuola e ho fatto pipì. Sto per alzarmi, ma sento delle ragazze entrare dalla porta d'ingresso del bagno.
In questo luogo, le persone si sentono al sicuro e spesso si lasciano andare in discorsi privati.

Certe volte, anche nei corridoi senti degli scoop. Ma, quello che le persone possono dirsi in bagno, non lo puoi trovare da nessuna parte.
Non so perché. Sarà uno dei misteri della vita.

Dei passi si avvicinano.
Una ragazza sceglie di entrare al gabinetto vicino al mio: apre la porta e la chiude con il chiavistello.
Sento un tintinnio: credo indossi un braccialetto.

Più in là, il rumore dell'acqua, che scorre da uno dei lavandini, invade la stanza.

Dovrebbero essere due persone. Vale la pena aspettare un minuto, potrebbero esserci notizie avvincenti.

Non sento più l'acqua, ma la ragazza a fianco fa la pipì e tira lo sciacquone. Riapre la porta. Il braccialetto fa un tintinnio.

"Com'è la nuova professoressa di matematica?" .

"Sembra brava, ma oggi ha già voluto spiegare alcune cose."

L'acqua del lavandino scorre di nuovo. "Ma è pazza? È il primo giorno."

"Sì, infatti. Eravamo tutti straniti."

Il rubinetto viene chiuso e il rumore della pietra focaia di un accendino inizia a scoppiettare un paio di volte.

Qualcuno sta fumando. Che puzza.

La ragazza col bracciale è eccitata. "In classe tua c'è il ragazzo nuovo, vero?"

"Sì, ma non ci ho ancora parlato. È davvero carino, però ha la faccia dello stronzo." Finisce con una lunga espirazione.

La ragazza col braccialetto ride. "Lo scopriremo presto."

Stanno parlando di Paul o ci sta un altro ragazzo nuovo quest'anno?

"L'unica cosa che so su di lui è che è bravo in matematica: ha risposto bene a due domande della professoressa."

"Quindi non solo è bello, ma è anche intelligente."

L'altra ragazza si prende del tempo, fa un espirazione profonda e riattacca a parlare. È lei che sta fumando.

"Ci manca da sapere se è stronzo."

"Lo inviterai alla tua festa di inizio anno?" Quel tintinnio mi sta facendo innervosire.

Un'altra espirazione profonda riempie i silenzi. "Certo che lo invito. Ormai voglio capire che tipo è."

"Inviti anche David?"

"Sì, voglio farlo esplodere dall'invidia quando mi vedrà con Paul."

Lo sapevo. Stanno parlando proprio di lui. Chi sarà questa ragazza? La voce mi è familiare.
Comunque, di sicuro sarà la sua prossima ragazza.
È lei quella che tiferà a tutte le sue partite e che urlerà a ogni fallo subìto.

"A casa ho già qualche bottiglia di vodka."

"Vuoi ubriacarlo?"

"Non ce n'è bisogno."

Le due risero.

"Lasciami due tiri." Il braccialetto tintinna un'altra volta.

Un po' la invidio, ma meglio così, non credo avremmo avuto un futuro io e lui. E poi, non so nemmeno se gli piaccio. Forse quel contatto in macchina è stato bello solo per me; magari per lui era solo un fastidio.

Non lo saprò mai e non frequenteremo mai gli stessi ambienti.
È arrivato da qualche ora e già sarà invitato a una super festa esclusiva.

Mi suona il telefono. Merda.

"Chi è?"

La ragazza col braccialetto mi ha scoperta. Che faccio?

"Ci hai sentite, vero?"

Non posso fare finta di niente, devo uscire. Mi tiro su i pantaloni e apro la porta.

C'è una ragazza bionda: è quella che ha ricevuto la sigaretta ed è la stessa del braccialetto. Si avvicina.

"Cosa hai sentito? Parla."

"In realtà, io non ho sentito niente."

"Dimmi la verità." Mi sbuffa il fumo in faccia.

Io tossisco e scaccio il fumo con la mano.

"Lasciala stare. Tanto lo sanno tutti che faccio una festa ogni anno. Non è mica una novità."

Per me lo è. La ragazza coi capelli neri non mi ha mai invitata.

Toc toc. Qualcuno ha bussato la porta.

La voce di uomo urla fuori dal bagno.

"State fumando lì dentro? Sapete benissimo che non si può fumare."

La ragazza con la sigaretta sgrana gli occhi e lancia uno sguardo all'amica in cerca di una soluzione.

"Conto fino a tre e al mio tre apro la porta. Uno..."

La bionda fissa la sigaretta che ha tra le mani. "Che facciamo?"

"Due..."

La guardo che è impaurita e, senza pensare troppo, le prendo la sigaretta dalle mani.
Ma che diavolo sto facendo?

"Tre." L'inserviente irrompe nel bagno.

Mi guarda schifato. "Ah, sei tu che stavi fumando. Vieni subito con me dal preside."

Butto la sigaretta sul pavimento e la spengo con la punta della scarpa.

"Vedrai che punizione esemplare ti darà il preside."

Guardo le due ragazze e, leggendo il labiale, quella coi capelli neri mi dice "grazie".

Esco dal bagno.

Cosa mi è venuto in mente? Perché ho preso quella sigaretta? Mi sono messa nei guai per due ragazze che non conosco nemmeno.

Le labbra si distendono in un grande sorriso.

Non le conoscevo, però, devo dire la verità, quando mi ha ringraziata...
Mi sono sentita figa.




Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora