🤨 Posso davvero fidarmi di lui? ❓

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La serata continuava, e dopo aver deciso di fare una tregua, io e Lucifero ci trovammo seduti sui nostri letti, a chiacchierare. Il clima nella stanza era decisamente più leggero e per la prima volta da quando avevamo iniziato a condividere lo spazio, sembrava che potessimo finalmente rilassarci.

"Quindi, Alastor," iniziò Lucifero con un sorriso sornione, "sei sempre così serio o è solo quando sei con me?"Lo guardai con un sorrisetto. "Solo quando sei nei paraggi, Lucifero. Qualcuno deve mantenere l'ordine con un tipo come te in giro."

Lui rise, un suono che sembrava stranamente piacevole. "Oh, certo. Perché senza di te, il mondo cadrebbe a pezzi." "Esattamente," risposi, cercando di mantenere un tono serio ma fallendo miseramente. "Sono l'eroe non riconosciuto di questa storia."

Lucifero si appoggiò contro la testata del letto, guardandomi con un'espressione che non riuscivo a decifrare completamente. "A volte penso che tu non mi sopporti davvero. Altre volte... non so. Sembra che tu voglia essere mio amico, anche se non lo ammetterai mai."

Scrollai le spalle. "Forse è vero. Forse no. Ma non è questo il punto, vero? Alla fine, siamo costretti a convivere. Tanto vale rendere la situazione sopportabile."

"Sapete cosa dicono delle persone che combattono sempre, vero?" disse Lucifero con un sorriso malizioso.

"Che cosa?" chiesi, un po' sulla difensiva.

"Che in fondo, sono attratte l'una dall'altra." Le sue parole erano un mix di scherzo e serietà, il che mi fece arrossire leggermente.

"Sei un vero idiota, lo sai?" risposi, lanciandogli un cuscino.

Lucifero lo afferrò al volo e lo lanciò indietro, colpendomi direttamente in faccia. "Solo perché è vero, non significa che devi arrabbiarti."

Ci scambiammo cuscinate per qualche minuto, ridendo e scherzando come due bambini. Era un momento di leggerezza che non avevamo mai condiviso prima, e mi resi conto che, nonostante tutto, la sua compagnia non era così male.

Dopo un po', ci fermammo, entrambi senza fiato e con le guance arrossate dal ridere. "Okay, okay, tregua," dissi, alzando le mani in segno di resa.

"Accetto," rispose Lucifero, mettendo giù il cuscino.

"Quindi," continuai, riprendendo fiato, "cosa ti ha portato qui, Lucifero? Seriamente."

La sua espressione si fece più seria. "Diciamo solo che ho avuto qualche problema nelle altre scuole. Ma questa volta voglio provare a fare le cose diversamente. Forse, con un po' di fortuna, riuscirò a non farmi espellere di nuovo."

Annuii, capendo che c'era molto di più sotto la sua superficie di quanto avessi immaginato. "Beh, buona fortuna. E se hai bisogno di aiuto con i compiti, sai dove trovarmi."

"Grazie, Alastor," disse con un sorriso sincero. "E lo stesso vale per te. Non sono solo un bel faccino, sai."

"Sì, sì, lo so," risposi ridendo. "Ma non ti montare troppo la testa."

Passammo il resto della serata a parlare, scoprendo lati nuovi l'uno dell'altro. Le battute e le prese in giro continuarono, ma ora c'era un fondo di rispetto e comprensione che non c'era prima. Forse, pensai, questa convivenza non sarebbe stata così male dopotutto.

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Era un lunedì mattina, e mi svegliai presto come al solito. La luce del sole filtrava attraverso le tende della nostra stanza nel dormitorio, illuminando gli angoli in penombra. Mi stiracchiai, buttando le coperte da parte e lasciandomi scivolare giù dal letto.

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