Capitolo 6 - Lily

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La difficoltà dell'amore consiste
nel fatto che siamo attratti
da chi rispecchia l'immagine
di ciò che siamo
piuttosto che ciò
che desideriamo essere.

~Honoré de Balzac~

Ho appena finito il mio turno di lavoro pomeridiano dopo aver supportato le provocazioni di Jackson, anche se solo per pochi minuti.
Non credevo che me lo sarei ritrovata pure al lavoro ma ahimè purtroppo è stato così.
Ritrovarsi nel suo letto, questa mattina, è stato a dir poco traumatico e inquietante ma almeno adesso conosco il suo compagno di stanza.
Devo ammettere che è un bel ragazzo, gentile, simpatico, insomma, quasi tutte le caratteristiche che cerco dall'altra parte.
A differenza di Jackson, lui sembrò contento della mia presenza.

Non sono affari suoi se lavoro per portare qualche soldo a casa e sostenere le cure di mia madre.

Mi cambiai nello spogliatoio.
Uscii salutando le mie colleghe di lavoro e infine presi l'autobus per tornare a casa.
Il tragitto dal pub alla casa sarebbe durato molto perciò nel frattempo avrei continuato la mia lettura.

💚

Rientrata a casa, mi diressi nella camera di mia madre come ogni sera, per vedere come stesse.
Dormiva: forse si era addormentata mentre guardava la televisione.

I suoi capelli dorati, un tempo erano forti e sani, ora ormai sono molto fragili a causa delle chemioterapie che era obbligata a fare, pur di restare in vita ma soprattutto al mio fianco.
L'idea di svegliarmi senza il suo dolce sorriso o senza la sua presenza mi distruggeva, ma non dovevo pensarci, perché lei c'è l'avrebbe fatta, come sempre, ne ero sicura.
La sua pelle è pallida, e le guance leggermente scavate e marroncine.
Il suo viso sembrava essere rilassato ma contemporaneamente mostrava stanchezza, come se ci volesse uno sforzo immenso per poter anche semplicemente respirare.

Lei per me sarebbe rimasta la donna più bella del mondo.

Non potei fare a meno di pensare a quanto sia fragile e molto vulnerabile in questo momento, lei è sempre stata il mio punto di riferimento, la mia stella polare.
Mi domandai quanto tempo potesse ancora supportare il suo corpo tutte queste cure. Cercai di non piangere e reprimmi le mie lacrime.

Con molta delicatezza le rimboccai le coperte e aumentai la temperatura del riscaldamento. Spensi la televisione in modo che non la infastidisse il rumore di essa e le sue luci.
Controllai se avesse preso tutte le medicine, anche se stamattina non ero presente, si trovavano sempre nel tablet de nuit accanto a lei, quindi poteva facilmente raggiungerle senza nessuno sforzo.

Scesi in cucina per prepare qualche piatto solo per lei, così quando si sarebbe svegliata, avrebbe trovato un pasto caldo.
Optai principalmente il Teriyaki, una specialità della città di Seattle. È a base di pollo servito insieme a del riso e dell'insalata.
Il mio telefono iniziò a vibrare qualche secondo dopo, interruppi quello che facevo per vedere chi era a disturbare questo santo momento di tranquillità.

Blake. Grandioso direi!

«Ehi Blake» dissi respirando profondamente per nascondere quanto fossi stanca dopo il lavoro.

«Stellina...ti disturbo?» domandò con tono preoccupato ma anche... intimorito?

«No figurati. Qualcosa non va?» conoscevo perfettamente il mio migliore amico, non avrebbe chiamato a quest'ora se non stesse bene.
Sembrò esitare per un momento prima di parlare.

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