Capitolo 7 - La quercia

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Il respiro è irregolare e intervallato da singhiozzi.
Tiro su con il naso.
Credo di aver perso un litro di lacrime.

Forse è mezz'ora che sono seduta nel cortile. Questa panchina nuova incomincia a essere scomoda: mi fa male il sedere.

L'ombra della quercia rinfresca altre due panchine, ma adesso non c'è nessuno a occuparle.
Mi scendono altre due lacrime.

Ora smetto di piangere. Devo fare qualche respiro per calmarmi.
Ha funzionato nell'ufficio del preside.
Espando la gabbia toracica con un respiro profondo e un leggero venticello trasporta il profumo delicato di lavanda verso di me.

Per un attimo, non penso più a nulla: chiudo gli occhi e mi faccio accarezzare il corpo da quel fresco venticello; tutto intorno è silenzioso e solo il fruscio delle foglie riverbera nell'aria.
Sembra che la quercia mi stia sussurrando parole gentili per calmare il mio animo.
L'idea che la natura voglia aiutarmi mi consola.
Papà, mi hai mandato tu questo momento?

Non so se qualcuno o qualcosa, da qualche parte, voglia calmare i miei pensieri. Comunque sta funzionando.
Grazie.

Ho ancora gli occhi chiusi e il buio dietro le palpebre non è mai stato così nero e nitido. Incredibile quanto si possa essere sereni dopo aver sofferto.
Ecco che cos'è la famosa "quiete dopo la tempesta".

Non capisco se è stata la respirazione oppure la lavanda, ma mi sento meglio.
Tutti i pensieri negativi saranno andati via attraverso il fiume di lacrime che ho versato.

Sono calma. Apro gli occhi e mi asciugo le guance con i dorsi delle mani.

Sfilo il telefono dalla tasca dei pantaloni e controllo il gruppo Whatsapp.

Karol: @Martha la professoressa di ginnastica mi ha chiesto come mai non sei venuta a lezione.

Il messaggio è stato scritto ventisette minuti fa.
Dovrei rispondere e spiegare cosa mi sia successo, ma sto ancora metabolizzando la punizione che ho avuto.

Al momento, non voglio vedere nessuno e questo posto è perfetto.
Qui non passa un'anima viva ed è proprio quello di cui ho bisogno ora.

Un rumore di chiacchiericcio si avvicina alle mie spalle.
Sbuffo e mi giro: sono le due ragazze del bagno. Mi volto di scatto. Ci sono solo io qui... Credo mi abbiano vista.

"Ciao."
È la voce di una delle due.

Forse se mi fingo morta si allontanano.

"Disturbiamo?"
Questa voce è dell'altra ragazza, ma non le so distinguere ancora.

Una mano mi tocca la spalla. "Volevamo ringraziarti." Il tintinnio del braccialetto mi ricorda la ragazza bionda a cui avevo preso la sigaretta.

"Ah, ciao. Non preoccuparti. Non è successo niente." Fingo un sorriso.

La ragazza coi capelli neri si avvicina alla panchina.

"Ma stavi piangendo?"

Forse ho gli occhi rossi.

"No, è il vento che mi ha fatto lacrimare."

Le due si lanciano un'occhiata.

La ragazza col braccialetto mi tende la mano. "Io sono Nicole."

Le stringo la mano. "Martha."

"Io sono Jasmine."

Jasmine. È proprio bella da vicino: occhi verdi, capelli neri, zigomi e labbra carnose e un corpo tonico da paura.

Stringo la mano anche a lei. "A che anno siete?"

Le due ragazze sorridono.
Che c'è da ridere?!

Jasmine raddrizza la schiena. "Davvero non lo sai?"

Se lo sapevo non te lo chiedevo.
Faccio cenno di no.

"Siamo all'ultimo anno, tu?"

"Al terzo."

Jasmine mi poggia la mano sulla spalla. "Volevamo dirti grazie per quello che hai fatto in bagno."

"Non ho fatto granché..."

"Ti sbagli. Tra tutte le amiche che conosciamo, non so quante di loro avrebbero fatto una cosa del genere."

Nicole si schiarisce la voce. "Ha ragione. Sei stata pazzesca!"

"Dite?" Mi strappano un sorriso.

"Certo!" Jasmine si siede sulla panchina. "Ho pensato: 'Che figa questa ragazza! Perché non la conosco?'"

Sono un po' in imbarazzo e abbasso lo sguardo.

Nicole si siede sull'altro lato della panchina. "Cosa ti ha detto il preside?"

"Voleva sospendermi."

"Non ti ha sospesa?"

"No, alla fine mi ha sequestrato le cuffie."

Jasmine mi urla nelle orecchie. "Le cuffie?"

"Sì, porto con me sempre il walkman di mio padre."

Jasmine inizia a ridere. "Come hai fatto a non farti sospendere? L'hai pagato?"

"No, mi ha detto che non mi aveva mai visto nel suo ufficio e che quindi voleva modificare il regolamento per questa volta."

"Non ci credo, sei un idolo: sei riuscita a fare cambiare il regolamento al preside."

Mi gratto la nuca. "Diciamo che non ho fatto un granché."

Nicole non riusciva a non muovere il braccialetto. "Quindi, te la sei cavata con il sequestro del walkman e basta?"

"Sì, per tre giorni."

Jasmine inizia a ridere eccitata. "Appena lo dirai alla festa, tutte le ragazze ti faranno una statua."

Scuoto sorpresa la testa. "Quale festa?"

"La mia festa! Pronto, c'è qualcuno?!"

"La festa di cui parlavate nel bagno?"

Nicole sorride e mi punta il dito contro. "Hai visto che avevi ascoltato qualcosa?"

"Sì, in effetti qualcosa avevo sentito." Mi gratto la testa e sorrido.

Jasmine mi prende la mano. "Allora ci vediamo sabato sera alle 8, va bene?"

"Dove?"

"A casa mia!"

"E dove sarebbe?"

"Certo che non sai proprio niente." Scuote la testa sorridendo. "Scambiamoci il numero di telefono, così ti mando la posizione su Whatsapp."

Prende il mio telefono e digita il suo numero. Il suo telefono squilla.

"Ecco, ora ho il tuo numero." Mi ridà il telefono. "Salvati il mio che più tardi ti contatto." Mi abbraccia.

Io rimango un po' stranita, ma ricambio l'abbraccio.

Anche Nicole mi stringe da dietro.

Forse ho incontrato delle nuove amiche, sembrano carine.

Jasmine guarda l'orologio. "Dobbiamo andare. Abbiamo già saltato matematica, ma inglese non possiamo proprio." Si alza.

Nicole fa lo stesso. "Ci vediamo presto. Grazie ancora per quello che hai fatto."

"Forse l'avreste fatto anche voi per me."

Nicole scuote il braccialetto. "Forse sì".

Le ragazze sorridono e se ne vanno verso la scuola.

Prendo il telefono.

Io: "Sto arrivando. Vediamoci al campo da basket."

Quanto è bella questa quercia.
Chissà quante ne ha sentite in tutti questi anni di vita.
Di sicuro, starà ridendo ora: io una figa. Questa sì che è bella.

Mi vibra il telefono.

Miriam: "Ok. Ci vediamo lì."

Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora