Un anno nuovo è ormai giunto.
Al pensiero che domani dovrò ricominciare a seguire tutte le lezioni, studiare continuamente giorno e notte per essere la prima della classe, mi da la nausea. Avrei preferito mille volte rimanere a lavorare e non farmi carico delle ansie che procuravano i compiti in classe. Dio mio, quest'anno non ce la farò!
Con tutta la poca voglia di vivere in corpo, afferrai bruscamente il telefono e decisi di chiamare il mio migliore amico.
«Ehi»
«Stellina, tutto bene? Come mai chiami a quest'ora della notte?»
«Non mi sento mentalmente pronta per la giornata di domani»
«Penso che quasi nessuno sia entusiasta di tornare a scontare le sue pene dell'inferno in quell'edificio»
«DECISAMENTE»
«Senti, ti va se domani ci vediamo qualche ora prima dell'inizio delle lezioni, per stare un po' insieme?»
«Si...credo di riuscirci»
«Chi c'è lì con te? Sento delle voci»
«E' Chloe»
«Ti lascio con lei allora. A domani»
«A domani.»
Posai il telefono sul comodino e mi rimisi a dormire nuovamente.
La giornata ormai era giunta, e io non potevo più tirarmi indietro.
Feci una doccia gelida veloce, nonostante sia settembre, e mi misi la divisa scolastica. Potevano avere più fantasia sui colori invece del bianco e del verde. Assomigliavo ad una sottospecie di albero, nulla che non sapessi già. La gonna non mi fasciava perfettamente le cosce, ma bensì appareva una minigonna; certe volte mi chiedo, perché le femmine non posso indossare dei semplici pantaloni come gli uomini di questa scuola? Beh certo, dovevi pur sembrare 'femminile' in qualche modo. Per i capelli non ebbi molta scelta, dato che facevo sempre la solita acconciatura: pettinavo la frangetta, pregando Dio che non si spettini durante la giornata, magari con un colpo di vento oppure con una tempesta di pioggia. Il resto dei capelli, ero solita raccoglierli in una coda alta, e pure questa volta feci così. Misi una sottile linea di eyeliner; del mascara, giusto per dare colore alle mie ciglia, che dato essere bionde, come i capelli, non si notano;infine un lucida labbra.
Finito.
Scesi le scale per raggiungere la cucina ma prima dovetti passare dalla camera di mia madre e assicurarmi che avesse preso tutte le medicine prescritte dal dottore.
Grazie alle vacanze estive,lavorando, ho potuto coprire buona parte delle sue cure mediche, ad esempio la chemioterapia. Purtroppo, devo continuare a lavorare per tutto l'anno affinché riesca a portare qualche spicciolo a casa. Lei da qualche mese, non era più nelle condizioni di poter lavorare, dato che se ci avesse provato, sarebbe stata male per giorni, quindi presi il suo posto. Mio padre da quando divorziò con mia madre, non voleva più spendere un singolo dollaro per mantenerci, dato che non ci considerava più la sua famiglia, ma delle comuni persone che hanno fatto parte della sua vita per pochi istanti. A pensarci, essere lasciati dall'uomo con cui si ha condiviso momenti importanti ed intimi, deve essere estenuante; io stessa non penso che potrei sopportare tale dolore, ma bisogna andare avanti e conviverci. L'abbandono di mio padre distrusse psicologicamente anche me, ma ormai ho smesso di soffrire, sapendo che quell'uomo non meritava di esistere nella mia vita. Prego ogni santo che pure mia madre inizi ad affrontare il dolore come lo sto facendo io.
«Buongiorno mamma, come stai oggi?» domando premurosa, posandole un delicato bacio sulla fronte.
«Ho solo un po' di nausea tesoro...» biascica a fatica. Vederla in questo stato mi addolora profondamente. Le risistemo le coperte e i cuscini, in modo tale da sentirsi più comoda..
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Damned hearts
RomanceLily Davis: 19 anni, dai capelli biondi chiari, luminosi e ondulati, gli occhi pari a due smeraldi e delle leggere lentiggini distribuite su tutto il percorso del viso angelico, quasi invisibili. E' la tipica ragazza brava a scuola, eccellente nello...