💭Sto davvero provando qualcosa per lui? ❤️

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Non ricordavo nulla del resto della serata. La mia mente era un vuoto totale fino al tragitto in pullman verso casa. Lucifero era seduto accanto a me, ancora mezzo addormentato e con la testa appoggiata contro il finestrino. Io, invece, non riuscivo a calmarmi.

Il cuore mi batteva all'impazzata mentre cercavo di mettere ordine nei miei pensieri. Cosa diavolo era successo? Mi girai a guardare Lucifero, sperando che potesse darmi qualche risposta, ma sembrava essere profondamente immerso nel sonno.

Mi sentivo agitato, nervoso. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivivevo quel bacio, il modo in cui mi aveva preso di sorpresa, come il mio corpo aveva reagito senza esitazione. Mi domandavo cosa significasse, per me, per lui, per la nostra amicizia.

Il pullman continuava a procedere, e ogni tanto gettavo uno sguardo fuori dal finestrino, cercando di distrarmi. Ma non serviva. Il pensiero di quello che era successo continuava a tormentarmi.

Quando finalmente arrivammo alla nostra fermata, svegliai Lucifero con un leggero tocco sulla spalla. Lui si stiracchiò e mi guardò con un sorriso ancora assonnato. "Ehi, siamo arrivati?"

"Sì," risposi, cercando di mantenere la voce ferma.

Scendemmo dal pullman e iniziammo a camminare verso casa. L'aria fresca della notte mi aiutava a schiarirmi un po' le idee, ma non del tutto. C'era un silenzio strano tra noi, come se entrambi stessimo cercando di capire cosa dire.

Alla fine, arrivammo a casa e accompagnai Lucifero fino alla sua stanza. "Buonanotte," dissi, cercando di non far trasparire la mia confusione.

"Buonanotte," rispose lui, prima di chiudere la porta dietro di sé.

Andai nella mia stanza, mi buttai sul letto e chiusi gli occhi, sperando che il sonno mi portasse un po' di chiarezza. Ma la notte fu inquieta, piena di sogni frammentati e immagini confuse.

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Il giorno seguente, mi svegliai con la testa pesante e un senso di ansia crescente. Lucifero era già in cucina, seduto al tavolo con una tazza di caffè in mano. Mi guardò e fece un cenno con la testa. "Buongiorno."

"Buongiorno," risposi, prendendo posto di fronte a lui. Il silenzio tra noi era carico di tensione.

Dopo qualche istante, decisi di affrontare l'elefante nella stanza. "Riguardo a ieri sera... dobbiamo parlarne."

Lucifero annuì lentamente, posando la tazza. "Sì, credo di sì."

Mi sentivo nervoso, ma sapevo che era necessario. "Non ricordo molto di quello che è successo dopo il bacio. E tu?"

Lui abbassò lo sguardo, un po' imbarazzato. "Ero ubriaco, Alastor. Ma ricordo il bacio. Mi dispiace se ti ho messo a disagio."

Scossi la testa. "Non è questo il punto. È che... non so cosa pensare."

Lucifero mi guardò, questa volta con più serietà. "Neanch'io. Ma possiamo parlarne, se vuoi. Non dobbiamo decidere tutto adesso."

Annuii. Forse aveva ragione. Non c'era fretta. Avremmo potuto prendere il tempo necessario per capire cosa significasse tutto questo per noi.

Anche quel giorno non c'era scuola, non chiedetemi il motivo. La casa era silenziosa mentre mi aggiravo senza una meta precisa, cercando di riordinare le idee.

Lucifero si stava preparando, indossando una giacca nera e un paio di occhiali da sole. "Devo uscire a fare una cosa," disse con un tono indifferente, come se nulla fosse successo la sera prima.

"Okay," risposi, cercando di mantenere la voce ferma. Non appena uscì dalla porta, mi gettai sul letto, afferrando un cuscino e premendolo con forza contro il viso. Urlai e gridai il più forte possibile, cercando di sfogare la confusione e l'agitazione che mi tormentavano.

Per lui non era niente, quel bacio. Un semplice errore dovuto all'ubriachezza, un momento di debolezza. Ma per me? Per me era stato tutto. Mi aveva lasciato senza fiato, il cuore a mille.

Mi fai respirare male.

Non riuscivo a pensare ad altro, non potevo concentrarmi su nulla. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo quel momento, il calore del suo corpo contro il mio, il modo in cui le sue labbra si erano mosse sulle mie.

L'unica persona che mi toglie l'appetito.

Mi strappi il cuore e poi ci passi sopra.

Era come un fulmine che squarcia il cielo, illuminando tutto per un breve istante, lasciandomi poi al buio, a chiedermi cosa fosse reale e cosa no. Quel bacio aveva scatenato qualcosa dentro di me che non riuscivo a ignorare, nonostante tutti i miei sforzi.

Mi rigirai nel letto, cercando di calmarmi, ma la mente continuava a tornare lì, a quel momento. Ogni singolo dettaglio era impresso nella mia memoria: il sapore del suo respiro, il battito frenetico del mio cuore, la confusione e l'euforia che mi avevano travolto.

E ora? Cosa dovevo fare? Come potevo affrontare Lucifero senza tradire i miei sentimenti? Come potevo fingere che tutto fosse normale quando dentro di me sentivo un tumulto di emozioni?

Realizzai improvvisamente la direzione dei miei pensieri. "Cosa sto pensando? Veramente a un ragazzo?" Mi chiesi, quasi inorridito. "Non sono gay."

Cercavo di negarlo con tutte le mie forze, ma i ricordi di quel bacio continuavano a tornare, inesorabili. Ogni volta che un ragazzo si avvicinava a me cercando qualcosa di simile all'amore, mi veniva solo da allontanarlo, da respingerlo. Ma con Lucifero...

"Agh! Basta pensare a lui!" gridai, lanciando il cuscino attraverso la stanza.

Ma le domande continuavano a tormentarmi. Può essere veramente quello che penso per lui? Può essere che mi sono innamorato di lui?

L'idea era spaventosa e affascinante allo stesso tempo. Cercavo di reprimere quei sentimenti, di seppellirli sotto strati di razionalità e logica, ma continuavano a risalire, più forti di prima.

Forse dovevo affrontare la realtà. Forse dovevo ammettere a me stesso che quei sentimenti erano reali, che Lucifero significava per me più di quanto volessi ammettere. Ma come avrei fatto a dirglielo? E se lui non provasse lo stesso?

La paura del rifiuto mi paralizzava, ma la possibilità che quei sentimenti fossero ricambiati mi riempiva di una strana eccitazione. Mi sentivo diviso tra il desiderio di fuggire da tutto questo e la voglia di affrontarlo, di scoprire dove mi avrebbe portato.

Forse, pensai, dovevo semplicemente aspettare e vedere. Forse, col tempo, avrei capito cosa fare. Per ora, dovevo solo cercare di calmarmi e smettere di pensare troppo. Ma una cosa era certa: Lucifero aveva scatenato qualcosa dentro di me che non potevo più ignorare.

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