🔴TW: violenza fisica e abuso di alcol🔴Per tutta la sera Jackson non fece altro che tormentarmi con domande inerenti allo studio, dato che tra poche settimane dovremo affrontare il primo esame del semestre, ovviamente non insieme a lui.
Aule separate.Non mi sarei mai aspettata che avrebbe studiato ma sapevo già che la parte peggiore sarebbe arrivata, quella dove mi avrebbe stuzzicata a morte, fino a quando la mia pazienza sarebbe esaurita.
«Ho fame» annunciò stiracchiandosi sullo schienale della sedia.
Lo guardai di sfuggita cercando di non farmi sgamare, ammirando il suo fisico marmoreo. Ogni tanto il suo sguardo cadeva sul display del telefono, come se stesse aspettando qualcosa o qualcuno. Non conoscevo molto della sua vita, perchè sin da piccoli non siamo mai riusciti a costruire un vero e proprio rapporto di amicizia, se così si può definire, ma solo di odio reciproco continuo.I miei pensieri furono interrotti dallo scricchiolio della sedia e notai solo adesso, che non aveva più messo la maglietta da quando si era fatto la doccia. Continuai a guardarlo senza tregua, sicura che prima o poi se ne sarebbe accorto. Cercai di distogliere lo sguardo ma ormai era diventata una missione impossibile distrarmi da quella ammirazione.
All'improvviso sbattè la mano sul tavolo per riprendere la mia attenzione.
«Nemesi comprendo il fatto di essere l'unico ragazzo bellissimo con cui tu abbia avuto a che fare nella tua vita, ma non fissarmi con quello sguardo inquietante, sembri volermi uccidere» esclamò pronto ad esaminare ogni singola mossa o risposta che avrei dato da lì a poco, così cercai di deviare il discorso. Riposi lo sguardo sui miei appunti.
«Magari sto immaginando le torture perfette che ti potrei affliggere» rise a tutto volume e si formò uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. In tutto ciò continuava a sbattere la mano sul tavolo per passare il tempo.
E' così fastidioso.
«Se lo rompi giuro che te lo faccio pagare» minacciai guardandolo di traverso, mentre tenevo a bada la tentazione di guardarlo negli occhi e perdermi dentro.
Lui non ribatté ma si limitò a sbuffare, come sempre.
«Non varrà nemmeno cinque dollari» sospirai per trattenere la mia ira. Se lui poteva permettersi di comprare tremila tavoli senza dover fare lo sforzo di lavorare, io non ero come lui.
«Mio dio ogni tanto dovresti mettere a tacere la bocca, non credi?»
«Vuoi avere l'onore di farlo tu o preferisci che lo faccia davanti a te ma con un altra ragazza?»
Stava mettendo a dura prova la mia pazienza, la sua arroganza mi infastidiva particolarmente.
«A te l'onore della scelta dato che non me ne frega un cazzo» dissi con nonchalance, serrò la mascella e tutti i suoi muscoli si tesero, come se fosse infastidito.
«Mangiamo qualcosa fuori?» propose con quella che sembrava gentilezza? Strano da un tipo come lui Magari vuole portarmi fuori e uccidermi una volta per tutte.
Inizialmente non voletti nemmeno tenere in considerazione la sua proposta, ma poi mi venne in mente il mio obbiettivo e in qualche modo dovevo realizzarlo.«No» affermai secca cercando di non prolungarmi oltre con la conversazione, doveva andarsene.
«Non rompere il cazzo per una volta e vieni, non te ne pentirai»
«Chi me lo assicura? Tu?»
«Esatto» rispose con uno sorriso strafottente, sicuro del fatto che avrei accettato senza esitare.
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Damned hearts
RomanceLily Davis: 19 anni, dai capelli biondi chiari, luminosi e ondulati, gli occhi pari a due smeraldi e delle leggere lentiggini distribuite su tutto il percorso del viso angelico, quasi invisibili. E' la tipica ragazza brava a scuola, eccellente nello...