💘Ero finalmente suo🌹

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Hey Lucifero, ti ricordi il nostro primo incontro? So che è passato solo un mese e mezzo, ma sembra sia accaduto tanto tempo fa. La prima volta che mi hai buttato per terra facendo il figo, non l'ho mai ammesso, ma ti trovavo così attraente in quel primo incontro. Solo che non l'ho mai rivelato a nessuno, neanche a me stesso.

Camminavo verso quel nuovo bar del quartiere, evitando il più possibile il contatto con Lucifero. In meno di due mesi, avevo preso confidenza con lui e avevamo fatto una sorta di amicizia, anche se per lui sembravamo nemici. Ci odiavamo a prima vista, ma a me non piaceva. Volevo qualcosa di più, anche se non so esattamente perché. Volevo che fosse mio.

Mentre camminavo con le cuffie, canticchiando, qualcuno mi toccò la spalla da dietro. Mi girai e, cazzo... era Felicity. Non so se ve la ricordate, ma vi faccio un piccolo riepilogo. Era l'ultima ragazza che Rosie mi aveva presentato, quella che parlava solo di sé stessa e che usava ogni superficie riflettente per guardarsi. Ve la ricordate? Beh, spero di sì, altrimenti non avete gran memoria.

"Hey! Non ci credo, sei proprio tu!"disse lei urlando peggio di un aquila."Felicity... che sorpresa... Da quanto tempo...Come stai?"le dissi cercando di nascondere il fatto che non volevo incontrarla. "Sto bene, grazie! E tu? Cosa fai di bello?" diceva lei, sempre con modi educati, ma sapevo che era un'egocentrica.
"Oh, tutto bene...sto andando al nuovo bar del quartiere. Ho sentito che è carino...E tu? Cosa ti porta qui?"

Perché glielo avevo chiesto? Non volevo assolutamente parlare con lei e volevo distanziarmi il più possibile."Anch'io volevo vedere com'è questo bar. È da un po' che non ci vediamo, vero? Io sono stata così occupata ultimamente, tra la scuola e i viaggi. Ho fatto un viaggio fantastico a Parigi, sai? Ho visitato tutti i posti più esclusivi e ho fatto delle foto stupende. Dovresti proprio vedere le mie storie su Instagram, sono diventate virali!"

"Davvero interessante, Felicity... Parigi deve essere stata incredibile. E... come sta la tua coinquilina,quella in cui parlavi insistentemente di lei...Claire,giusto?"Ormai non c'era via d'uscita: dovevo comunicare con questa qui.

"Oh, Claire... sì, l'ho sentita prima... Ma torniamo a Parigi, dovresti vedere le boutique di moda, sono assolutamente divine! Ho comprato dei vestiti che sono semplicemente favolosi. Oh, e hai visto il mio ultimo post? Ho ricevuto così tanti like!" "Non ancora...È bello sentire che stai facendo così tanto. Hai qualche altro piano in mente?"

"Oh, tantissimi! Sto pensando di lanciare un mio blog di moda. Tutti dicono che dovrei farlo, con il mio gusto impeccabile. E tu? Cosa stai facendo di interessante? Anche se immagino niente di così eccitante come i miei progetti." Minchia, vuoi fare qualcos'altro, principessina?

"Beh, niente di così entusiasmante, suppongo. Ma sono contento per te, sembra tutto molto emozionante." "Lo è! Ma dai, parliamo ancora un po' di me. Hai visto le nuove tendenze estive? Penso di avere proprio l'occhio per queste cose. Dovremmo andare a prendere un caffè, così posso raccontarti tutto."

"Mi piacerebbe molto, ma mi sono appena ricordato di avere un impegno che non posso rimandare,va bene se lo facciamo un'altra volta?Le dissi, cercando di scusarmi,non volevo rompermi i coglioni per colpa sua "Ah okok,se proprio devi,vai pure" rispose lei guardando in basso e con una voce triste. Mi faceva pena; avrebbe potuto essere una brava ragazza, ma era troppo egocentrica per i miei gusti.

Mentre Felicity si allontanava, tirai un sospiro di sollievo e mi avviai verso il bar. Il sole stava salendo e l'aria era piacevolmente fresca, ma non riuscivo a liberarmi del pensiero di Lucifero. C'era qualcosa di irresistibile in lui, una forza che mi attirava e respingeva allo stesso tempo.

Arrivato al bar, notai subito l'atmosfera accogliente e rilassata. Mi sedetti al bancone e ordinai un caffè, cercando di concentrarmi su qualcos'altro. Ma non ci riuscii. I miei pensieri continuavano a tornare a Lucifero, a quel primo incontro che sembrava così lontano, eppure così presente nella mia mente.

Mentre sorseggiavo il caffè, il telefono vibrò sul bancone. Lo presi e vidi un messaggio da Lucifero:

"Ti aspetto a casa. Non fare tardi."

Un brivido mi attraversò la schiena. Era tipico di lui, sempre così enigmatico e autoritario. Ma c'era qualcosa di più in quel messaggio, un tono che non riuscivo a decifrare. Decisi di finire il caffè in fretta e di tornare a casa. Non volevo farlo aspettare.

Il tragitto verso casa sembrò più lungo del solito. Ogni passo mi avvicinava a lui, e sentivo crescere dentro di me una strana combinazione di ansia ed eccitazione. Quando finalmente aprii la porta di casa, l'oscurità mi accolse. C'era un silenzio quasi palpabile, interrotto solo dal ticchettio dell'orologio.

"Lucifero?" chiamai, ma non ci fu risposta. Feci qualche passo avanti, cercando di abituarmi al buio, quando sentii una mano afferrarmi il polso. Prima che potessi reagire, fui tirato verso di lui.

"Ti avevo detto di non fare tardi," disse con un tono basso e controllato, ma con una nota di sfida. Il suo volto era appena visibile nell'oscurità, ma potevo sentire il suo sguardo intenso su di me.

"Non l'ho fatto apposta," risposi, cercando di mantenere la calma, anche se il cuore mi batteva forte nel petto.

"Lo so," rispose lui, lasciando andare il mio polso, ma senza allontanarsi. "Hai parlato con Felicity." "Come fai a sapere di Felicity? Era una cosa successa solo tra me e Rosie..."
"Infatti, è stata lei a dirmelo."

"ok...comunque non significa niente," dissi rapidamente, cercando di spiegarmi. "Non è importante."

Lucifero sorrise leggermente, un sorriso che non raggiunse i suoi occhi. "Lo so. Non mi interessa lei. Mi interessi tu."

Quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Non sapevo cosa dire. Sentivo che stava giocando con me, ma non potevo fare a meno di voler partecipare al suo gioco.

"Perché?" chiesi, la voce appena un sussurro.

"Perché sei diverso da tutti gli altri," rispose lui, avvicinandosi ancora di più. "Non riesco a smettere di pensare a te."

Il mondo sembrava fermarsi in quel momento. Non c'erano più dubbi, solo un'intensa consapevolezza del fatto che eravamo finalmente giunti a un punto di non ritorno. E mentre lui si chinava verso di me, capii che non avrei potuto desiderare altro.

Ero finalmente suo, e non c'era più niente da dire.

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